«Emma al quarto poste, che trionfo»

«Emma al quarto poste, che trionfo» Palmella esulta: siamo opposizione a questa maggioranza, e opposizione di questa opposizione «Emma al quarto poste, che trionfo» Bonino: è ilpremio a chi si riempie la vita dell'Europa Guido Tlberqa ROMA" «Noi siamo opposizione a questa maggioranza, e siamo opposizione di questa opposizione», tuona un Marco Pannella con lo lacrimo agli occhi. Finisce cosi la notte dello champagne e della rabbia, delle danze e delle vendette, della gioia che scivola nella commozione e dell'insaziabilità di chi non vuole accontentarsi. Finisce cosi, tra canti e bandiere, la notte che porta i radicali oltre il 9%, quarta forza del Paese, a poco più di un punto dall'alleanza tra Gianfranco Fini e Mariotto Segni. Duo punti più in su dell'Asinelio di Prodi e Di Pietro. Quella dei radicali è una notte a due velocità, con il silenzio che lascia spazio alle urla e alla musica. Emma Bonino - unica, vera vincitrice di questo Europee made in Italy non ha frotta di parlare con giornali o tv, cho accusa di averla boicottata nella campagna elettorale. Cosi aspetta, e aspetta, e aspetta: ignora i primi sondaggi televisivi, e i secondi, e i terzi. Attendo le proiezioni, meno aleatorio dopo lo choc del 18 aprilo, e poco importa che la gente che di assiepa nella sala sotterranea doll'Hotol Ergife, sode storica di tante battaglie radicali, diventi sempre più folta o impaziento. I leader restano barricati per ore, in una riunione fiume che «dovrebbe concludersi martedì pomeriggio», spiegano i pochi militanti che si lasciano andare ai commenti. «Stanno dofinondo il futuro del movimento», aggiungono. Anche se dal salone si sontono gli applausi e i camerieri portano dentro lo spumante. Bonino 0 Pannella si affacciano un paio di volte, stringono mani e distribuiscono sorrisi, Ma non parlano: è il loro modo di godersi la vittoria, e di punire chi li aveva trascurati, «i soloni che sbagliano tutto», i «salotti di Porta a Porta nei quali siamo fieri di non aver mai messo piede...», il «Palazzo incredulo punito da un'Italia sconosciuta». '' \ ~ " "" fi silenzio si rompe intorno alla mezza, trasformandosi in un fragore assordante: le grida, gli applausi, 1 figli dei miiii anti che si spaventano, la Swcctwater Jazz Band che, dopo aver suonato per tutta la sera, scende dal palco por, intonare «Oh when the saints» in mezzo alla gente. Il commissario europeo risparmia le parole al minimo. Legge una dichiarazione che sa di proclama; ringrazia «il popolo radicale, drappello di visionari che tanto ha dato al Paese», ringrazia gli «italiani che si sono uniti ai grandi ideali dogli' Stati Uniti d'Europa e della rivoluzione liberale», il «popolo dol divor- zio, dell'aborto, dell'obiezione di coscienza, della partita Iva, della giustizia giusta». Poi distingue «coloro che dell'impegno europeo si riempiono la vita» dagli «ipocriti che se ne riempiono la bocca per. chiedere voti». E dà appuntamento ai referendum, «dove la nostra battaglia per la rivoluzione liberale continuerà, senza più fermarsi», E' il prologo alle dichiarazioni di Pannella, che andrà giù duro contro lo «Stato occupato da uno straniero che si chiama partitocrazia», n leader storico dei radicali, giacca blu • buttata su un paio di vecchi jeans, parla a braccio: è commosso, sembra aver dimenticato i dissidi passati con la Bonino. Per la prima volta la lista si presenta agli elettori con il nome di un altro leader, e supera di quasi cinque volte i suoi risultati più recenti. Eppure il capo «egoista» ed «egocentrico» sale sul palco contento come un bambino, sommerso dai «Mar-co Mar-co» che si alzano da una platea accalcata come non mai: «Questo non è un punto di arrivo - dice -. Questa sera comincia la lunga e gloriosa storia che ci porterà alla rivoluzione liberale». Pannella è combattivo, come al solito: la sua polemica colpisce senza risparmio Polo e Ulivo. «Non faremo l'errore di cadere in questo falso dualismo - continua -. Sceglieremo di firmare contratti politici di volta in volta, con le forze sociali e politiche che saranno disposti a stipularli con noi. E sulla base di questi contratti daremo appuntamento ai cittadini per il referendum del 2000, per la liberazione dell'impresa, del mercato e del lavoro...». Pennella chiude così. Si rituffa nella sua riunione fiume, mentre la Bonino si tuffa nelle danze con il «popolo radicale», muta e ostinata davanti a microfoni e taccuini. Musica e canti e bandiere fino continuano fino a notte fonda. «Chi l'avrebbe mai detto», si lascia sfuggire una non più giovane militante, girocollo di perle e adesi vone di Emma applicato al tailleur. I leader, però, sono meno sorpresi di quanto sembri. Pannella aveva addirittura azzardato una scommessa: «Scommetto che prendiamo più voti della Lega, di Rifondazione comunista, del Ppi. Senza parlare poi delle frattaglie ministeriali di cui abbonda l'Italia...», riportavano le agenzie di stampa nel pomeriggio. «Scommetto che saremo la quinta lista», concludeva il leader, che sembrava ottimista al limite della temerarietà, e che invece si rivelerà troppo prudente. I dati lo porteranno una posizione più su. «Ma io avevo detto almeno quinti», ghigna, prima di chiudersi definitivamente la porta alle spalle. Ma il commissario europeo legge solo una dichiarazione . e poi si tuffa nelle, danze con un'orchestrina jazz L'Eurocommissario uscente Emma Bonino con il leader storico dei radicali Marco Pannella

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