Scharping

Scharping Scharping «Seguiamo i russi con attenzione» Emanuele Novazlo corrispondente a BONN Alla vigilia dell'ingresso nel Kosovo del primo contingente tedesco, il governo di Bonn valuta con preoccupazione la presenza dei soldati russi in Serbia. Ma attenzione, avverte il ministro della Difesa Rudolf Seharping invitando a non drammatizzare l'inattesa svolta, e ribadendo «l'immutato interesse della Nato» a una partecipazione delle truppe di Mosca alla forza internazionale di pace: «Non si può ancora parlare di un loro ingresso nel Kosovo». La situazione impone comunque cautela e vigilanza, insiste Seharping criticando implicitamente la decisione del Cremlino: «Dobbiamo seguire con grande attenzione quel che fanno i russi», circa 170 uomini «in prevalenza ufficiali», secondo informazioni di Bonn. I militari tedeschi stazioneranno nella parte sud - occidentale del Kosovo, nella zona intorno alla città di Prizren, dove gli indipendentisti dell'Uck avrebbero una piazzaforte: del primo contingente, difeso da una trentina di carri armati - «Marder», fanno parte soprattutto fiionieri, ai quali spetterà fra 'altro la bonifica dei campi minati: ,. . L— v.r' Quando là forza 'intèrna^ zioriale di p^e" sarà' 'stata completiimente dispiegata, il giungerà gli 8.500 uomini, ha deciso ieri il Bundestag: secondo Seharping il loro «impegno ad alto rischio» durerà molti anni. «Tre anni saranno'sicuramente troppo pochi, con ogni probabilità dovremo restarci più a lungo». Sul tappeto anche il problema dei profughi di guerra: chi è entrato illegalmente in Germania dopo il 3 aprile, è stato stabilito, potrà rimanervi. I vari Laender si spartiranno i rifugiati: «E' ir realistico, oggi, pensare a un piano di rientro in patria per queste persone», sottolinea il ministro bavarese agli Interni, Beckstein. Secondo valutazioni del governo tedesco, del resto, la permanenza in Germania dei profughi potrebbe durare ancora due anni: «Una decisione potrà per il loro rimpatrio essere presa soltanto dopo la ricostruzione almeno parziale delle zone devastate dalla guerra».

Persone citate: Beckstein, Marder, Rudolf Seharping, Scharping

Luoghi citati: Bonn, Germania, Kosovo, Mosca, Serbia