Signorine dimezzate e eroi col rimborso spese Il teatro di Benni travolge tutti, anche noi di Stefano Benni

Signorine dimezzate e eroi col rimborso spese Il teatro di Benni travolge tutti, anche noi Signorine dimezzate e eroi col rimborso spese Il teatro di Benni travolge tutti, anche noi Osvaldo Guerrieri STEFANO Beimi scrive commedie per amicizia. Lo dice lui stesso. Aggiunge che gli sarebbe inconcepibile dar forma a un pezzo teatrale immaginando in astratto un palcoscenico, un interprete, magari un pubblico. Per farsi drammaturgo ha bisogno di più concrete sollecitazioni, per esempio un attore con cui sia in confidanza e che possa ricevere il testo così come altri ricevono un vestito. Si spiega allora che il Teatro di Beimi abbia, fra i suoi interpreti, quegli attori della generazione di mezzo bravi nel cabaret e specialisti in finzioni sceniche allo zolfo. Pensiamo a Angela Finocchiaro, a Lucia Poli, a Gigio Alberti. E non sorprenderà che, proprio per la natura di questo specialissimo legame artistico, il Teatro dell'Archivolto di Genova decida di dedicare a Senni un festival. Bel colpo per un outsider. Ma dovremo davvero considerare Benni un outsider! Ormai scrive per il palcoscenico da 10 anni; e in 10 anni ha sviluppato un discorso e uno stile del tutto personali. Si vede con chiarezza leggendo questi testi, per lo più brevi, con pochi personaggi, con assenza di psicologie (come in un cartone animato), ma con uno straordinario colpo d'occhio sul nostro vivere, uno sguardo per così dire deviato, attratto dalla deformazione della realtà e spesso dal suo rovesciamento. Nella Misteriosa scomparsa di W vediamo un personaggio femminile chiamato V che, senza scendere mai da un mostruoso e arzigogolato triciclo, cerca la propria metà perduta subito dopo la nascita, fi monologo consiste nella rappresentazione di una vita dimezzata, nutrita e sorretta da farmaci micidiali sottoposta a ogni genere di vessazioni: in amore, nel contatto col mondo e nel rapporto con le amiche che non temono di dire «tu hai delle grandi chance seduttive con quel fisico umanoide, bai questo corpicino cadaverico che suscita un turbamento mortuario, da reliquia di santo». il Teatro di Benni ò imbullonato nella sorpresa. L'inatteso travolge i personaggi, ma spiazza anche noi, ci dà l'impressione di vivere in un'isola che non c'è, ma dove troviamo, per diabolico addensamento, tutti i vizi, le arroganze, le deviazioni del nostro tribolatissimo mondo. Per esempio i poteri occulti dello Stato che occhieggiano dal delizioso La moglie dell eroe; oppure la giustizia {AsUvvth, mai rappresentato), o lo scadimento etico degli intellettuali, come nel più complesso dei testi qui pubblicati, La signorina Papillon: «Ma che tempi sono questi, di eroi col rimborso spese... dove sono i poeti, i filosofi, gli scienziati? Tutti a combattere in prima linea a un festival?». Capite che tipo di fendenti lascia cadere Benni, che urti canti carezze ci dà il suo Teatro, che fragorosa inquietudine. Achille Campanile non è poi così lontano. Lo vediamo citato quasi alla lettera in una scena della Signorina Papillon, là dove si parla di sètte segrete, che naturalmente sono sètte, contate quando mancano venti minuti alle sètte. Ma Campanile è soltanto sullo sfondo, aiuta a trovare il tono. Col suo monocolo démodé non avrebbe potuto guardare il mondo così come lo guarda Benni: da incendiario artico. Stefano Benni Teatro Feltrinelli 156 pagine 14.000 lire

Persone citate: Achille Campanile, Angela Finocchiaro, Campanile, Gigio Alberti, Lucia Poli, Osvaldo Guerrieri Stefano, Senni

Luoghi citati: Genova