Germania, un tonfo Spd di Emanuele Novazio

Germania, un tonfo Spd Con il 48,7 per cento la Cdu ritorna primo partito tedesco Germania, un tonfo Spd Schroeder: sconfitta da meditare Emanuele Novazio corrispondente da BONN Trionfo della Cdu, al 48,7 per cento con un balzo clamoroso di oltre 10 punti. Pesantissima sconfitta dell'Spd, al 30,9% e un calo di quasi due punti e mezzo rispetto a 5 anni la, ma un tonfo di oltre 10 punti rispetto alle elezioni generali del 27 settembre («Un monito degli elettori ai quali rispondo: abbiamo capita», è stato il primo commento del cancelliere Schroeder). Nuovo capitombolo dei Verdi, al 6,8% (meno 3 punti). Disfatta libérale, che con il 2,9% sono ancora una volta esclusi dall'Europarlamento. Vittoria inattesa dei neocomunisti della Fds, che con il 5,8% entrano per la prima volta nell'assemblea di Strasburgo. Ha molte componenti clamorose il risultato delle europee di ieri in Germania, primo test nazionale dopo il rinnovo del Bundestag dell'autunno scorso: non soltanto perchè rovescia i dati di 5 anni fa, ma soprattutto perchè capovolge i rapporti di forza politici usciti dal voto di quasi 9 mesi fa. Quello che dopo sedici anni pose fine all'era Kohl e rimandò la Cdu all'opposizione, consacrando la vittoria di Schroeder e del governo rossoverde. La Cdu di Wolfgang Schaeuble e Angela Merico! torna infatti ad essere il primo partito tedesco, insieme con la sorella bavarese Csu: e con un fortissimo distacco dall'Spd del Cancelliere, che le cautele imposte dall'alta astensione e subito rilanciate ieri sera da Schroeder (ha votato poco più del 45%, cinque anni fa il 60%, il 27 settembre oltre l'80%) non possono annullare nè ridimensionare. Se 5 anni fa l'Spd era al 32,2% e Cdu-Csu al 38,8%, il 27 settembre l'Spd aveva sfiorato il 41% e Cdu-Csu uvevanq.,8HpQfato^li ppgoil 35: fra Cdu-Csu o Spd, adesso, ci sono quasi 17 punti. Una distanza enorme: che non porterà a un cambio di maggioranza a Bonn, almeno non nell'immediato, ma che costituisce uno smacco senza precedenti per un governo in carica, e in prospettiva riapre il discorso sulla Grande Coalizione, l'alleanza fra Spd e Cdu. Di certo, come lo stesso Schroeder ha ammesso a tarda sera nella sua prima apparizione in tv, la disfatta costringerà il governo a un esame di coscienza politico impietoso. Quali sono infatti le ragioni del trionfo Cdu-Csu e della sconfitta rosso-verde? Il voto di ieri ò prima di tutto un voto di protesta, che esprime con fragore l'insoddisfazione per i primi nove mesi del governo Schroeder. La coalizione di sinistra paga la confusione, l'incertezza, il modo di procedere ondeggiante dimostrati in troppe scelte importanti: dalla riforma fiscale al varo della tassa ecologica alla caotica revisione del part-time. Ma sconta anche le contraddizioni al proprio interno: il freno rappresentato dai socialdemocratici tradizionalisti alla politica del «nuovo centro», per esempio, sulla quale Schroeder aveva costruito il trionfo di settembre conquistando all'Spd frange moderate di elettori. E le forze centrifughe liberatesi all'interno del partito ecologista, penalizzato percentualmente più dell'Spd: in più di un'occazione il massimalismo dei Verdi ha messo in difficoltà il governo e lo stesso Schroeder, a cominciare dalla .battaglia per forti aumenti della benzina e da quella per l'abbandono immediato del nucleare. L'ottima performance durante la crisi nei Balcani di Schroeder e del suo ministro degli Esteri Fischer - leader storico dei Verdi penalizzato dalla difesa della guerra - non ha compensato i difetti strutturali del governo. «Cari elettori abbiamo capito», ha ripetuto Schroeder in tv: la disfatta potrebbe rivelarsi, paradossalmente, un punto a favore della politica «centrista» del Cancelliere contro la vetero-sinistra dell'Spd. I socialdemocratici perdono dieci punti rispetto al voto di nove mesi fa Crollano (-3%) anche i Verdi Neocomunisti 5,8% Il leader dell'Unione cristiano democratica (Cdu) Wolfgang Schaeuble

Luoghi citati: Bonn, Germania, Strasburgo