Chiose a Shakespeare riletto con Ungaretti e Bonnefoy

Chiose a Shakespeare riletto con Ungaretti e Bonnefoy POESIA Chiose a Shakespeare riletto con Ungaretti e Bonnefoy fri N varco da lontano», tanto basta - nel morso della memoria - alla poesia shakespeariana per I tornare "in bis fiery race" - e sempre levarsi, i "mounted on the wihd", vivente slancio di 3tJ memoria "che rompa la cecità* dell'evento: "Shakespeare ha sido mi destino". Carlo Ossola conclude così, intarsio di citazioni in un tessuto linguistico per iniziati, la sua introduzione ai Quaranta sonetti di William Shakespeare nella traduzione di Yves Bonnefoy con la versione italiana di Giuseppe Ungaretti. Puro godimento dev'essere stato per Ito, e lo è per noi, girovagare tra i testi di «tanta poesia» che da Shakespeare a Ungaretti a Bonnefoy si trasforma restando la stessa. La «piccola chiosa» di Ossola, così la definisce, è tutta tesa alla densità. Delle 40 traduzioni di Bonnefoy 14 sono state realizzate espressamente per questa edizione einaudiana e ancora inedite in Francia «prezioso dono di generosità e dilezione del lettore italiano". Mentre per Ungaretti è stato utilizzato il testo del 1967, rispetto alla princeps del '46 passato attraverso la ripresa del 1956. «Affascinante processo testuale», scrive Ossola, di cui promette di fornire in altra sede «ragione critica». (g.b.! QUARANTA SONETTI William Shakespeare I Inaudj ).88 24.000

Luoghi citati: Francia, Ossola