Mamma (proporzionale) è sempre la mamma di Filippo Ceccarelli

Mamma (proporzionale) è sempre la mamma IL PALAZZO F— Mamma (proporzionale) è sempre la mamma Filippo Ceccarelli PERCHE' poi, insomma, e in fondo, e dopo tutto, (checché se ne dica), ecco, al dunque occorrerà riconoscere che in Italia la mamma è sempre la mamma. Mamma Proporzionale, per l'esattezza, che è tornata alla grande - 23 liste 23: tutti contro tutti - e che proprio per questo dà e toglie un po' a tutti senza troppi problemi: più 0,2 per cento, meno 0,1 e chi se ne frega degli astenuti. Una mamma generosa, ma avvolgente; premurosa, ma invadente; distributrice, ma castratrice. I partiti e i partitini, ir. ini, confrontano i risultati Jel voto e si riscoprono «cocchi di mamma», appunto. Di questa legge elettorale proporzionale che, salvatasi dai referendum, dai Mattarellum e dai Tatarellum, torna a stabilire i rapporti di forza dopo cinque anni sotto il dorninio del Padre Maggioritario. Un papà burbero e insicuro, prevaricatore e permaloso, specie quando non di rado - tornava a casa ubriaco. E gli dicevano: tu non sei un vero maggioritario, in te c'è un 20 per cento di femminea e indiscutibile natura proporzionalistica. Fuori di metafora • ma fino a un certo punto: stavolta si è votato come si votava in Italia dal 1946 al 1993; quando si vinceva o si perdeva per mezzo punto in più o in meno e Bettino Craxi proclamava: «Grandi cose si possono fare ~ con il 10 per cento»'. Graridiè-i simo, se è per questo, ne fece Aldo Moro, che nella de controllava a malapena l'i 1 per cento nemmeno dei voti, ma delle tessere. Il povero De Gasperi, nel 1953, si era pure provato a metterla da parte, la Proporzionale, non solo scottandosi, ma aprendo ufficialmente la via al consociativismo. In quell'Italia lì, d'altra parte, sembrava ci fosse sempre spazio per tutti. La corrente di Forze Nuove pesava più o meno come il pri di La Malfa. Il potere era un esercizio di ■ contabilità, con i suoi dosagI gi, le sue percentuali,! suoi di¬ videndi, i suoi ragionieri e i suoi codici (Cencelìi docet). La regola aurea: un po' per uno non fa male a nessuno. Come in una famiglia. E infatti c'era davvero parecchio di materno, al di là delle immagini, nella Proporzionale. Che rappresentava a perfezione «la società-femmina», di cui ha parlato Giuseppe De Rita, e che a sua volta si rispecchiava nella de, pure lei, guarda caso, «partitofemmina», «partito-balia», «partito mamma». Una madre anche «fallica, arcaica, primitiva» secondo la psicanalista Simona Argentieri. E tuttavia l'elettore italiano, ha scritto Umberto Eco, «sentiva la de come una madre, al massimo come una vecchia zia». Di certe suggestioni democristiane Pietro Citati ha cercato di esprimere perfino l'odore, trovandone una traccia nel mondo dell'infanzia: borotalco e pipì. Come sia andata in frantumi, non a caso insieme alla de, quella logica matriarcale è forse ancora troppo presto per capirlo. Non manca, comunque, obi vede nel piccone di CosèigafnérmarteMrefe--!-rendario e poi nel pugno di ferro di Mani pulite il ritorno di un modello di autorità maschile. Certo lo spirito del maggioritario, con il suo messaggio semplificato - una destra e una sinistra, un vincitore e uno sconfitto, un Governo e un'Opposizione - parve chiudere per sempre il capitolo della Proporzionale. Errore: la mamma, come si diceva, è sempre la mamma anche se invecchiata, nevrotica, vittimistica e un po' stonata. Il guaio vero è che i figli sono sempre di più. E il padre, come al solito, chissà dov'è. tussàj

Persone citate: Aldo Moro, Bettino Craxi, De Gasperi, Giuseppe De Rita, La Malfa, Pietro Citati, Simona Argentieri, Umberto Eco

Luoghi citati: Italia