FOIS: TRA LA DISCOTECA E LA GUERRA PARTIGIANA

FOIS: TRA LA DISCOTECA E LA GUERRA PARTIGIANA FOIS: TRA LA DISCOTECA E LA GUERRA PARTIGIANA EtpaeritnMm E risposte, finalmente, sono arrivate. Dopo anni di dignitoso limbo produttivo, Marcello Fois sembra aver concupito gli interessi degli editori maggiori, con Einaudi che ristampa e vedrà concludere la tetralogia sulla Sardegna contemporanea iniziata con Ferro recente e Meglio morti, e Frassinelli che ha messo in moto un altro quadrifoglio isolano improntato sulla figura narrativo all'insegna dell'Ottocento isolano, improntato sulla figura dell'avvocato Bustianu di Sempre caro. In mezzo, il Fois «occasionale», quello marcatamente letterario o memoriale, che vaga con l'ispirazione dall'arte alla poesia, dal diario esistenziale al ricordo, e chi; ora ci consegna ernesto nebbioso - in senso letterale - racconto a più voci che in America dato lo stesso soggetto - sarebbe certo stato un peso massimo da seicento pagine. La sfida non è delle più facili, in quanto riassumere cinquanl'anni di Storia - dal 1945 al '95 - sulla base di due episodi tra di loro agli antipodi, è 'i d Sfd è un'impresa azzardata. Sfiorando la concisione di un Bignami - ma con parecchi guizzi d'autore in più Fois ha vmto con sicurezza la sua scommessa, mostrandosi ancora una volta in grado di sminuzzare il linguaggio per farne immagine, di usare poche, calibrate parole per definire un destino, lasciando al lettore il compito - o il piacere un po' inconsueto - di ricostruirne lo scenario adatto - con dialoghi, ambienti e comparse - mentre il racconto scorre e si fa mitologia del tem|x> e degli uomini. Certo, è tutto un rincorrersi di fatti e di momenti determinanti in attesa dell'incontro finale nel mistero, e si è costretti comunque a cercare le certezze fino all'ultima pagina, dove tutto si compie, dove ogni vita si risolve e si esilia nella lattiginosa magia della nebbia. Poiché è la nebbi3 la vera protagonista della fabula di Fois: grassa e pesante, bifida e complice, raccoglie in sé ogni cosa, e può accadere che, in un giorno infausto del '95, di ritorno da una discoteca della riviera, tre ragazzi destinati a far numero nella guerra delle stragi del sabato, incrocino la bicicletta preistorica di Ersilia, che nella nebbia pedala per raggiungere i suoi compagni Tunin e Salvatore - in procinto di preparare un'azione partigiana contro i tedeschi in disanno. Salvo il fatto che Ersilia preme sui pedali nell'anno di grazia 1945. Chi torce il naso valutando la forzatura fantastica si ricrederà, poiché il racconto - un incastro continuo e ininterrotto di momenti essenziali - dà luce ad un visione quasi poetica del destino, che permette a un gruppo di giovani di generazioni diverse, fatalmente rapiti dalla morte, di ritrovarsi in un limbo di non-vita in cui si raccolgono tutte le memorie e i dolori. L'incontro, dicevamo, avverrà in un rapido flash finale, e allora Gino, Sonia e Rossella avranno già perso il controllo dell'auto, Ersilia sarà stata falciata da una raffica dei tedeschi che l'hanno pedinata nella nebbia, Tunin e Salvatore pagheranno con la vita i loro esuberanti aneliti di liberta. Ma, al di là del mistero e dello simbologie, ci sono scorsi davanti agli occhi cinquantanni di storia italiana - nel gmino raccolto della nebbiosità emiliana - con la guerra in casa, il tedesco ucciso per errore, le lotte per rompere gli argini e allagare i terreni tra Veneto e Emilia, la storia della famiglia di Rossella col padre morto sull Italicus senza conoscere la figlia, fino all'inconsistenza di moni più recenti e inutili, quelle da discoteca, coi giovani conUdini della «bassa» eqtupaggiati di auto veloce, cellulare e carte di credito. Ma il viaggio dei tre amici di oggi è anche un pellegrinaggio in memoria di Roby, ex-ragazzo di Rossella anch'egli defunto in incidente poco prima di salutare la sua gioventù paesana e partire per un lavoro in Arabia Saudita. Più che una Spoon River storico-nazionalistica, il racconto di Fois è un apologo in omaggio alla memoria di chi si è smarrito, prima ancora che nella nebbia, in un destmo troppo breve, ardimentoso o assurdamente fatuo non importa. Nella sua largheggiante coralità dilatata nei decenni, con tutte le dignitose e bizzarre caratteristiche umane che ne fanno parte, si può leggere come una moderna fiaba derivata da remote credenze popolari, così che i destali siano sempre imprescindibili e arcani, e la morte solo un passo di troppo per diventare invisibili in quella coltre che tutto avvolge e - nel silenzio dei tempi - tutto racconta. Sergio Perrt GAP Marcello Fois Frassmelli pp. 159 L. 20 000

Persone citate: Bignami, Einaudi, Fois, Frassinelli, Marcello Fois, Sergio Perrt

Luoghi citati: America, Arabia Saudita, Emilia, Sardegna, Veneto