EuroDisney si scopre orfana delle bollicine di Enrico Benedetto

EuroDisney si scopre orfana delle bollicine EuroDisney si scopre orfana delle bollicine Dopo il maxisequestro, in Francia è assalto ai numeri verdi la storia Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI TRA gli orfani delle bollicine, il lutto non impedisce l'ironia. Spiega Erik, sorseggiando un cappuccino al «Flore», il café che predilegeva Sartre: «Vede, qualche anno fa in Usa dilagò la psicosi Perrier. Alcuni stock recavano tracce di benzene. Oggi tocca alla Coca. % guardi un po' che cosa beve la gente qui attorno, per consolarsi: Perrier. Non è una bella nemesi? In fondo, oggi sappiamo che diverse lattine contenevano un funghi ci da. E' già un progresso. Ma gli altri ingredienti della Coca restano misteriosi. Chissà, forse un giorno ce lo diranno». Erik ridacchia felice per la boutade. Non è malanimo, il suo. E sa benissimo che brasserie, restaurant, locali vip... servono la bevanda yankee in bottiglia, dunque non sequestrabile. Ma con 50 milioni di lattine fuorilegge da martedì sera, lo humour soccorre i francesi che tra mucca pazza e pollo belga avrebbero evitato volentieri un nuovo scandalo per completare il trittico. Il popolo cocacolomane si divide in due sottotribù: i depressi e gli scettici. Dei secondi fa parte Christelle, 16 anni. Lattina e cannuccia, roller ai piedi, beve serafica la sua monodose giornaliera aspettendo che sopraggiunga il moroso. - Dove l'ha presa? «Nei distributori automatici, la si trova ancora. Cinque franchi. Ne ho tenuta una anche per Loie: dovrebbe uscire da scuola fra mezz'ora. Lui arriva con i sandwich, e io offro la Coca. Perché mai dovremmo rinunciare? Il giornale dice sciocchezze per vendere. A meno che sia una manovra Pe- Esi». Sul piazzale del Beauourg, fra i teenagers che inanellano le «vasche», ieri mattina la Cola in versione cilindrica era tutt'altro che introvabile. Ma, spesso, complice l'ignoranza. «Tossica? Mon Dieu», mormora Jean-Yves, strabuzzando gli occhi. Non lo sapeva. E adesso teme di avere tracannato diossina. «Solo funghicidi? Meno male» dice ritrovando un debole sorriso. Cambiamo tattica. Numero verde Coca Cola (0 800 800 819): 40 centralinisti che rassicurano non stop il pubblico. Dopo lunga attesa, infine un «Hallo?». «Lavoro per "La Stampa", mi potrebbe dire se...». Bizzarro, cade la linea. Riproviamo da semplici consumatori. «Tranquillo, sono falsi allarmi. Tranne per la produzione destinata al Belgio. Da Parigi non correrà rischi». - Ma gli 80 casi di problemi sanitari sul territorio francese? «La gente è po'... mi capisce? I media allarmano la popolazione. Ed ecco spuntare malattie immaginarie». Che il ministero della Sanità, cui dobbiamo la cifra ufficiale, si regoli. Per fortuna, i supermarket non prendono le cose alla leggera. Auchan è la sola catena presente con un drink-shop nella regione parigina. «Abbiamo fatto pulizia sin dalle primissime ore. Lattine tabù sui nostri banconi. E se le analisi confermeranno la tossicità, rimborseremo le Coca alla clientela che ce lo domandi. C'è chi telefona già: "Ne ho comprate 20 giovedì scorso. Potrei restituirvele?"». Alla Disneyland francese, sono ancora più radicali nella prevenzione. «Vogliamo giocare d'anticipo» spiega Isabelle Clapp. La sua équipe - divisione «food fr beverage» - ha soppres- so il pollo in menù e paninazzi senza limiti geografici bandendo gallinacei valloni, fiamminghi, olandesi, britannici, spagnoli...». E sulla Coca massima vigilanza. «Anche negli uffici vi sfido a scovare la minima traccia di lattine». Da McDonald's la riposta è analoga. Ma i nervi si direbbero a fior di pelle. «Nei 750 McDo francesi, serviamo esclusivamente Coca alla spina. Non vedo perché volerci coinvolgere nello scandalo. Dovreste fornire informazioni v-e-re!» scandisce Catherine Bachelot dell'ufficio stampa. Analoga frenesia e qualche vittimismo presso Coca Cola France. «I nostri prodotti sono innocui al 100%» martella una responsabile. Voce tesa e stanca, da insonnia notturna. Ammetterà che i centralini sono quasi in tilt. 12 ore. Clienti sospettosi, negozi, intermediari... L'azienda si gioca il nome e i dividendi. Ma nella bufera, l'orgoglio fa capolino. «Commissariati dagli americani? Manno. Nessun inviato speciale da oltreoceano. Solo messaggi email e scambi d'informazioni». Alla Pepsi, dove si presume i manager stappino champagne sulle disavventure altrui, domina in compenso l'aplomb. «Un boom nelle vendite, dice? Non abbiamo ancora precisi riscontri». Gran finale, il Ritz. Un barman incauto confessa il magro bilancio: «1 Coca». Annusando il peraltro inoffensivo scoop, il maitre rettifica: «Non possiamo dirvi nulla». - Nemmeno il prezzo della bottiglia nel vostro hotel? «Chiami gli uffici, però mi stupirei che ve lo comunichino». Infatti. I supermarket promettono di rimborsare i consumatori

Persone citate: Bizzarro, Catherine Bachelot, Isabelle Clapp, Manno, Sartre

Luoghi citati: Belgio, Francia, Mcdonald's, Parigi, Usa