«Nel '75 fui io a uccidere quel militante di Lc»

«Nel '75 fui io a uccidere quel militante di Lc» Per il delitto Campanile confessa un carcerato «Nel '75 fui io a uccidere quel militante di Lc» REGGIO EMILIA. Paolo Bellini, 46 anni, rinchiuso nelle carceri bolognesi con l'accusa di due omicidi, accaduti negli ultimi mesi nel Reggiano, di un tentato omicidio e di aver collocato la bomba che al bar Pendolino di Reggio Fmilia mesi fa provocò 15 feriti, parla a ruota libera. Avrebbe confessato anche l'assassinio di Alceste Campanile, il militante di estrema sinistra ucciso a 22 anni nella notte fra il 12 e il 13 giugno 1975 a Montecchio, alla vigilia delle elezioni amministrative. Ai magistrati della Direzione antimafia, che ora potrebbero sentire Bellini anche sulla strage alla stazione di Bologna, il pregiudicato ha raccontato di essere lui l'assassino di Giuseppe Fabbri, il mobiliere fiorentino ucciso nell'88 con sei colpi di pistola nella sua villa di Scandicci. Avrebbe pure riferito che un clan mafioso rivale gli avrebbe imposto di uccidere il comandante dei vigili del fuoco di Reggio, Carlo Carnicci, ma che lui si oppose. Gli inquirenti sono cauti: un'inchiesta sul sequestro di un militante dell'autonomia nel '77 fece concludere che il delitto Campanile fu interno all'estrema sinistra. (b. e]

Persone citate: Alceste Campanile, Carlo Carnicci, Giuseppe Fabbri, Paolo Bellini

Luoghi citati: Bologna, Montecchio, Reggio, Reggio Emilia, Scandicci