«Nel 2001 il primo bimbo clonato»

«Nel 2001 il primo bimbo clonato» Le ricerche di due compagnie private a un passo dalla nascita del baby fotocopia «Nel 2001 il primo bimbo clonato» Annuncio choc dall'America Franco Pantarefli NEW YORK Formalmente è una ricerca dedicata a trovare la cura per malattie croniche come il diabete e il morbo di Parkinson, ma di fatto è una strada che porta direttamente al primo bambino clonato, che potrebbe vedere la luce negli Stati Uniti già nel 2001. Il lavoro è in corso presso due compagnie farmaceutiche, la Geron di Menlo Park, in California, e la Advaced Celi Therapeutics di Worcester nel Massachusetts, e il «Washington Post», che ieri riportava la notizia con molta evidenza, dice che ciò costituisce un segnale evidente che mentre le autorità (il Congresso, l'Istituto nazionale della sanità e una commissione bioetica nominata dalla Casa Bianca) dibattono sul modo migliore di impiegare il denaro pubblico per fa ricerca in questo campo, «il settore privato si sta rapidamente muovendo per sfruttare i possibili guadagni che possono venire». In concreto, lo due compagnie stanno lavorando, con procedimenti diversi, all'ottenimento di embrioni umani. Da essi, spiegano, si possono ottenere le «cellule madri» con le quali arrestare e rovesciare il progredire delle malattie croniche. Ma il confine fra questo nobile intento e quello allarmante della clonazione umana è molto sottile, dicono alcuni esperti consultati dal «Washington Post». In pratica, dice uno di loro, «una volta perfezionata la tecnica di clonazione degli embrioni, basterà collocarli nell'utero di una donna per far nascere un bambino». Proprio per questo la pratica è stata proibita oltre quattro anni fa con un «executive order» di Bill Clinton. Ma siccome quel divieto riguarda l'uso di fondi pubblici, ecco che il lavoro delle due compagnie, finanziato con soldi privati, almeno per ora è perfettamente legale. La controversia «etica» su questa pratica, come si sa, investe il solito concetto di «quando comincia la vita». Per quanto riguarda gli embrioni, un'idea molto condivisa è che essi diventino «persone» solo dopo un paio di settimane, quando in loro comincia a prendere forma qualcosa di simile a un sistema nervoso. E poiché per gli esperimenti in corso nei laboratori delle due compagnie vengono usati embrioni con una «età» non superiore ai dieci giorni, loro si sentono a posto. «Si tratta di cellule che non sono ancora nulla», dice infatti Michael West, presidente della Advanced Celi Therapeuitcs. E aggiunge con aria virtuosa che «impedire alla scienza di usare quelle cellule per curare le malattie che affliggono l'uomo sarebbe un crimine». La differenza fra le due tecniche è che mentre alla Geron si procede inserendo materiale genetico umano in un ovulo già privato del Dna (sì da riprodurre un embrione geneticamente identico a quello del donatore), all'Advanced Celi Therapeutics si inseriscono cellule umane in ovuli di mucche. In questo caso gli embrioni vengono distrutti al dodicesimo giorno, ma una volta accertati tutti i passaggi del processo si potrà passare agli ovuli umani. Ognuna delle due «scuole» ritiene di poter arrivare prima dell'altra, ma i tempi, si diceva, sono per ambedue calcolati in non più di un paio d'anni. Sempre che non arrivi prima il Congresso a stabilire per legge che la clonazione umana non si deve fare. Il governo ha vietato l'uso di fondi pubblici ma il Congresso non ha regolamentato il settore privato La pecora Dolly, primo esemplo di clonazione

Persone citate: Bill Clinton, Michael West, Parkinson

Luoghi citati: America, California, Massachusetts, New York, Stati Uniti