Edith, la peccatrice santa di Enrico Benedetto

Edith, la peccatrice santa Parigi, le sorprese di una biografìa parallela: la cantante e la mistica Edith, la peccatrice santa La Piaf era devotissima di Thérèse Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI wtIOCE divina, esistenza \ f peccaminosa. Era la cro1/ ce di Edith Piaf. Ma 26 f anni dopo la sua scom-J-J parsa, una voluminosa monografia (652 paginel) santifica a sorpresa il mito. Anzi, osa l'inosabile tracciando un parallelo con Teresa di Lisieux. La Francia venerava finora in Edith una sacerdotessa laica, sacrificatasi per quell'unico Dio l'Ameore - cui attingeva forza. Ebbene, ora scopre la Piaf in preghiera, le giaculatorie, una morte con Gesù sulle labbra e l'insospettabile devozione per Teresa. E dire che 1' 11 ottobre '63, per i funerali, le rifiutarono la Messa. «L'Osservatore Romano» scrisse che era una «peccatrice notoria». E l'autorevole precedente della Maddalena non indusse alla prudenza il clero francese. Nessuna cerimonia religiosa funebre. Solo un piccolo exploit di personale di tal monsignor Martin, che al Pére Lachai8e benedisse il feretro spiegando: «Edith mi salvò dal suicidio, restituendomi la fede». Una dichiarazione-bomba, ma i reporter, alle prese con due milioni di persone in lacrime lungo il percorso, l'annegarono in cronache fiume. E la «pia» Edith Piaf rientrò nella clandestinità. Ne esce oggi, con scalpore. La scrittrice Jacqueline Carrier e Hugues Vassal (fotografo e amico di sempre) le dedicano presso le edizioni «Anne Carrière» un «Edith et Thérèse» inseguendo il filo religioso attraverso una vita sulfurea sin dai primi vagiti. Perché la Piaf nacque in strada, nella popolosa Bclleville, lo stesso quartiere multietnico in cui Daniel Pen- nac ambienterà «La famiglia Malaussène». Mamma italiana, cantante sciupauomini. Eclissatasi poco dopo la sua nascita, l'affidò alla nonna che gestiva un bordello. Dove, peraltro - c'informa la coautrice - la devozione religiosa era particolarmente viva. Il che spiega il pellegrinaggio a Lisieux nella speranza Thérèse - spentasi giovanissima nel 1897 - guarisca la piccola Edith, ritrovatasi a 4 anni semicieca. Miracolo: la futura interprete di «Non, je ne regrette rien» ritrova la vista. E' da allora, apprendiamo, che Teresa diviene la sua intermediaria con Dio. La pregava ogni giorno. E non smetterà mai. Comprò «Storia di un'anima», il suo best-seller, meditandone le massime. Gliela trove¬ ranno sul comodino, post mortem. Jacquelin Carrier descrive i suoi periodici viaggi top secret a Lisieux dribblando i fotografi. Dal ritiro spirituale emergeva una Piaf meno angosciata. Per qualche ora. In assenza di catechismo e pratica domenicale, Edith s'improvvisò ima religione sua: la Teresalatria. Se v'incluse Gesù, era per farle piacere. Eppure il misticismo della Santa, quel suo darsi in sposa a Dio, ricordava pericolosamente la sua passione fatale e divoratrice verso gli uomini. La Piaf, ricordiamolo, ne passò in rassegna parecchi. Ma uno per volta. Monogamica a ripetizione, la Piaf invidiava Thérèse per la bella costanza. Le univa, inoltre, la malattia. Tubercolosi per la Santa di Lisieux, patologie multiple nella «rondine parigina» i cui gorgheggi popolarono il dopoguerra. Le accomunava anche il dolore psichico. In assenza di rivelazioni ultraterrene, la Piaf sprofondò in deliri da psicojr* farmaci, alcol, droga. «E' la sofferenza che dà valore alle cose», frase mutuata da Teresa, incarna il destino Piaf. Che volle chiudere gli occhi stringendo una croce, Teresa e il coniglio di pelouche, incorreggibile bambina cinquantenne. Non basta per la canonizzazione. Ma ripercorrendo con il senno di poi lo sterminato canzoniere Piaf, si rimane sorpresi nel vedere come l'approccio fede - ancorché minoritario abbondi. Chiesuole montane, Vergini, invocazioni varie. La più celebre: «Mon Dieu, lasciami ancora un poco il mio amante». In Teresa, Dio surrogò l'uomo. Ma il suo alter ego Edith tendeva a ricordarsi del primo solo quando latitavano i secondi. Controprova: da Yves Montand in poi, li divinizzò tutti. a 6 a a a . n a e r , a e o, rdi il f Edith Piai, la cantante simbolo della sua generazione, a cui furono negati i funerali religiosi era in realtà devotissima di santa Teresa di Lisieux. In alto a destra la mistica rtiaDuqppT Edith Piai, la cantante simbolo della sua generazione, a cui furono negati i funerali religiosi era in realtà devotissima di santa Teresa di Lisieux. In alto a destra la mistica

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