Schumi: «Scusate, rimedierò in Francia»

Schumi: «Scusate, rimedierò in Francia» FI, il ferrarista ricorda come un incubo il muretto del Canada ma promette riscatto a Magny Cours Schumi: «Scusate, rimedierò in Francia» Lo strano caso di Irvine: bravo, ma non serve a Michael Cristiano Chlavegato inviato a MONTREAL «Benvenuti in Quebec». Era scrìtto sul muretto contro il quale si sono infrante le vetture di Hill Schumacher, Villeneuve e Zohta. Quest'ultimo ha perlomeno cercato di trarre un buon auspicio dall'incidente: il giovane brasiliano della Bar può sperare in un futuro vincente, visto che i suoi compagni di disavventura sono tutti campioni del mondo. Una vera trappola, quel passaggio nel circuito dell'isola di Notre Dame. Una chicane sulla quale si arriva a 300 km orari: poi si deve frenare al massimo, passando in un istante (dopo aver scalato dalla sesta alla seconda marcia) a circa 85 km orari. Per affrontare questa strettoia, bisogna mantenere una traiettoria perfetta, passando diritti sul cordolo. Se non si mantiene la linea giusta, si finisce in una zona d'asfalto sporca, dove si accumulano sabbia ed erba asportati dal fianco della pista dalle ruote delle vetture che entrano larghe. E basta mettere una gomma in quel punto per perdere aderenza e non riuscire più a controllare la monoposto, partendo così per la tangente che porta dritto dritto verso il terribile muretto. «Ho sbagliato io - ha ammesso Schumi, quasi con le lacrime agli occhi -. Sono scivolato contro quell'incubo di cemento. Non ho più potuto fare nulla, la vettura era fuori controllo». Qui l'ennesima spiegazione del tedesco, da oggi oggetto di processi dà parte dei media e di accuse, in una corsa spietata a elencare tutti i suoi punti deboli e gli errori, dimenticando tutto quanto di positivo e di bello ha fatto sinora. I grandi campioni (e non solo in FI ) sono sempre passati attraverso le bufere: tanto per non fare nomi, vedi Lauda, Prosi e Senna. Schumi comunque va avanti per la sua strada, dopo essersi gettato la cenere nei capelli e aver chiesto scusa a tutta la Ferrari, sino all'ultimo meccanico. Il tedesco annuncia propositi di immediato riscatto, per recuperare. In fondo - lo ha ribadito lui - non può evitare di commettere almeno un errore grave all'anno. «Ho perso, mi dispiace moltissimo per la Ferrari. Ma prometto: vincerò altre corse, rimedierò». Intanto il ragazzo di Kerpen ha fatto un bel regalo al rivale Hakkinen. I conti sono salati: 14 punti lasciati al finlandese. Schumacher è passato da un possibile -t-'Oaun effettivo -4 in classifica. Senza dimenticare che dopo Montecarlo, Michael aveva già dodici lunghezze di vantaggio. Le recriminazioni valgono per Barcellona, dove il ferrarista avrebbe potuto arrivare secondo se non avesse avuto una partenza difficile, facendosi poi rallentare da Villeneuve, e per questo sfortunato GP del Canada. I due avversari, sul piano degli incidenti sono invece esattamente in parità: Hakkinen era uscito di pista a Imola nello stesso, identico modo del pilota della Ferrari domenica scorsa. Cosa farà la Ferrari ora? «Andiamo a provare a Magny Cours subito, da domani - ha detto Schumacher -. Nel circuito francese cercheremo di mettere alla frusta il nuovo motore per omologarlo in gara nel prossimo Grand Prix. Questo è il primo obiettivo. Ma abbiamo anche altre cose sulle quali centrare i nostri test, dall'aerodinamica alla meccanica. Vogliamo preparare una Ferrari competitiva su tutte le piste». Dall'altra parte della barricata, con il morale alle stelle, si annunciano altrettanti propositi bellicosi: «Avevamo messo da parte lo sviluppo della nostra McLaren MP4/14 per concentrarci sull'affidabilità. Ora che non ci sono più problemi di questo genere, cioè non rompiamo più, andremo avanti per migliorare le prestazioni. Il nostro potenziale è ancora enorme». Una minaccia autentica. La Ferrari però deve ancora risolvere un altro problema, quello di Irvine. Se è vero che l'irlandese nel GP del Canada, con la sua guida spettacolare e aggressiva, ha parzialmente salvato il bilancio di Maranello entusiasmando come faceva papà Villeneuve, resta pur sempre un «oggetto ingombrante» per Maranello. Di punti a Hakkinen, quando Schumi fallisce, ne toghe pochi. Sinora due soli a Monaco, lo stesso di Coulthard, che in Spagna aveva relegato il tedesco al 3° posto, favorendo il compagno di squadra. Eddie certamente è diventato più bravo, ha soprattutto in mano la vettura, la F399. Ma, in gara, offre più l'impressione di lavorare per se stesso che non per la squadra o per Schumacher. n fatto di mettersi in evidenza, soprattutto in questo momento, in scadenza di contrattò, gli consente di acquisire un potere contrattuale maggiore. Per restare o per essere cercato da un altro team che lo retribuisca con una cifra maggiore di quella che prende ora, già fra le più elevate della FI. Insomma la posizione di Irvine è poco chiara. 0 fa un ulteriore salto di qualità (magari chiedendo una più ampia libertà d'azione alla Ferrari, per vedere se riesce a inserirsi nella lotta per la vittoria) oppure anche i guizzi canadesi, spettacolari ed esaltanti, restano fine a se stessi. Schumacher (a destra) si complimenta con Irvine per il 3° posto ottenuto nel Gran Premio del Canada