Il Belgio: mai stata diossina nei polli di Francesco Manacorda
Il Belgio: mai stata diossina nei polli Ma l'Ue prepara le procedure per 2 inÉL^iom i ritardi neU'allarme e i blocchi stradali Il Belgio: mai stata diossina nei polli «I mangimi non hanno contaminato nulla» Francesco Manacorda corrispondente da BRUXELLES _ E' stato un colossale equivoco? Un sogno? Un'allucinazione collettiva? Ancora non è chiaro, ma basti sapere che il governo del primo ministro belga Jean-Luc Dehaene, mentre rimette sul mercato la maggioranza della carne di produzione nazionale, si dice «persuaso che non si ponga alcun problema» anche per gli animali alimentati con i grassi dell'ormai famigerata ditta Vertrek. La Commissione europea - evidentemente di parere diverso - annuncia invece una procedura di infrazione contro il Belgio per non aver rispettato le misure imposte sulla diossina e ne minaccia un altra per i blocchi stradali che ostacolano la libera circolazione delle merci. Do ieri mattina a ieri pomerìggio, infatti, decine di allevatori belgi hanno bloccato con camion e trattori le principali vie di collegamento alla Francia e all'Olanda, fermando e ispezionando i camion provenienti dall'estero alla ricerca di carne e latte importati. Nessun incidente, ma notevoli ritardi nel traffico. Per il governo belga, comunque, il caso del bestiame alla diossina è assolutamente sotto controllo. Dopo aver compilato le «liste nere» di allevamenti di polli, bovini e maiali che hanno utilizzato i mangimi a rischio di contaminazione, Dehane e i suoi ministri hanno dato il via libera alla macellazione e alla vendita dei capi di tutti gli altri produttori. Già da ieri, dunque, circa la metà degli allevamenti di polli belgi può rimettere sul mercato uova e volatili, accompagnati da una sorta di «certificato» di garanzia. E stamattina nei negozi i belgi troveranno anche carne di manzo e di maiale che Proviene dall'83% degli allevamenti di ovini e dal 60% di quelli di suini che il governo belga considera sicuri e che anzi - esige adesso - non devono più essere respinti dagli altri Paesi dell'Unione euro¬ pea. Ma non è tutto. In prossimità delle elezioni politiche di domenica Dehaene assicura che «Jiì base ai risultati delle analisi in nostro possesso» anche gli animali che hanno mangiato mangimi a base dei prodotti Verkest sono assolutamente sicuri. Una posizione che lascia di stucco la Commissione, visto che proprio oggi è in programma a Bruxelles un incontro dei massimi esperti europei di diossina per stabilire i test da fare. La spiegazione è che il Belgio basa la sua nuova tranquillità solo sugli esami per rilevare la presenza del Pcb, una sostanza che origina la diossina. Senza Pcb r è la tesi - non c'è nemmeno diossina. La Commissione, invece, che ancora non riesce a sapere che cosa abbia causato la contaminazione, ribatte che ci può essere diossina anche in assenza di Pcb e che proprio per trovare la diossina occorre fare esami più lunghi, complessi e costosi. A rinforzare il messaggio governativo ci pensa anche la moglie del premier, la signore Celia Dehaene: si è fatta fotografare sulla prima pagina di un quotidiano popolare mentre si appresta a cucinare un bel pollastro di produzione locale, sotto il titolo «E' un complotto!». Contro suo marito, naturalmente. La Commissione, invece, non crede ai complotti. Ieri la portavoce dell'esecutivo ha annunciato che il Commissario responsabile dell'Agricoltura, Franz Fischiar, si prepara ad aprire una procedura di infrazione contro il governo belga: In primo luogo per aver aspettato un mese a trasmettere all'Ue i dati sulla contaminazione da diossina, ma anche perché il Belgio continua a rifiutarsi di applicare le decisioni di emergenza prese dai Quindici: latte e derivati di origine belga sono infatti vietati in tutta Europa, ma paradossalmente non nel reame: ancora ieri il governo confermava che il latte verrà raccolto da tutti gli allevamenti, anche quelli sulla «lista nera».
Persone citate: Dehaene, Franz Fischiar, Verkest
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