Zar Boris benedice il Mhz dei generali

Zar Boris benedice il Mhz dei generali Zar Boris benedice il Mhz dei generali MOSCA Ivanov e Talbott hanno trattato fino alle sei del mattino, poi sono andati a dormire, poi si sono rivisti alle 14,10, per un'ora e mezzo. Si sono lasciati infine per rivedersi oggi. Nessun passo avanti. Ma tutti pensavano ad altro: a una colonna di 200 paracadutisti russi che era entrata in Kosovo mentre loro trattavano. Anzi il povero Ivanov era stato tirato fuori dal negoziato alle 5 del mattino dal «sesto membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu», la Cnn, per esprimere il suo giudizio sul «colpo di testa» dei militari. Ma era un «colpo di testa»? Il ministro degli Esteri Ivanov, la faccia gonfia di sonno e di stupore, aveva detto: «E' un errore», sbilanciandosi nella previsione che presto sarebbe giunto l'ordine di rientro. L'altro posto dove c'è voluto del tempo prima che si rimettessero dalla sorpresa è stato il Cremlino. Dopo il silenzio tombale dell'intera giornata precedente, Boris Eltsin è arrivato in ufficio e ha convocato i ministri della Difesa e degli Esteri, Sergeev e Ivanov. Solo dopo l'incontro con entrambi qualcosa è cominciato a filtrare. Prima generiche parole dei portavoce per assicurare che Eltsin era al corrente di tutto, poi per affermare che «ci sono materiali» presidenziali che «concernono» l'invio della forza in Kosovo. Espressioni ambigue, sfumate, volte a far credere che il Presidente era all'origine degli eventi. Ma talmente sfumate da convincere tutti del contrario. Fino a che il portavoce Jakushkin veniva allo scoperto per dire che Eltsin «approvava» l'operato dei militari. E, per mettere la firma finale, arrivava la notizia che il Presidente aveva elevato al rango di generale-colonnello il tenentecolonnello Viktor Zavarzin, che in quel momento sedeva su un blindato russo nei pressi dell'aeroporto di Pristina. C'erano volute altre cinque ore. E fino alla metà del pome- riggio ancora non era chiaro - né lo è ufficialmente neanche adesso, a sera avanzata - chi ha dato l'ordine di far entrare in Kosovo i para. Intanto il fantasma di Cernomyrdin faceva capolino da qualche schermo televisivo. Per ammettere, con un sorriso imbarazzato, che neanche lui era «al corrente per quanto riguarda questa notte», ma «tutto rientrerà nell'ordine», Forse, ma Cernomyrdin non è stato invitato ai negoziati di oggi tra Ivanov e Talbott e non è apparso in nessuno degli incontri citati. E, per quanto riguarda il «ritorno all'ordine», le tv mostravano i reparli dei para russi sotto il sole cocente della base militare di Ivanovo, pronti a salire a bordo di due gi¬ ganteschi «Iliushin» per andare a rafforzare il minircontingente di' Pristina. Si sapeva anzi che il comando russo aveva inoltrato richiesta di corridoio aereo: prima agli ungheresi - che, essendo Nato, rifiutavano - poi a ucraini e bulgari che, non essendo ancora Nato, ma volendolo diventare hanno impiegato tutto il giorno prima di rispondere. E, a riprova che lo Stato Maggiore russo non considera sufficienti i 200 paracadutisti già sul terreno, si faceva sapere che un altro contingente russo dello Sfor, cioè delle forze di pace dislocate in Bosnia, ha già comunicato al comando congiunto la sua intenzione di muovere alla volta del Kosovo. Come, dire: se non ci fanno passa¬ re dall'alto, arriveremo via terra, attraverso il territorio amico della Jugoslavia. Tutto insomma lascia intuire che i militari, ricevuto l'avallo formale del Presidente, eserciteranno una loro supervisione sul prosieguo della trattativa a proposito della forza russa in Kosovo. Verrà il momento difficile - anche per i generali divenuti improvvisamente così assertivi - quando si dovranno fare i conti. I soldi per un grosso contingente russo non ci sono. Clu pagherà? Se fino a ieri si pensava che Clinton avrebbe aiutato, adesso nessuno può più esseme certo. Bastava guardare la faccia di Strobe Talbott ieri sera. E allora potrebbe venire il tempo della rivincita per Boris Eltsin, l'eterno, [g. e] Arrivano I russi. A fianco, l'avanguardia di Mosca entrata di sorpresa in Kosovo occupa la piazza principale di Pristina In alto, una donna serbo-kosovara saluta un soldato russo appena entrato in città

Luoghi citati: Bosnia, Jugoslavia, Kosovo, Mosca