Amato: manovra da 16-17 mila miliardi di Lepri

Amato: manovra da 16-17 mila miliardi Oggi via libera al Tfr nei fondi pensione. Minori garanzie nello Statuto dei lavoratori? Amato: manovra da 16-17 mila miliardi Le tasse caleranno, soltanto tagli Stelano Lepri ROMA Sarà di 16-17 mila miliardi la manovra economica por il 2000, tutta di tagli alle spese; lo tasse diminuiranno, con il gja molte volto promosso sgravio dell'Irpef, di circa tremila miliardi, o forse con l'Iva dimozzata sull'edilizia. Arrivati finalmente i numeri che aspettava, il ministro del Tesoro Giuliano Amato li ha subito rivelati nell'aula della Camera. Cosi si è anche tolto la soddisfazione di dimostrare «infondate», come aveva promesso sabato, le indiscrezioni apparse sui giornali. I.a cifra è più alta del previsto perché gli impegni europoi vanno rispettati nonostante la minor crescita dell'economia. DOVE I TAGLI. Sulle pensioni al momento non è provisto nulla, perché la maggioranza è divisa e il no dei sindacati pare inflessibile; i tagli, colpiranno gli enti locali, che nel '99 stanno spendendo più del dovuto, due grandi aziende pubbliche fortemente sospette di sprechi come le Ferrovie, lo Poste, poi l'Arias, forse la sanità. Le (non facili) decisioni su corno tagliare vorranno prese a settembre, con la stesura della legge finanziaria. Il documento che il governo approverà a fine mese, il «Dpef'», conterrà solo le linee programmatiche di politica economica, che però Amato vuole rendere più precise che in [lassato. FARE E NON DIRE, «l'or il Mezzogiorno _ spiega troppo volte ò dotto 'si farà' o non si è fatto. Ho chiesto di indicare nel Dpef un numero limitato di progotti, ad esempio 15, corno strado che mancano, acqua e elettricità che non arrivano, formazione di qualifiche che diano un lavoro e non costringano per esempio ad aprire un negozio di parrucchiere dove nessuno entra semplicemente perché c'erano dei formatori di parrucchieri che bisognava pagare e allora si sono fatti i corsi di formazione por parrucchieri. Quindici progotti che il govèrno assuma di condurre in porto entro un dato tempo, con trimestrale verifica in Parlamento»! LAVORO. Per creare nuova occupazione Amato conta su una maggiore elasticità dello norme, senza irritare i sindacati: «non c'è motivo perché la flessibilizzazione sia una clava impugnata contro il mondo del lavoro». Una idea che circola ò sospendere l'applicazione dolio maggiori garanzie previsto dallo Statuto dei lavoratori nelle aziende sopra i 15 dipendenti, qualora una azienda superi la soglia con nuove assunzioni. Di sicuro si studiano nonne per estendere lavoro a tempo determinato, lavoro «in affitto», lavoro a tempo parziale. PREVIDENZA. Di sicuro la manovra 2000 non conterrà modifiche al sistema previdenziale. L'ipotesi di anticipare all'anno prossimo la verifica prevista per il 2001 non è morta del tutto, resta por il momento accantonata. Amato ha esaminato l'idea di aprire intanto un maggiore spazio alla previdenza integrativa, riduccndo i contributi obbligatori all'Inps (e proporzionalmente le future prestazioni); ma prima che arrivasse a diventare una proposta formale, molti no l'hanno bloccata. Il dissenso è anche all'interno del ministero del Tesoro. L'Unità di oggi pubblica un articolo del sottosegretario Laura Pennacchi (ds), dove tra l'altro si respinge il suggerimento del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio di affrontare la riforma previdenziale con «larghe intese» tra maggioranza e opposizione. Secondo la Pennacchi, un massiccio spostamento di risorse verso una previdenza a capitalizzazione privata sarebbe socialmente iniquo c per di più costoso per la finanza pubblica. TFR E FONDI PENSIONE. Su una differente misura di «privatizzazione» della previdenza il governo è invoce d'accordo: sarà approvato oggi il decreto che consentirà di trasformare il Tfr (liquidazione) in titoli dell'azienda da cui il lavoratore dipende, con accordi sindacali. In pratica si porta alla luce del sole la funzio ne di finanziamento delle aziende che il Tfr ha sempre avuto, con possibilità di maggiore rendimento e di uso per fondi pensione. In cambio le imprese riceveranno ampi benefici fiscali, con un tetto di spesa di 100 miliardi l'anno. PERCHÉ QUEI NUMERI. Senza interventi il deficit pubblico 2000 sarebbe del 2,2% rispetto al prodotto lordo: ben sotto al 3% di Maastricht, ma eccessivo per un Paese ad alto debito come l'Italia. Il governo aveva avuto la tentazione di ritoccare all'1,8% l'obiettivo; dopo le obiezioni di Bruxelles e Francoforte ha deciso di confermare 1' 1,5%. La differenza è 0,7%; per sicurezza, il ministro del Tesoro propone una manovra dello 0,8%, che rispetto a un prodotto lordo 2000 di 2.200.000 miliardi equivale a circa 17.000. UNDICP ANNI DI FINANZIARIE ECCO L'AMMONTARE DEGLI INTERVENTI DECISI NEGLI ULTIMI 11 ANNI DAI VARI ESECUTIVI GOVERNI FINANZIARIA MANOVRA MANOVRA BIS ANDREOTTI6 IM1 48.000 24.500 ANDREOTTI7 1992 99.800 23.000 AMATO 1993 93.800 12.800 CIAMPI 1994 32.400 8.000 BERLUSCONI 1998 80.000 21.000 DINI 1996 32.300 10.000 PRODI 1997 62.500 18.800 PRODI 1998 28.000 PRODI-D'ALEMA 1999 14.700 D'ALEMA 2000 17.000 TOTALE 435.200 117.800 Giuliano Amato

Persone citate: Antonio Fazio, Arias, D'alema, Giuliano Amato, Laura Pennacchi

Luoghi citati: Bruxelles, Francoforte, Italia, Roma