Pechino, l'amore dopo Tienanmen

Pechino, l'amore dopo Tienanmen Nel romanzo scritto dopo la rivolta giovanile repressa dal regime si scopre un Paese più cattivo Pechino, l'amore dopo Tienanmen Wang Shuo scrittore della nuova etica-, soldi e sesso Luoyan-Shen PECHINO AVETE mai amato qualcuno al punto di volerlo uccidere, farlo a pezzi, rovinarlo? Se per un ìstan 'te, anche uno solo, ci avete pensato questo libro è per voi. Altrimenti voltate pagina. Infatti metà Cina lo odia, l'altra metà lo adora. Wang Shuo, poco più di 40 anni, faccia tonda con occhietti pungenti e maliziosi, è stato il fenomeno letterario e sociale del Paese: ogni suo libro ha spaccato nel mezzo i ranghi di riformisti e conservatori, a tutti i livelli. Wang Shuo non è stato all'università, ha fatto il marinaio, ha avuto qualche guaio con la legge e - pare - continua a frequentare la malavita di Pechino. E' lo scrittore maledetto della Cina, che con umorismo e immensa umanità ha inventato uno stile, quello di mostrarsi cattivo. Ma ci rìde su e mischia malvagità innocente a bontà altrettanto innocente e senza limiti. Yibian shi huoyan, yibian shi haishui (Metà fuoco, metà acqua, nella traduzione italiana di Mondadori)!! un romanzo uscito in Cina nel '92. E' la storia di due topi di albergo che incontrano due studendentesse e gli fanno il filo. Una respinge le avances, l'altra si fa ammaliare dall'arguzia di Zhang Ming, il protagonista, che si mostra senza veli per quello che è, e che forse tutti siamo: un misto inestricabile di egoismo e altruismo, capace di dare grande felicità e altrettanto dolore. Lui le sciorina tutto il suo curriculum di giovane per male, i suoi cento amori, il suo scetticismo per l'ordine costituito, il suo disincanto per sé e per gli altri. Dieci, quindici anni prima in Cina, metà di tutto questo sarebbe bastato perché la ragazza denunciasse il giovanotto alla polizia e lui finisse i suoi giorni in prigione. Intorno al 1989, l'anno del movimento di Tienanmen, questi suoi precedenti fetidi sembrano invece emanare un'essenza profumata che inebria la ragazza. Lui sostiene apertamente quello che tutti pensano ma non osano dire, che il governo con le sue leggi e i suoi poliziotti non proibiscono «cose da proibire» ma difendono gli interessi di potenti al di sopra di tutto. Quindi chi finisce in prigione non è «cattivo» ma solo «sfortunato». Vi chiedete come ha fatto il governo cinese, noto per la sua intolleranza, a tollerare critiche così aperte e brucianti? Il fatto è che il Partito comunista cinese è diverso da come lo si immagina spesso in Occidente. E poi i racconti di Wang Shuo possono essere catartici. Sono spiritosi, sottili, non sono propaganda anticomunista. E poi, alla fine degli Anni Ottanta l'identità collettiva dei cinesi si era completamente trasformata: venivano a galla comportamenti nascosti, un individualismo forsennato che avrebbe avuto un ruolo fon¬ damentale negli eventi dopo Tienanmen. Nella vita di Wang Shuo in questi anni c'è una lunga china di bevute colossali, amorazzi, pigri passaggi sotto le armi, imbrogli, intrallazzi, facili arricchimenti e ancor più facili dispendi di denaro. Non è esagerazione letteraria, ma una storia come tante nel caos della Cina di questi ultimi 20 anni, solo che Wang Shuo non si limita a combinare guai, cercando di celarli sotto un velo di ipocrisia quasi inossidabile. Lui li racconta pubblicamente e poco ci manca che se ne vanti: sono la trama e i dettagli dei suoi romanzi. Prima di Tienanmen, narra Wang Shuo, i traffici illeciti si nascondevano. Dopo Tienanmen il velo si rompe. Ormai, negli Anni 90 si imbroglia, si ruba, si uccide solo per qualche spicciolo, e non c'è bisogno di nasconderlo. Perché? Gli altri, i poliziotti, i governanti non fanno diversamente. E Wang Shuo descrive questa atmosfera scettica di giovani affa¬ mati di sesso e di soldi. Ma lo fanno quasi per ridere. In un'altro dei suoi romanzi, Gli operatori, tre giovani decidono di aiutare il prossimo: dietro compenso, naturalmente. Sono costretti a chiudere perché la loro attività è in conflitto con il Partito comunista: se loro aiutano il prossimo che ci sta a fare il Partito? Doppi, tripli sensi si mischiano come un mazzo di carte con il dorso sempre uguale. L'umorismo è avvincente e politicamente inattaccabile. Wang Shuo scardina la «lingua comune» il cinese ufficiale inventato dagli ideologi dopo il '49, e attinge a piene mani dallo sporco e vivacissimo parlato degli hutong, i vicoli di Pechino. E' un salto, rispetto agli scrittori «classici» di dieci anni più vecchi, i poeti «oscuri», menglong, e rispetto al certo non anziano Acheng. Ed è un balzo enorme rispetto alla lingua e alle storie di decenni, tenute insieme con una colla artificiale e rossa. Solo che quella era ancora la Cina dove i karaoke si contavano sul palmo di una mano, dove non esistevano ingorghi di traffico e dove tutte le case erano di 30 metri quadri e senza un pavimento perterra. Cinque anni dopo, alle soglie del passaggio del millennio, la Cina è cambiata come un guanto rovesciato. La corruzione, le ami¬ cizie importanti, sale della politica come in Italia ai tempi della vecchia de, non sono più di moda, anzi. Con la fine degli Anni 90, dopo la morte di Deng, la gente non crede più al vecchio comunismo, ma comincia a credere che chi la governa lo fa per il bene del Paese e non solo per quello delle sue tasche. Se c'è da investire, le famiglie lo fanno per mandare il figlio a una scuola buona, perché vedono, pensano, sanno che se studierà bene avrà successo, se non lo farà non avrà nulla. E' un'etica diversa. Così Wang Shuo, rimasto in silenzio per cinque anni, è tornato a scrivere quest'anno con Kanxiaqu hen mei («A vederla è bellissima»). Il libro è la storia di un bambino di cinque anni che guarda il mondo. La lingua è diventata tersa, i sentimenti sono più profondi e autentici, si ride meno e c'è meno da ridere. E' la Cina di oggi, che si sente come un bambino pieno di speranze: crede che crescere farà anche male, ma è bello. Quarantanni, ex marinaio, abituale frequentatore della malavita della capitale scrive storie spiritose e sottili Un fenomeno sociale e letterario divide riformisti e conservatori Matrimonio di gruppo vicino alla Città Proibita. Dalla fine degli Anni 80 l'identità collettiva dei cinesi si è trasformata ed è emerso un forte individualismo. In basso Wang Shuo