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Sedici anni per l'assassino del prete amico dei profughi «Don Bercita non voleva darmi i soldi per il treno» Sedici anni per l'assassino del prete amico dei profughi COMO Sessantamila lire, il prezzo di una vita. Quella di don Renzo Buretta, l'anziano sacerdote degli emarginati, degli espulsi, dei senza patria, dei senza niente, ucciso il 20 gennaio con tre coltellate da Akim Laici io tri, 31 anni, marocchino clandestino. Sessantamila lire, il prezzo del biglietto ferroviario por raggiungere Roma. «Non volevo uccidere don Renzo, ò stato un gesto di rabbia perché non voleva darmi i soldi per acquistare il biglietto». Sono le uniche parole pronunciate dal magrhebino durante il processo. Alle 11,20 di ieri il giudice delle udienze preliminari Marina Corti ha pronunciato la sentenza: 18 anni e quattro mesi la condanna inflitta ad Akim Lakhotri, riconosciuto colpevole del reato di omicidio volontario. Il gup, quindi, non ha creduto alla versione dell'imputato, ma ha fatto propria la tesi sostenuta dal pm Nalesso: «Le modalità dell'accoltellamento stanno a dimostrare che nell'imputato c'era volontà omicida, in quanto il sacerdote aveva risposto negativamente alla rinnovata richiesta di soldi». Il riconoscimento delle attenuanti generiche motiva la condanna a 16 anni e quattro mesi, cioè tre anni e otto mesi in meno rispetto alla richiesta dell'accusa. I! giudice ha pure deciso il risarcimento del danno a favore della parrocchia di Ponte Chiasso, che si era costituita parte civile, nella persona di don Renzo Orsini, il successore di don Renzo Baratta. Quella parrocchia che don Renzo, per oltre dieci anni, aveva trasformata in un centro di accoglienza dal quale sono passati oltre 10 mila clandestini. Una lira il risarcimento simbolico chiesto dall'aw. Lanni, patrono di parte civile, che ha rinunciate al proprio onorario. E una lira il risarcimento disposto. «Ci siamo costituiti parte civile per essere presenti, in segno di rispetto per don Renzo» spiega don Orsini, [m. m.l