Piccioni e Tornatore si dividono i David di Simonetta Robiony

Piccioni e Tornatore si dividono i David Consegnati gli «Oscar» italiani: dimenticati nomi storici come Bertolucci e Scola Piccioni e Tornatore si dividono i David Tre statuette anche al «Radiofreccia» di Ligabue Simonetta Robiony ROMA E anche i David, finalmente sono arrivati. Nella massima segretezza, come da proméssa. E questa, per l'Italia, paese assai portalo alla chiacchiera, è davvero una novità. A spartirsi i David due titoli: «Fuori dal mondo»!, giudicato il miglior film, e «La leggenda del pianista sull'oceano», che ha dato a Tornatore il titolo di miglior regista. L'attrice più brava è stata giudicata Margherita Buy che con la sua suora di «Fuori dal mondo» ha battuto Francesca Neri e Giovanna Mezzogiorno. Mentre l'attore più bravo è stato considerato Stefano Accorsi per «Uadiofreccia», il film sul com'eravanui appena vent'anni fa, che ha permesso anche a Ligabue di fregiarsi del titolo di miglior regista esordiente (! al Ionico di presa diretta Gaetano Carito di aggiudicarsi una terza statuetta. Un David a Cecilia Dazzi per «Matrimoni» della Comencini, e un David a Hentivoglio per «Del perduto amore» di Placido. Un David «d'onore» a Mauro Bolognini, indimenticato regista, in questo momento a casa inalato. Grandi sconfitti, Bernardo Bertolucci e Ettore Scola, senza statuette. A legare insieme la serata televisiva Carlo Conti, diventato in qitesi i mesi il gran cerimoniere della tv pubblica, in sostituzione di Pippo Baudo, in esilio sulle reti Mediaset. Ma l'attenzione di tutti, l'altra sera era concentrata soprattutto su Sofia Loren. Hanno voluto Sofia, diventata la madrina del cinema italiano da quando, nella memorabile notte di Los Angeles, fu lei a consegnare il premio a Roberto Benigni, per rilanciare con un festone assai targato Rai, ma voluto anche da Cinecittà, dui produttori e da lutti quelli che lavorano nel cinema, il David di Donatello, il nostro Oscar, per quel che si può, organizzato da Gianluigi Rondi decano dei critici. E Sofia, David alla carriera, è arrivata a Cinecittà,' forte dell'ultimo titolo conquistato: esser stata inclusa dal prestigioso American Film Institute nell'elenco dei grandi del cinema di tutti i tempi. Regale e popolana come sa essere, appena in tempo per l'inizio della trasmissione, né in ritardo né in anticipo, è stata accolta dall'abbraccio di Alberto Sordi, David per esser stato il più «copione» e il più «copiato» degli italiani. L'intera sala, il meglio del nostro spettacolo, s'ò alzato in piedi per lei in un applauso caldissimo. «Mi emoziono sempre quando faccio le cose per il mio paese», ha detto Sofia ringraziando. Mentre un attimo prima, aU'ingresso in sala, aveva ricordato i suoi esordi: «A Cinecittà ho fatto i miei primi passi: sono contenta di tornarci». Laddove Sordi, a chi gli chiedeva con quale sentimento vedeva passar via questo che è stato il secolo del cinema, rispondeva: «Io ho fatto il mio: ora tocca agli altri». Ma è l'intera festa dei David che è stata costruita intorno a Sofia Loren: dalla prima apparizione, in apertura, fino alla consegna nelle sue mani della statuetta d'oro di Donatello, con la lunga intervista al centro'e moltissi¬ me inquadrature della sua faccia sorridente, scelte a punteggiare e scandire l'andamento della premiazione. Era la prima volta che la Loren accettava di essere intervistata in uno studio televisivo. «La tv mi piace ma mi fa paura. Mi taglia le gambe. Mi fa sentire nuda. So che dovrei essere me stessa davanti alla telecamera, ma non ci riesco». E che fosse sincera s'è visto perché le sue risposte sono state tutte brevissime e confuse. Per esempio tra i grandi del cinema italiano ha dimenticato De SicaeMastroianni. Certo, l'Italia non è l'America e il David non è l'Oscar: nessuno, tranne i cantanti, soprattutto Andrea Bocelli, ha fatto le prove, nessuno è arrivato un'ora prima come da cartoncino di invito, nessuno s'è studiato un discorsetto da occasione. Ma il David, stavolta, ha provato a far le cose in grande: una gigantesca tenda installata nei viali a Cinecittà, un palcoscenico, fortunatamente spoglio, la massima velocità nella consegna dei premi che comunque sono troppi e finiscono per annoiare. L'intervallo comico Raiuno l'ha affidato a Panariello, ennesimo toscano campione d'incassi quest'anno con «Bagnomaria». La chiusura, invece, è stata per Sordi, festeggiato con un'enorme torta di compleanno per i 79 anni appena compiuti. Sordi ha giocato con Conti a riproporre alcune sue maschere in una sorta di lezione a metà tra sociologia casalinga e drammaturgia d'alta scuola. Già perché, nelle intenzioni degli autori questo Premio David in prima serata sulla rete più vista dagli italiani avreb be anche dovuto spiegare al pubblico televisivo, che al cinema ci va poco e malvolentieri soprattutto quando in sala proiettano un film italiano, cos'è e come si fa il nostro cinema. Cinque premi a testa per «Fuori dal mondo» e «La leggenda del pianista sull'oceano» La Buy e Accorsi sono i migliori protagonisti Molte le star in platea, esibizioni di Bocelli e Pino Daniele, assenti Benigni e i Cecchi Gori La Loren emozionata abbraccia Sordi: «L'accoglienza italiana è sempre meravigliosa» Alberto Sordi e Sofia Loren alla serata dei David A destra una scena del film vincitore di Giuseppe Piccioni «Fuori dal mondo», con Margherita Buy, premiata come miglior attrice In basso, a sinistra, Luciano Ligabue miglior regista esordiente di -Radiofrcccia» e, a destra, Giuseppe Tornatore

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