GLI OCCHI SPECCHIO DELL'ANIMA

GLI OCCHI SPECCHIO DELL'ANIMA GLI OCCHI SPECCHIO DELL'ANIMA SORPRENDENTI ricerche dimostrano che esiste una relazione tra eccitabilità e colore degli occhi: il fatto di avere avere gli occhi chiari o scuri diventa così un valido indice della propria indole, della predisposizione per determinati sport e attività, e addirittura del senso artistico. Gli occhi, l'avremo detto o sentito un sacco di volte, possono essere furbi, tristi, vacui, intelligenti e così via. Non sono semplici modi di dire; la psicologia ha fornito prove convincenti che le intuizioni popolari sono una volta tanto valide. Lo studio della comunicazione non verbale ha permesso di identificare l'espressione che lo sguardo assume quando siamo in collera o abbiamo paura; quando ci sentiamo tristi o felici. Si sa anche che un certo modo di guardare sfuggente, guizzante, incerto, è un indizio che l'interlocutore sta mentendo. La sessuologia ha poi constatato come la dilatazione della pupilla e la luminosità dell'occhio siano chiari segni di interesse e di attrazione. Ma avremmo previsto che basandoci sul solo colore degli occhi, saremmo stati in grado di fare ipotesi molto verosimili sul temperamento, sulle attitudini e addirittura sulle preferenze artistiche di chi ci sta di fronte? Una serie di ricerche sembra indicare che esiste una relazione tra colore dell'iride (la regione colorata dell'occhio) e una particolare disposizione del carattere e del comportamento. La rivista «Development Psychology» riporta l'esito di una ricerca condotta su bambini in età prescolare. Nella prima infanzia uno dei contrassegni più sicuri della timidezza è il colon degli occhi: chi è inibito con buona probabilità ha gli occhi azzurri! Lo studio eseguito dagli psicologi Coplan, Coleman e Rubin dell'Università di Carleton di Ottawa in Canada è la conferma definitiva eli una serie di indagini precedenti. La correlazione scoperta viene meno dopo i 4-5 anni, quando il bambino comincia a frequentare la scuola e ha di conseguenza più contatti con coetanei e adulti. A quel punto, dicono Rubin e Both, lo svantaggio iniziale di chi ha gli occhi chiari viene bilanciato dall'interazione con l'ambiente, rimettendo tutti sullo stesso piano. Altri due ricercatori, Rosenberg e Kagan, ritengono che alla base del rapporto fra occhi celesti e inibizione ci sia un comune substrato biologico. Numerose ricerche sembrano dimostrare la fondatezza di questa ipotesi. Studi paralleli hanno dato prova dell'esistenza negli individui con gli occhi scuri di una maggiore reattività neurofisiologica e mentale; questa condizione li rende più scattanti, dinamici e vivaci rispetto alle persone con l'iride chiara, che appaiono tendenzialmente più pacate e riflessive, ma anche, almeno nei primi anni di vita, meno socievoli e più schive. La causa di queste due diverse predisposizioni pare dipendere da una sostanza presente nel cervello che, in funzione della sua quantità, renderebbe il si¬ stema nervoso più o meno eccitabile. Il suo nome è neuromelanina e si trova anche nell'iride e nella pelle (dove è chiamato melanina o eumelanina) determinando il colorito di questi tessuti. La neuromelanina appare in grado di facilicitare gli scambi nervosi. Il pigmento degli occhi e il suo omologo cerebrale sembrano andare di pari passo: alte concentrazioni di melanina nell'iride (e quindi occhi molto scuri) corrisponderebbero a un elevato livello di neuromelanina (e ad una grande reattività nervosa). L'inverso accadrebbe se gli occhi sono chiari. Una ricerca di Miller, Università di Louisville, sembra dare peso a questa spiegazione: gli individui con gli occhi scuri forniscono in media prestazioni migliori in attività fisiche che richiedono una bassa soglia di reazione, come il pugilato o il giocare in difesa nel football; mentre chi ha gli occhi chiari pare dia il meglio di sè in sport più misurati e di precisione come il bowling o il golf. Lo stato di più alta eccitazione delle persone dagli