Scaffale

Scaffale Scaffale La satira bizantina dei secoli XI- XV, a cura di Roberto Romano (Ut.fit, pp. 692, L. 115 mila). La collana dei Classici greci della Utet ha una sezione espressamente dedicata agli autori bizantini; il che consente talora straordinarie scoperte nell'inesporata miniera di una letteratura in gran parte ignota al lettore italiano. Davvero sorprendente - e godibilissimo - è questo volume dell'editrice torinese, antologia della vis comica - e della rabbia satirica - dell'Impero d'Oriente, attraverso cinque secoli di vita bizantina, raccontati da autori sempre d'estrazione colta, ma spesso curiosi dell'espressione popolare. Un fenomeno analogo a quello che, contemporaneamente, vedeva da noi il fiorire di Cecco Angiolieri, Merlin Cocai, Pietro Aretino. Per non dire di del «Viaggio di Mazaris all'Ade», descrizione d'un aldilà in cui i personaggi della corte bizantina vengono raccontati e giudicati: quasi una «Divina Commedia» sul Bosforo. Le Muse Incollate, di Gian Piero Bona (All'insegna del pesce d'oro, pp. 188, L. 30 mila). Scrittore di romanzi e di molti libri poetici, fra cui «I giorni delusi» (1955), «Agli Dei» (1987), «Gli ospiti nascosti» (1990), «Oscure» (1996), traduttore di Rimbaud, di Barbey d'Aurevilly, di Radiguet, Gian Piero Bona compie un'operazione ben presente alla sua vena di rabdomante che sa estrarre dai classici la loro più segreta natura di contemporanei. Cocci, ovvero frammenti, dei Urici per lo più greci, da Saffo ad Archiloco, con cui il poeta torinese, incollando i suoi versi ad alcuni di quelli dei poeti più amati (giuntici appunto incompleti), «sfida l'impossibilità del vuoto rendendolo possibile». Per Dominila di Sergio Perosino (Aida Edizioni di Firenze, pp. 128, L. 18 mila). Tre uomini e una donna, Marco, Rico, Maurizio e Domi (ossia Domitilla), in una vicenda molto torinese e un po' axpiniana (alla maniera di «Una nuvola d'ira»). Una storia di molti dialoghi, di sentimenti incrociati, di furori mescolati alle contraddizioni sociali e morali degli Anni 60. Romanzo d'esordio di un autore settantaquattrenne, più noto come pittore e come scultore di richiami espressionistici e primitivi, come mostra il recente volume delle sue opere a cura di Antonio Puglisi, pubblicato da Rossano Massacesi (Osimo). Santi sociali In Piemonte di Gian Mario Ricciardi (Priuli &berlucca, pp. 88, L. 35 mila). Argomento tutt'altro che nuovo per un testo che ha soprattutto il pregio di essere leggibile e informato. Un panorama di virtù che pur affondando le sue radici nella straordinaria esperienza di Sant'Eusebio (vescovo a Vercelli nel IV secolo) si appunta più diffusamente su «cronaca, volti e segreti della Chiesa dei poveri» a partire dall'800. Accanto ai santi che tutti sanno, dal Cottolengo a Don Bosco, una ben nutrita schiera di parroci «dal cuore grande» (da Federico Albert a Giovanni Maria Bocca rdo, fondatore a Pancalieri delle suore di San Gaetano), di martiri «per gli altri» come Giuseppe Girotti e don Secondo Pollo, di suore e sante come Enrichetta Dominici, Francesca Rubano, Anna Michelotti, di missionari eccezionali come Callisto Caravario e Guglielmo Massaya. Prefazione di Franco Peradotto, prò vicario generale.

Luoghi citati: Archiloco, Firenze, Osimo, Pancalieri, Piemonte, Vercelli