Comit-lntesa, il valzer continua

Comit-lntesa, il valzer continua Secondo summit in tre giorni, mentre su piazza della Scala Unicredit si spacca Comit-lntesa, il valzer continua Nuovo incontro al vertice, possibile opa al 60% ROMA. Un nuovo incontro al vertice, questa volta nella sede della Co mit in Piazza Scala, tra il presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, quello della Commerciale, Luigi Lucchini, e l'amministratore delegato Pierfrancesco Saviotti. E siamo al secondo in tre giorni dopo il faccia a faccia di mercoledì pomeriggio in via Filodrammatici nel quale Bazoli aveva illustrato a Lucchini e agli uomini di Mediobanca l'intenzione di Intesa di arrivare a possibili accordi amichevoli con Comit. Abile e prudente, Bazoli. Inutile forzare ì tempi, meglio prima preparare il terreno e soprattutto evitare (anche nella forma) qualsiasi passo che possa sembrare vagamente ostile. In ogni caso la proposta va avanti e potrebbe concretizzarsi nei primi giorni della prossima settimana in un'Ops di Intesa su Comit che chi sa dice che non dovrebbe essere totalitaria, cioè sul 100% del capitale Comit, ma solo parziale: sul 60% del capitale. Per la conferma non resta che attendere ancora qualche giorno d'attesa e poi? Poi gli scenari potrebbero paradossalmente complicarsi. L'offerta di Intesa, infatti, obbligherebbe Lucchini a convocare il consiglio Comit per analizzare la proposta e qui sta il punto: quando verrebbe convocato il consiglio? Prima dell'assemblea del 21 chiesta dai mag- giori azionisti di Comit (Medioanca, Generali, Commerzbank, Hdp) per eleggerne uno nuovo con nuovi amministratori? Oppure dopo, a nuovo eòa già insediato? L interrogativo non è di poco conto. Perché se, per caso, il consiglio chiamato a giudicare l'Ops di Intesa fosse l'attuale e il giudizio, sempre per caso, fosse positivo, la decisione condizionerebbe pesantemente il lavoro del eda che seguirà dopo l'assemblea del 21: ci si troverebbe, insomma, di fronte a un consiglio rimosso (perché considerato non in linea con la maggioranza dei soci) che come suo ultimo atto costringerebbe i nuovi amministratori a lavorare su un'ipotesi che, a dar retta ai rumors della Borsa, non è quella prediletta da Mediobanca che preferirebbe ritentare un matrimonio tra Comit e Banca di Roma. Fronte bancario milanese che promette altri giorni caldi, insomma. E mentre Paribas, da Parigi, conferma l'aumento (al 4,9%) in Comit senza spiegarne i motivi, c'è chi, come il presidente della Fondazione Cassamarca Dino De Poh, azionista di Unicredit, spiega l'insuccesso dell'Ops di Un iered il. su Comit come «frutto dell'omosessualità negoziale tra Profumo e gli amministratori di Piazza Scala», un atteggiamento - ha spiegato De Poh al settimanale il Mondo - «che ha determinato la rivolta degli azionisti Comit, a riprova di come sia decisivo che certe iniziative siano prese dalla proprietà». Messaggio esplicito per Alessandro Profumo, teorico della public company. «Ma per carità, Unicredit non ha niente a che fare con questa malizi osa forma di capitalismo che spesso consente a qualcuno di diventare socio di riferimento spendendo pochi spiccioli», [a. z.| Giovanni Bazoli

Luoghi citati: Parigi, Roma