TIRIAMO A CAMPARE CON L'EPURAZIONE di Angelo D'orsi

TIRIAMO A CAMPARE CON L'EPURAZIONE TIRIAMO A CAMPARE CON L'EPURAZIONE E d i dbli i HI era quel defunto senatore del regno, incappato nei rigori della legge sull'epurazione, e del quale gli eredi chiedevano con forza la postuma reintegrazione Isi suppone ai fini di reversibilità pensionistica e di mantenimento di status familiare!, testimoniando come egli fosse «non fascista, non fanatico, d'animo mite e generoso» che sempre era mo mite e generoso che sempre era intervenuto a difendere i deboli e i perseguitati, contribuendo ad attenuare i rigori della legge o a placare le ire degli estremisti del manganello nei confronti degli antifascisti? Difficile a credersi, ma si trattava di Arturo Bocchini, l'onnipotente capo della polizia, a lungo fu l'uomo più temuto d'Italia, dopo Mussolini; un uomo sulle cui spalle gravavano tremende responsabilità, per il ruolo da lui svolto nell'Oliera di Vigilanza e Repressione Antifascista (donde, probabilmente, la sigla Ovra, della polizia segreta fascista). Caso paradossale, ma tutt'altro che isolato come ci dii di i fli mostra con dovizia di esempi, felicemente cuciti tra loro, il libro di Romano Canosa, un magistrato con la passione della storia; libro che pur fondandosi su una consistente massa documentaria di prima mano, ha comunque un taglio divulgativo: due caratteristiche che potrebbero renderlo bene accetto sia agli studiosi, sia ai politici di professione, sempre paurosamente carenti hi fatto di elementare informazione storica, sia infine ai comuni cittadini che vogliono «saperne di più». Naturalmente su molti giudizi vi sarebbe da eccepire (a partire da quello di fondo per cui il fascismo «godè di un consenso di massa»), e su diversi punti la conoscenza del dibattito storiografico da parte dell'autore si mostra non adeguata. Ma non si tratta di un libro scientifico, come per esempio l'eccellente lavoro del tedesco Woller sull'epurazione edito dal Mulino (da noi già recensito su queste colonne). Tesi di fondo di Canosa è che le strutture giuridico-amministrative deputate all'esecuzione delle direttive generali andarono assai sovente ben al di là dei loro compiti tecnici; anzi nella loro apparente e passiva subordinazione agi: imperativi del potere legislativo tali strutture finirono per esercitare una propria politica dell'epurazione, perlopiù diversa se non contrastante rispetto alle norme approvate dai poteri costituiti. Una sorta di aspecifica ma forte e alla fine vincente resistenza esercitata dall'interno dei meccanismi di funzionamento del Paese, in una continuità alla fin fine invincibile all'insegna del «tiriamo a campare», e così via. E, cionondimeno, secondo l'autore, pur negli squilibri e nelle frequenti iniquità delle sanzioni (a chi troppo, e, soprattutto, a chi troppo poco), una epurazione ci fu, e fu comunque un modo per chiudere l'amaro capitolo della vicenda mussoliniana. Angelo d'Orsi STORIA DELL'EPURAZIONER. Canosa Baldini & Conoidi pp X-46S L 38000

Persone citate: Arturo Bocchini, Baldini, Canosa, Mulino, Mussolini, Romano Canosa, Woller

Luoghi citati: Italia