La Disney rilancia il mito di Tarzan

La Disney rilancia il mito di Tarzan Presentato il cartone che in Italia uscirà a Natale, ispirato al personaggio di Burroughs La Disney rilancia il mito di Tarzan Un eroe moderno con grazia, commozione ed ecologia Cristina Caccia inviata a MILANO Noci di cocco (vere), liane (di plastica) e hostess vestite come Indiana Jones, ieri, tra i velluti del Teatro Manzoni, dove la Disney ha presentato in anteprima la sua ultima fatica a cartoni, che sta per uscire negli States e da noi arriverà come di consueto a Natale. Il 37 "lungometraggio della casa cinematografica di Topolino, rilancia il mito di «Tarzan». Dopo una leggenda «locale» e quindi rischiosa come quella antica cinese di Mulan, ecco un mito a tutto tondo, famoso ovunque e dunque fatalmente esportabile. Naturalmente insieme al «pacchetto» che come sempre farà da contorno al film, gadget per piccoli e grandi che vanno dai puzzle alle figurine, dagli ovvi set scolastici alle più originali decorazioni per dolci, dagli orologi alle trapunte «a tema». Una scelta intelligente - e le cifre puntate da Disney sono come sempre «pesanti», 10 miliardi per la promozione solo in Italia - anche per la storia, che, datata 1936 e fedele al racconto di Edgar Rice Burroughs, è attualissima. Il piccolo che perde i genitori e viene aUevato dalla gorilla Kala, con conseguenti prolemi di adattamento nella famiglia delle scimmie - la diversità della razza che crea paura e diffidenze -, e poi l'incontro con gì i uomini e la crisi di identità di Tarzan non sono temi lontani per lo spettatore di oggi. Ed è politically correct la lotta tra l'eroe e il cattivo di turno, Clayton, arrivato in Africa come guida allo svampito professor Portar e figlia, studiosi di gorilla, ma in realtà interessato solo a cacciarne alcuni esemplari per denaro. Conflitto tra razze e mondi diversi, distanze culturali da colmare per comprendersi, coté eco- logico. Gli ingredienti per un successo moderno ci sono tutti. Ma il «messaggio» al pubblico arriva nella classica maniera Disney, con grazia e commozione. Come quando Tarzan, ancora piccolo, guardandosi sconsolato nello stagno chiede a sua madre conto della differenza tra loro: «Chiudi gli occhi, dimentica come siamo - risponde lei - e ascoltati il cuore: e ora, vieni qui, e ascolta il mio»... E' classica anche la coppia di amici di Tarzan, la gorilla Terk e l'elefante Tantor, con cui il cuc- ciolo d'uomo cresce nella giungla, combinando scherzi e disastri: una scusa per momenti di comicità e risate che alleggeriscono ritmo e pathos del racconto. Alleggerimento di cui si sente davvero il bisogno, perché il cartone, che secondo la Disney ha come «target primario» i bambini dai 5 ai 9 anni, tiene con il fiato sospeso anche il pubblico adulto. Intanto, comincia e finisce con disgrazie e morti. All'inizio le sequenze eirammatiene del naufragio della famiglia di Tarzan, e poi la morte del piccolo gorillino figlio di Kala e • ma questa non si vede - dei genitori di Tarzan, tutti uccisi dal feroce leopardo Sabor; e alla fine, la morte del gorilla capobranco, ucciso dall'odioso Clayton, che sua volta finirà impiccato a una liana. Suspence, ma di tutto altro tipo, anche in molte altre sequenze dal ritmo scatenato. Come quella dell'inseguimento, divertentissimo, di Jane da parte di un branco di babbuini: Tarzan la «salva» inscenando una vera gimkana tra le cime degli alberi, che lui percorre come andasse in surf o m skateboard. Classico e insieme moderno, dunque, quest'ultimo cartone Disney. Che ha 5 belle canzoni firmate da Phil Collins (una è già nelle hit mondiali), è prodotto da Bonnie Arnold (di «Toys Story»), ha come capo animatore Glen Keane (lo stesso di Ariel, Al addi n e Pocahontas); e che, tra le voci inglesi, conta Giorni Close, che doppia Kala, e Nigel Hawthorne, il professor Porter. E che ha dalla sua, ancora, panorami di splendide cortine d'i verde, cascate perenni e intrichi di liane. Pensato per bambini tra cinque e nove anni, punta anche agli adulti In alto, una scena di «Tarzan»; qui accanto, Pini Collins, autore della colonna sonora

Luoghi citati: Africa, Italia, Milano, States