Russia-Nato: accordo sui parà di Anna Zafesova

Russia-Nato: accordo sui parà Russia-Nato: accordo sui parà Sergbeev: definita la struttura di comando Anna Zafesova MOSCA Mentre a Helsinki russi e americani hanno faticosamente trovato una soluzione (dai contenuti ancora sconosciuti) per una collocazione del contingente di Mosca, nel Kossovo il terreno diventa sempre più ostile per i 200 para russi. Ieri un «no» deciso e categorico alla presenza dei russi a Pristina è arrivato dall'Armata per la liberazione del Kossovo. L'Uck vede i militari russi come «forza nemica»: «Non ci sarà pace», ha dichiarato ieri un portavoce dei guerriglieri, «fino a che i russi non avranno abbandonato il Kossovo». Una minaccia aperta. E anche se l'Uck nega di stare progettando operazioni militari contro i para russi, Mosca ovviamente è preoccupata. Il ministro degli Esteri Igor Ivanov, arrivato ieri nella capitale finlandese per negoziare con l'Occidente il ruolo della Russia nel Kossovo, ha chiesto la «demilitarizzazione» al più presto» l'Uck. «E' un obbligo per le forze internazionali», ha detto, «e bisogna occuparsene al più presto». Altrimenti, secondo il capo della diplomazia russa, si andrà incontro a «grossi problemi» e il processo di pace verrà «minacciato». Uno scambio di avvertimenti che non può che complicare la già fragile intesa. I 200 paracadutisti russi per il momento però rimangono nell'aeroporto di Pristina, occupato da loro nei giorni scorsi, e hanno intenzione di rimanerci. E finalmente si sono visti arrivali i rifornimenti: la colonna militare russa con i viveri partita martedì dalla Bosnia è arrivata ieri a Pristina. Per il momento invece non ò previsto un aumento della presenza russa. Anche perchè la Bulgaria e la Romania fino a ieri sera hanno rifiutato il corridoio aereo per il trasporto di un nuovo contingente russo. In mattinata Viktor Cernomyrdin, dopo una serie di telefonate internazionali, aveva annunciato il consenso della Bulgaria. In serata però Sofia ha smentito, e al negoziatore russo non è rimasto che esprìmere il suo sconcerto. In questo clima di incertezza ieri pomeriggio a Helsinki sono cominciati i negoziati tra il ministro della Difesa russo Igor Sergheev e il suo collega americano William Cohen, che hanno forse risolto il problema spinoso del contingente russo nel Kossovo. Il maresciallo russo era sembrato ottimista: «Sono venuto qui per regolare tutte le discordanze». Sergheev ha sottolineato in modo particolare di agire «su ordine del presidente Eltsin»: nei giorni scorsi, dopo il blitz dei para russi nel Kossovo, molti osservatori avevano parlato di un colpo di testa dei militari che, con questa operazione, hanno bypassato il Cremlino. Dopo oltre sei ore di colloquio a Helsinki con il segretario americano alla Difesa, William Cohen, l'inviato di Eltsin ha detto: «Abbiamo raggiunto un accordo sulla struttura di comando dell' operazione di pace con la partecipazione del contin¬ gente militare russo. Inoltre abbiamo praticamente risolto la questione dell'aeroporto di Slatina». I ministri russi erano comunque decisi a giungere a una soluzione entro oggi, quando a Helsinki arriverà anche Madeleine Albrìght per preparare insieme al suo collega russo il vertice Usa-Russia di Colonia. Due soldati russi su un carro armato all'aeroporto di Pristina controllato dal contìngente inviato da Mosca attraverso la Bosnia

Persone citate: Eltsin, Igor Ivanov, Igor Sergheev, Madeleine Albrìght, Sergheev, Viktor Cernomyrdin, William Cohen