Sulle orme di Kleist e Wedekind cercando il cuore della marionetta di Osvaldo Guerrieri

Sulle orme di Kleist e Wedekind cercando il cuore della marionetta teatro Sulle orme di Kleist e Wedekind cercando il cuore della marionetta MARIONETTA, supermarionetta, automa... Il primo Novecento si è nutrito con voracità di questi termini, ne ha meditato l'uso teatrale abbinandolo al grottesco che gli espressioni ' sti indicavano come possibile via per estrarre dal mondo la parte mostruosa e forse più vera. La marionetta e i suoi derivati sembravano la sola eredità romantica che gli sperimentatori del '900 parevano voler accettare. Ai loro occhi era l'unico mezzo con cui si riusciva a superare il limite fisico dell'attore, a creare la metafisica del doppio. Questa intuizione e questo sconvolgimento poetico investirono soprattutto l'area germanica. Dal ceppo di Kleist, considerato un autentico profeta, germogliarono autori nuovi che, pur senza realizzare dpuppenspiele, ne utilizzarono almeno i! concetto: Wedekind per esempio, e soprattutto Schnitzler. Essi cercarono di spersonalizzare il personaggio e di portarlo sulla soglia di una «verità* che aveva perduto per strada naturalismo e verismo. Naturalmente la materia è vasta e intricata, si spinge fino al cuore del cabaret. Se leggiamo il saggio della Grazioli, le scoperte saranno multiple e succose. Osvaldo Guerrieri LO SPECCHIO GROTTESCO Cristina Grazioli Esedra pp.294 L 36.000

Persone citate: Cristina Grazioli, Grazioli, Schnitzler, Wedekind