Londra, vincono i tories di Fabio Galvano
Londra, vincono i tories Londra, vincono i tories Per Blair è la prima sconfitta Fabio Galvano corrispondente da LONDRA A 200 giorni dal Millennio l'Europa ha regalato la prima sconfitta all'implacabile macchina politica del New Labour: colpevole per l'elettorato britannico di non avere preso sufficientemente le distanze da Bruxelles e di avere anzi avviato una cauta marcia d'avvicinamento verso la «zona euro», ma anche tradito da un assenteismo record (77%) che è stato più diffuso (82%) fra i suoi tradizionali sostenitori che fra gli elettori conservatori (72%). Le proiezioni offerte in tarda serata dalla Bbc indicavano un chiaro vantaggio a favore dei Tories. Su 87 seggi questi ne avrebbero conquistati 35, contro 31 per i laburisti; lasciandone 14 ai liberldemocratici e 7 alle altre formazioni, compresi i nazionalisti scozzesi e quelli gallesi. Sarà anche vero che il trionfo del partito degli astensionisti ha falsato il risultato e che l'introduzione per la prima volta del sistema proporzionale avrebbe comunque privato i laburisti di un trionfo paragonabile a quello di cinque anni fa, quando con il sistema maggioritario essi avevano conquistato 63 seggi su 87; ma la fredda logica delle cifre regala ai conservatori un inatteso e insperato successo, e al loro leader William Hague un appiglio per rilanciare la sua controversa campagna all'insegna dell'euroscetticismo («In Europa, ma non gestiti dall'Europa»). Certo è che, quando i risultati finali saranno resi noti oggi, il dibattito politico ripartirà da nuove posizioni. il deludente risultato delle elezioni europee, qualunque ne sia stata la causa, ha dissipato sul nascere l'ipotesi - ventilata sabato dalla stampa popolare - di una mossa et sorpresa di Blair: elezioni anticipate, forse nell'autunno dell'anno prossimo e cioè 18 mesi prima della fine naturale della legislatura. E' vero che il suo vantaggio nei sondaggi resta considerevole; ma l'idea di tale anticipo, dovuta forse al desiderio di accorciare i tempi in vista del promesso referendum sull'euro e anzi ad esso legata, parrebbe ora perlomeno rischiosa proprio perché è sull'Unione europea che il New Labour denuncia - in questo Paese di euroscettici - la sua maggiore vulnerabilità. Il deludente risultato del voto per l'Europarlamento non significa la fine della popolarità di Blair e del suo governo, ma sicuramente consiglia al premier britannico una maggiore cautela nell'avvicinamento verso Eurolandia Anche in Irlanda i veri vincitori sono stati gli astensionisti. A differenza di quanto è accaduto in Gran Bretagna, tuttavia, essi non sono stati in grado di alterare gli equilibri politici che, stando a una consistente quota di risultati e alle proiezioni della televisione irlandese, hanno ancora una volta decretato il successo del Fianna Fall, il partito di centro-destra del primo ministro Bertie Alieni. Sui 15 seggi in gioco, ne avrebbe conquistati 7 (come cinque anni fa). Altri 4 sarebbero andati ai maggiori rivali, i centristi del Fine Gael, 2 ai Verdi, uno ai laburisti e l'ultimo a un candidato indipendente.
Persone citate: Bertie Alieni, Fall, William Hague
Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Gran Bretagna, Irlanda, Londra
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