Il Papa a sorpresa un giorno in Armenia

Il Papa a sorpresa un giorno in Armenia Il viaggio, previsto per luglio, era stato annullato per le condizioni di salute di Karekin I Il Papa a sorpresa un giorno in Armenia Venerdì da Cracovia per visitare il Katholikos malato MARCO TOS ATTI Inviato a LOWICZ Papa Wojtyla sorprende tutti ancora una volta: con una decisione improvvisa modifica il programma della lunga, estenuante visita pastorale in Polonia e vi aggiunge una coda spettacolare. Invece di lasciare giovedì pomeriggio Cracovia per tornare a Roma, dormirà ancora una notte nella città che ama di più, e metterà la prua verso Erevan, per andare a trovare il «Katholikos» della Chiesa Apostolica Armena, Karekin I, malato di un tumore che non lascia molte speranze. Un viaggio lampo nel Caucaso, solo poche ore nella piccola Repubblica di Armenia, e poi finalmente a Roma, dove giungerà venerdì sera. Il programma prevede la partenza alle 9 di mattina; l'arrivo in Armenia (tre ore in più di fuso orario rispetto all'Europa) alle 15,45. Una visita a Etchmiadzin, la «San Pietro» della Chiesa apostolica armena, un incontro con il Presidente della Repubblica, Robert Kotcharian, e intorno alle 20 locali la partenza per Roma. Papa Wojtyla avrebbe dovuto recarsi dal 2 al 4 luglio a celebrare i 1700 anni di fede dello Stato che per primo ha consacrato il cristianesimo come religione ufficiale, prima ancora che Costantino e Teodosio facessero lo stesso nell'Impero Romano. Il viaggio era stato annunciato, e tutto sembrava pronto, quando all'inizio della trasferta polacca da Erevan è giunta la richiesta (non totalmente inattesa) di posporlo. Le condizioni di salute di Karekin I, operato di tumore alla laringe a New York, stavano peggiorando, e i medici non pensavano che sarebbe stato in grado di affrontare tanta fatica. «Sta diventando più debole ogni giorno» ha detto l'arcivescovo Barsamian. Con l'ultima operazione gli è stata asportata la lingua, e il Katholikos comunica scrivendo su ima lavagnetta. Ma Papa Wojtyla desiderava questa visita, nel quadro dell'offensiva fraterna verso le chiese ortodosse, o comunque (come è il caso di quella armena) orientali e non in comunione con Roma. Un «seguito» della visita storica compiuta in Romania a maggio; e un anticipo di quella di cui si parla con meta la Georgia. Tutto nella speranza che il Giubileo trovi cattolici e ortodossi in rapporti più fraterni, e che forse un giorno si apra anche la sospirata porta di Mosca. Un viaggio che voleva essere anche un segno di affetto e stima verso la chiesa e il popolo armeno, martirizzati a centinaia di migliaia anche per la loro fedeltà al cristianesimo nel primo genocidio del secolo, quello compiuto nel 1915 dai turchi. Il «Katholikos» ha inviato a Varsavia l'arcivescvo armeno di New York, Khajag Barsamian, per dire al Papa la sua tristezza nel dover rinunciare all'incontro. Ma posporre la visita voleva dire andare almeno all'anno prossimo, e forse visti gli impegni del Papa durante il Giubileo - al 2001. Così è nata l'idea di questo viaggio lampo: un alto funzionario dell'entourage pontificio si è recato immediatamente in Armenia, e ne è tornato domenica, dopo aver preso gli accordi necessari. Ieri mattina, il comunicato ufficiale: Giovanni Paolo II compirà una «visita personale» al Katholikos: il Papa vuole esprimergli «la sua vicinanza spirituale in questo momento di sofferenza». Ma il viaggio avrà «anche il carattere di un pellegrinaggio ecumenico». Infatti Etchmiadzin è da molti secoli, attraverso ogni genere di temperie storiche, di massacri e dominazioni straniere, il «cuore» spirituale della nazione armena, e di una chiesa che fa risalire agli apostoli Taddeo e Bartolomeo le sue credenziali di cristianità; e forse più vicina a Roma, da un punto di vista teologico, di qualunque altra. Non si può comunque fare a meno di sottolineare la forza di volontà di un pontefice che solo due giorni fa, a chi gli augurava cent anni, rispondeva: «Lasciate perdere, i miei ottant'anni li sento tutti sulle spalle»; un pontefice che sabato mattina è caduto - porta ancora cerotto e punti di sutura sulla tempia - e che però continua ad aumentare il suo programma. Giovedì mattina ha deciso di aggiungere, dopo la preghiera sulla tomba dei genitori al cimitero di Cracovia, una visita in elicottero al santuario di Czestochowa, a 124 chilometri di distanza. E ieri ha visitato altre due località, Lowicz e Sosnowiec, e ha lanciato un grido di allarme perchè «nel nome delle leggi del mercato vengono dimenticati i diritti dell'uomo». Una spettacolare coda all'estenuante pellegrinaggio in Polonia prima del rientro a Roma per i 1700 anni di cristianesimo nel Paese caucasico Giovanni Paolo II ieri nella città di Lowicz osserva alcune ragazze nel costume tradizionale

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Karekin I, Papa Wojtyla, Robert Kotcharian