occhi bruni è una condizione generalizzata che coinvolge non solo la mente, ma l'intero organi- smo. Uno staff di medici coordinato da Friedl ha riferito su «Autonomie Nervous System» il risultato di un esperimento in cui era stata iniettata dell'atropina (un sedativo) a un gruppo di uomini di età tra i 20 e i 30 anni. E' emerso che gli individui reagivano diversamente a seconda del colore degli occhi: chi aveva gli occhi castani subiva un rallentamento del battito del cuore per un intervallo inferiore rispetto a chi possedeva l'iride chiara. Inoltre la ripresa del normale ritmo cardiaco avveniva per questi ultimi con una progressione molto più len¬ ta. Una équipe medica del «Kaiser Permanente Medicai Care Program» di Oakland ha esaminato 1.031 persone che soffrivano di ipertensione e altrettante con livelli medi di pressione. Si è così appurato che gli individui più a rischio di ipertensione (un correlato in genere dell'eccitabilità) avevano in misura statisticamente significativa l'iride di colore bruno. Gli occhi scuri suggeriscono che l'individuo è anche più impressionabile di chi li ha chiari. E' quanto ha dimostrato lo psicologo Markle. Lo studioso ha esposto a scene in tv un rilevante numero di individui di entrambi i sessi. Le immagini riguardavano situazioni neutre, violente, o di accoppiamento fra animali. Le reazioni erano testate con una sorta di macchina della verità. Facendo un confronto fra coloro degli occhi e intensità delle risposte emotive è apparso evidente che chi aveva gli occhi scuri aveva reagito in modo più forte; e, per contro, le iridi celesti erano rimaste più impassibili. Persino il giudizio estetico è connesso al colore degli occhi. Da indagini sulle preferenze per forme e colori si è rilevato come chi ha gli occhi castani o neri tende a prediligere figure simmetriche, oggetti complessi e strutture che presentino un grande numero di angoli. Al contrario, le persone con gli occhi chiari dichiarano un maggiore gradimento per forme più ordinarie, regolari e non sono particolarmente sensibili al colore. Quest'ultimo dato è stato provato da un'altra ricerca di Markle. Lo psicologo aveva sottoposto un gruppo di soggetti al test di Rorsnach (il test in cui vengono mostrate delle macchie di china e viene chiesto cosa ci si vede). Sette tavole del test su 10 sono in bianco e nero e 3 a colori: in generale chi aveva gli occhi chiari vedeva nell'insieme un maggior numero di profili; ma in relazione alle tavole a colori (elaborate proprio per verificare l'effetto dell'emotività), il rapporto si invertiva: erano gli individui con gli occhi scuri a rintracciare il numero più grande di forme. Partendo da queste osservazioni, altri studiosi hanno voluto verificare se queste diversità avessero un rilievo anche in relazione al tipo di trattamento psicologico. Gli studi hanno rivelato che chi ha gli occhi scuri dà risultati migliori con interventi di tipo comportamentale che prevedono una partecipazione più attiva. Chi ha occhi celesti, invece, trae più beneficio da terapie basate sul dialogo e più «cerebrali». Marco Pacori L'azzurro spesso si accompagna alla timidezza, il castano scuro a una forte eccitabilità collegata alla maggior quantità di neuromelanina I.o sguardo rivela. . v • il nostro Io profondo: so i •{ ->rc ridenti' prove scièrt tijìt h e a lavare di una credenza molto radicata nella cultura p< >p< >lare Le ultime ricerche ' psicologiche sembrano indicare tuia correlazione i ìl colore delf iride a ratiere: Uitiidìni é persino erenze.artistiche . Hi LÀSTAK tuttosc I.o sguardo rivela. . v • .il nostro Io profondo: so i •{ ->rc ridenti' prove scièrt tijìt h e a lavare di una credenza molto radicata nella cultura p< >p< >lare GLI OCCHI SPECCHIO DELL'ANIMA Le ultime ricerche ' psicologiche sembrano indicare tuia correlazione i ìl colore delf iride a ratiere: Uitiidìni é persino erenze.artistiche . Hi

Persone citate: Coleman, Kagan, Kaiser, Marco Pacori, Miller, Rosenberg

Luoghi citati: Canada, Oakland