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La pubblicità chiude un '98 miliardario Fatturato+10% La pubblicità chiude un '98 miliardario MILANO Avanza a grandi passi il vascello della pubblicità «classica», che nel 1998 è cresciuto fino a sfiorare i 12.000 miliardi, e quest'anno di appresta a ripetere un balzo del 10%. Lo afferma, all'assemblea annuale dell'Upa, il presidente Giulio Malgara che, pur rallegrandosi dell' ottimo stato di salute del settore, lamenta una «crescita dei prezzi perché gli spazi ormai sono saturi», e lancia un SOS contro quei provvedimenti che minacciano di ridurre ulteriormente gli spazi televisivi. Ne cita otto, di cui due: Rai Tre senza spot, e Retequattro sul satellite, farebbero da soli «perdere spazi per un valore che si aggirerebbe tra gli 800 e i 900 miliardi l'anno». Insomma, una tragedia se si pensa che la pubblicità sta vivendo un secondo boom. «Ci troviamo di fronte a un governo che, autorevolmente e giustamente, incita gli imprenditori ad investire ed espandere i loro mercati, ma al tempo stesso, con l'altra mano, mette a repentaglio l'intero processo di sviluppo con interventi sui mezzi e sulla pubblicità» spiega Malgara e aggiunge: «Già oggi gli spazi disponibili sui canali televisivi sono insufficienti per la pubblicità delle aziende medie, che sono il fulcro del nostro sistema». Malgara riprende poi un tema a lui caro: non è possibile spostare «forzosamente risorse da una parte all'altra», ossia dalla tv alla stampa. E' un tentativo che non rafforzerebbe, «ma al contrario danneggerebbe» la stampa stessa sulla quale, peraltro, la pubblicità cresce da due anni del 10% l'anno. Oggi del resto, conclude Malgara, con la bassa inflazione il tasso reale di crescita degli investimenti pubblicitari «è pari, se non addirittura superiore a quello del favolosi Anni Ottanta». E non basta, nel biennio gli investimenti pubblicitari italiani sono lievitati ad un ritmo doppio rispetto a Inghilterra, Germania, Francia e perfino Stati Uniti. Iv.s.l Giulio Malgara Giulio Malgara