Fine delle torture per le galline ovaiole

Fine delle torture per le galline ovaiole Da ieri è realtà anche la carne col marchio biologico, dalla dieta delle mucche escluse le farine animali Fine delle torture per le galline ovaiole Nuove norme per gli allevamenti, gabbie più grandi ROMA Si avvicina la «libertà» per le galline ovaiole: dal 2011 saranno fuori legge nell'Ufi tutte le gabbie da batteria convenzionali, quelle in cui lo spazio è grande come un foglio di quaderno. L'accordo è stato raggiunto ieri dal Consiglio dei ministri Ue. Dal 2002 lo spazio aumenterà da 450 centimetri quadrati a 550, per porre fine a questo sistema di allevamento il 31 dicembre del 2011. Dal 2003 non sarà più permessa la presenza di gabbie di batteria nei nuovi allevamenti. Rimarranno legali le «gabbie arricchite», in cui le galline dovranno avere a disposizione trespolo, nido, un'area con lettiera per i bagni di polvere e un dispositivo che permetta di raspare. Negli Usa una gallina in batteria ha a disposizione 310 cmq. «E' una vittoria storica per cui abbiamo lottato con tutte le forze dice Adolfo Sandolini della Lav - e anche se perfettibile il compromesso stabilisce la fine del più antico e crudele sistema di allevamento intensivo, e un impegno per migliorare le condizioni degli animali». Gli agricoltori italiani, comun- que, ricordano che non c'è legame tra le condizioni di allevamento delle galline e la salubrità dei prodotti. E' la reazione del mondo agricolo (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) alla decisione Ue. «L'Italia ha tenuto nel negoziato una posizione equilibrata - sottolinea il ministro dèlie Risorse agricole, Paolo De Castro - sostenendo la proibizione a termine del sistema di allevamento in gabbie a batteria e la necessità di anticiparne il divieto definitivo, previsto nel 2017». Dal gennaio 2002 per i nuovi allevamenti sono previsti neU'Ue sistemi alternativi: da grandi voliere a terra con 9 galline per mq di superficie, a speciali gabbie con uno spazio minimo per gallina di 750 cmq dove sarà installato un nido per deporre le uova, una lettiera che consenta ai volatili di becchettare e razzolare, posatoi con 15 era per volatile. Negli allevamenti italiani ci sono 42 milioni di galline ovaiole, per una produzione di 12 miliardi di uova con un valore di 1800 miliardi. Il settore occupa 25 mila addetti e consuma annualmente 3500 tonnellate di mais e mille di soia. Da ieri anche la carne con il marchio biologico, targata Ue, è una realtà. 115 ministri dell'Agricoltura hanno varato regole comuni per produrre in Europa non solo il pomodoro, la carota e la patata privi di concimi chimici, ma anche il pollo, la fettina di manzo e di maiale, il cosciotto d'agnello e di capretto fino al miele. Da 8 anni si attendeva nell'Ue il varo di un quadro normativo per le produzioni biologiche. Per avvalersi del marchio biologico Ue gli allevatori devono rispettare regole rigide che vanno nel modo di alimentare e di curare gli animali, tenendo conto della protezione dell'ambiente. La loro dieta deve essere selezionata e sono escluse le farine animali, i mangimi vanno preparati senza far uso di solventi chimici, anche foraggio o leguminose dovranno essere di origine biologica. Sono esclusi organismi geneticamente modificati. La somministrazione di farmaci di sintesi è regolamentata in caso di malattia, non si può fare ricorso agli antibiotici per accelerare la crescita. Il nuovo regolamento fissa anche l'età minima per la macellazione degli animali e le loro condizioni. Non possono essere legati o chiusi in gabbie, e ogni ricovero non può contenerne più di un numero specifico di capi fissati dall'Ile, (p. poi] vivono in uno spazio piccolo come un foglio di quaderno, dal 2011 al bando le «batterie» La Ue ha riscritto ' le regole per l'allevamento del polli

Persone citate: Adolfo Sandolini, Paolo De Castro

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma, Usa