«Vietato pubblicare le foto degli arrestati»

«Vietato pubblicare le foto degli arrestati» La commissione Giustizia approva emendamento, ed è subito polemica nella maggioranza «Vietato pubblicare le foto degli arrestati» Proibite anche le immagini precedenti alle manette ROMA E' vietato pubbblicare o mostrare in tv le immagini di persone arrestate, non solo al momento del fermo, con le manette ai polsi, ma fino al proscioglimento, anche se si trattasse di generiche fotografie di repertorio. E questo il tenore dell'emendamento proposto ieri dal senatore popolare Luigi Follieri e approvato, a sorpresa, dalla commissione Giustizia di palazzo Madama. Col voto del Polo e dei popolari, contrario il resto della maggioranza. E subito con i senatori ds nasce una polemica che finisce per allargarsi al governo e oltre, intorno ai delicati temi della «giustizia spettacolo» e alla «limitazione del diritto di cronaca». I senatori della Quercia infatti si ritrovano subito compatti. Criticano non la finalità, ma la formulazione troppo generica del- l'emedamento che «finisce paradossalmente per vietare troppo e troppo poco». E annunciano che si impegneranno in tutti i modi per modificare la norma nel voto in aula. «E' giusto non rendere pubbliche immagini inutilmente lesive della dignità personale di chiunque e quindi, di chi viene arrestato ma è assurdo imporre il divieto di pubblicare qualsiasi foto», spiega il capo dei senatori della Quercia Cesare Salvi. Alessandro Pardini considera la norma «esagerata»: «Un conto è la giustizia-spettacolo, altro limitare la liberta di informazione», argomenta. Pollice verso anche da parte del governo. Per Giuseppe Ayala, sottosegretario alla Giustizia, il governo sarebbbe stato anche favorevole a proibire la diffusione di foto o riprese tv di persone in manette. Ma sostiene che il vero problema è «la sperequazione fra l'enorme rilievo dato agli episodi di arresto e il totale silenzio al proscioglimento degli imputati» e suggerisce caso mai di «lavorare sulla sensibilizzazione deontologica di tv e giornali». Una deontologia che già c'è, ricordano le associazioni di giornalisti e editori, che pure insorgono contro l'emendamento, che «mette le manette all'informazione» (Fnsi) è un «grave attenta¬ to alla libertà di cronaca» (Ordine dei Giornalisti). Mentre la Fieg considera «paradossale» che chi è colpito da restrizione della libertà personale «finisca per godere di una tutela maggiore di tutti gli altri cittadini». Follieri difende la sua norma «che non vuol affatto mettere il bavaglio all'informazione». A suo parere vieta solo di pubblicare l'immagine della persona privata della libertà personale «in relazione al procedimento in corso». «Si vuole evitare quel che avviene quando una persona è tratta in arresto: in caserma e in questura trova schierati cameramen e fotografi pronti a riprenderli in manette». Un problema, quello delle «gogne cartacee e televisive» che Tiziana Maiolo giudica «scandaloso e scandalistico». «Finalmente viene affrontato», plaude l'ipergarantista azzurra. Soddisfazione analoga l'esprime l'Unione delle Camere Penali, vale a dire gli avvocati, i quali denunciano i «veri e propri spettacoli» organizzati per consentire a fotografi e tv di enfatizzare la cattura. Il caso Tortora non va dimenticato». Il caso Tortora e il caso Carra. Eppure l'ex portavoce di Arnaldo Forlani che del problema ha avuto, per cosi dire un'esperienza di- retta, oggi trova la proposta Follieri «aberrante e esagerata». «Si passa dal giustizialismo all'ipergarantismo», sostiene. Dopo i casi Tortora e Carra una norma vieta agli imputati di comparire in manette in tribunale. Ma che il problema esista ancora al momento dell'arresto lo ammette anche il senatore diessino, nonché avvocato, Guido Calvi. «Il punto è che la norma Follieri estende il divieto a tutta la durata del procedimento e finisce per includere anche le immagini generiche». Mentre quello che va trovato è «un punto di equilibrio» fra diritto di cronaca e diritto all'onorabilità» del cittadino. «Altrimenti si arriva al paradosso di un politico imputato che non può nemmeno partecipare a una campagna elettorale. Come è accaduto anche ultimamente», [m. g. b.l Polo e Popolari: no alla giustizia spettacolo L'ordine dei giornalisti: si tratta di un grave attentato alla libertà dell'informazione Maiolo: stop alle gogne cartacee e televisive

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