BALZAC : NON TRAMONTA LA COMMEDIA UMANA

BALZAC : NON TRAMONTA LA COMMEDIA UMANA BALZAC : NON TRAMONTA LA COMMEDIA UMANA Un affascinante, inesauribile ipertesto L paradosso è lampante: Balzac è per tutti, senza limitazioni o distinguo, un grande, forse in assoluto, il più grande romanziere, e l'aggettivo balzachiano ha spesso, e proprio quando viene applicato al romanzo, una connotazione peggiorativa. Colpa dei nouveax romanciers che negli Anni Cinquanta, convinti che il romanzo dovesse diventare 1'«avventura di una scrittura», hanno chiamato balzachiano quello tradizionale da loro considerato mera «scrittura di un'avventura» e l'hanno assunto come modello negativo su cui costruire, per contrasto, la loro poetica fatta soprattutto di rifiuti: del personaggio, della trama, delle convenzioni realiste, dei significati psicologici, ideologici e morali, dell'onniscienza del romanziere e delle certezze su cui riposava la sua visione del mondo. Ma colpa anche di tutti quelli che, nel secolo che era già passato dalla morte dello scrittore, avevano sentito il bisogno di snaturarlo per potergli manifestare il loro con¬ senso^ cominciare da Hugo, che nel vibrante elogio funebre al cimitero del Père-Lachaise - «A sua insaputa, lo voglia o no, consenziente o no, l'autore di quest'opera immensa e strana, è della forte razza degli scrittori rivoluzionari» - lo aveva riscattato dal conservatorismo e dal legittimismo che aveva coerentemente Frefessalo nella vita come nelopera, per finire con la critica marxista che ne ha fatto un oggetto privilegiato di studio sostenendo che quella da lui fornita non era «una visione borghese del mondo reale, ma una visione reale del mondo borghese». E qualche responsabilità hanno anche coloro che - dai simbolisti ai surrealisti, ugualmente disgustati dalla piattezza e dall'ovvietà dei libri che raccontano che «la marchesa uscì alle cinque» per fare la guerra al romanzo l'hanno fatta al suo indiscusso (e innocente) campione Balzac, coloro che, contrapponendo a un Balzac simbolo della tradizione un Flaubert inventore della modernità, hanno concepito le reiterate crisi del romanzo come sempre più maturi e consapevoli distacchi dal modello balzachiano; coloro che nel grandioso, animatissimo affresco della Commedia umana sono andati a cercare aporie tanto inevitabili quanto irrilevanti e, in un'opera che voleva essere il fedele specchio rivelatore della società francese dalla Rivoluzione alla Monarchia di Luglio, hanno mostrato fastidio o ironica benevolenza per convinzioni e credenze (la fisiognomica, il mesmerismo) che con quella società lo scrittore condivideva e per gli stessi principi - l'analogia tra specie sociali e specie zoologiche, la distinzione tra tipo e individuo, la fiducia nella conoscibilità del reale e la conseguente ambizione pedagogica - su cui aveva basato la sua titanica impresa di rappresentazione e decifrazione. E' vero che tutte queste critiche non hanno sottratto a Balzac neppure un lettore e che, nella stona del romanzo moderno e contemporaneo, ad ogni rifiuto del modello narrativo che a lui per convenzione si fa risalire sono puntualmente seguiti dei ritorni, a volte anche anacronistici e velleitari, a Balzac. Una cosa soprattutto queste osculazioni della moda e del gusto hanno insegnato: che di Balzac si può e si deve, col mutare della realtà e dell'atteggiamento che verso di essa sente di dover assumere la letteratura, fare diverso, ma che finora nessuno o quasi è riuscito a fare meglio. Cosi Balzac arriva al suo secondo centenario col prestigio di un classico ancora ben lontano dall'aver esaurito la sua attualità. Attuale non è certo il datarissimo mondo che rappresenta, ma tuttora moderna è la macchina narrativa che ha saputo inventare per immortalarlo. Non a caso, Michel Butor l'ha chiamata mobile, come quelle sculture aeree a cui Calder cent'anni dopo ha donato, col movimento, il soffio e le infinite mutevoli forme della vita. Moderna e, nella varietà e spesso nella contraddittorietà degli aspetti, dei toni e dei temi che comporta, non ancora pienamente conosciuta. L'opera di Balzac è cosi vasta e molteplice che non soltanto sfugge ad una comprensione globale, ma consente tutte le possibili letture che si collocano tra i due opposti estremi del realismo e della visionarietà. Sfugge anche, il più delle volte, a una completa conoscenza. Balzac non ha soltanto scritto - ad escludere opere giovanili, Contes drolatiques e teatro - ottantotto romanzi; ne ha concepito e in larga misura realizzato imo che tutti li comprende. Conoscere Balzac non vuol dire aver letto un numero più o meno consistente di quei romanzi, anche se scelti con la debita oculatezza; a rigore non vuol dire neppure averli letti tutti, se la lettura di ciascuno non basta a integrarlo nel più vasto insieme di una Commedia umana in cui ad agire non sono più un padre affettuoso, una zitella inacidita, un lestofante dai mille volti o un provinciale deciso a far fortuna, ma, attraverso le loro infinite incarnazioni possibili, l'intelligenza, le passioni, l'inesorabile potere del denaro. Prima che un problema critico e interpretativo, quello di come leggere Balzac e dunque ancora oggi un problema operativo. Se l'è posto Butor nei tre volumi di Improvisations sur Balzac (Ed. de la Différence) che ha pubblicato per questo secondo centenario, scegliendo di entrare nella «cattedrale incompiuta» della Commedia umana per la porta privilegiata della Pelle di zigrino e di visitarla seguendo prima la pista dei romanzi che Balzac ha chiamato filosofici e poi gli itinerari tematici di Parigi e della donna. E se lo pone ogni lettore consapevole, i1 quale da adesso, utilizzando una delle edizioni in cdrom ormai in commercio, potrà sperimentare l'efficacia della lettura interattiva e affrontare la Commedia umana per quello che effettivamente è: un affascinante, inesauribile ipertesto. Giovanni Bogtiolo Moaernissimaè : macchina narrativa, lecernele sculture di Calder Un'opera che consente fotte le possibili letture, trai due opposti: realismo e visionarietà Arriva al secondo centenario col prestigio di un classico che non ha ancora esaurito la sua attualità A e o e a a e ui e a, n a, e o e a è di e o Arriva centendi un cha ancla sua per quessceglienddrale incdia umanta della visitarla dei romanto filosotematici se lo ponle, i1 qudo unrom trà deaIstite ZeOPERdiletA. BeG. A. 10scdconjpaginantpremil. KAUFra S(Sceltdi MaLa sc( FurioP Milli»

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