A Bologna

A Bologna A Bologna Prodiper la Bartolini Marisa Ostolani corrispondente da BOLOGNA Primo: resistere. Almeno fino al 27 giugno. Poi, nella Quercia di Bologna verrà la resa dei conti. Cadranno delle teste per quel 13% in meno di voti lasciati sul campo domenica dai Ds: 40 mila i non votanti, circa 7000 le schede senza voto. Ma prima di discutere di dimissioni, l'imperativo è reagire per non cedere al centrodestra il governo della ex città simbolo della sinistra. La frana dei Ds, scesi al 25,3%, minimo storico, ha reso inevitabile il ballottaggio tra Silvia Bartolini, la candidata sindaco del centrosinistra, e Giorgia Guazzaloca, il presidente dell'Ascom, sostenuto dal centrodestra. La prima partita si è chiusa sul 46,6% contro il 41,5%, con uno scarto di circa 13 mila voti a favore della Bartolini che aggiunge, al totale delle Uste collegate, una sua «dote» di 12.622 voli. «La colpa non è certo di Silvia», ammette il segretario della Quercia Alessandro Ramazza, principale imputato per la sconfitta di domenica. Dice: «A Bologna c'è più di un'incrinatura. Non abbiamo saputo cogliere il cambiamento». Oggi, la coalizione di centrosinistra si riunirà per definire le strategie di questi quindici giorni di fuoco. Tema caldo: l'apparentamento con la usta di Rifondazione comunista che, nonostante il calo a favore del partito di Cossutta, ha un patrimonio di voti del 5 per cento. L'ipotesi è osteggiata dai democratici, intenzionati a far pesare il loro 11,5 per cento. «Non ci sono le condizioni per un'alleanza organica con il Prc», dice Flavio Delbono, capolista dell'Asinelio che ha conquistato il più alto numero di preferenze del centro sinistra: 1637, contro le 987 di Ramazza. Si teme che uno spostamento a sinistra possa far perdere più voti al centro. Il segretario della Quercia è cauto: «I voti di Rifondazione non possono essere trascurati, anche se la priorità è l'unità della coalizione». Silvia Bartolini è ottimista. «Mi rivolgerò a chi si è astenuto o ha votato scheda bianca. Posso rappresentare la loro richiesta di cambiamento». La giovane candidata può contare sul sostegno di Prodi. Per Guazzaloca la gara è più difficile. Anche se intercettasse i voti delle piccole liste di centro non apparentate non sfonderebbe il muro del 50 per cento. B presidente dell'Ascom, la cui lista civica è ora il quarto partito della città con il 15,6 per cento, non si scoraggia: «Per merito mio Bologna si è scongelata. Il voto al ballottaggio è più libero. E il 27 giugno è un'occasione storica».

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