Preso il «J. R.» dell'evasione

Preso il «J. R.» dell'evasione Brescia: per coprirsi denunciava il furto dei libri contabili Preso il «J. R.» dell'evasione «Ha nascosto200 miliardi al Fisco» Vincenzo Corbella BRESCIA Per tutti era il J. R. del lago di Iseo, come il nababbo-cattivo della serie televisiva «Dallas» in voga negli Anni Ottanta. J. R., al secolo Dario Massari, 47 anni, è in carcere a Brescia, accusato di aver evaso tra il '90 e il '98 qualcosa come 150 miliardi di Irpeg e 47 miliardi di Iva. Nell'inchiesta altre cinque persone sono state denunciate: la convivente di Massari, il fratello della donna e altre tre persone, legali - formalmente - delle società che servivano da copertura per l'evasione. Per tutti l'ipotesi di reato è quella di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale. E al fisco Massari, un imprenditore originario di Gratacasolo, un piccolo centro della Val Camellina, ma da anni residente a Sale Marasino sul lago d'Iseo, dichiarava un reddito annuo di 20 milioni. Uno stipendio da operaio di bassa qualifica, che stonava con la Jaguar da cento milioni e la villa principesca con vista sul Sebino. L'evasione, secondo la ricostruzione della guardia di finanza, av- veniva attraverso un complesso sistema di aziende collegate che smarrivano la contabilità, subivano il furto dei libri contabili o, in un caso, gettavano i libri e le fatture tra la carta da macero consegnata a un'associazione di beneficenza. Le indagini sono cominciate dalla società «Cacciamai» di Passirano, sempre nel Bresciano. La Finanza ha rilevato gravi irregolarità fiscali, scoprendo un si¬ stema ramificato di ditte collegate. Il lavoro degli investigatori è proseguito alla Siderurgica Commerciale, alla Silfer e alla Profilati e acciai, tutte aziende che fanno capo, di fatto, a Massari L'imprenditore ha dichiarato di aver smarrito tutta la documentazione fiscale, in alcune situazioni di avere denunciato il furto e in un'altra di aver consegnato parte dei documenti a un'associazione che raccoglie carta per inviare aiuti in denaro al Terzo Mondo. Per mesi i finanzieri hanno spulciato i conti correnti di varie banche della zona e ricostruito i movimenti finanziari delle varie imprese. E' emerso cosi che le fatture false creavano costi fittizi, mentre il materiale ferroso veniva acquistato in nero: un escamotage che permetteva di presentare dichiarazioni fiscali in pareggio. A una delle persone coinvolte è stato contestato anche il reato di riciclaggio per un totale di 18 miliardi e 586 milioni: secondo gli inquirenti avrebbe, in varie operazioni, ritirato denaro contante per fare pagamenti in nero. Mentre le verifiche (cominciate 4 anni fa) erano in corso, Massari ha costituito una società di copertura con sede in una casa di Sale Marasino, residenza di un'anziana signora ignara di tutto. Nel '97 la società era stata scoperta dopo aver emesso false fatture per 40 miliardi. Massari non si è dato per vinto, ha aperto una nuova società nel Cremonese, la Eurocom, scoperta tre mesi fa. In quella circostanza i militari avevano sequestrato oltre un milione di chili di materiale ferroso.

Persone citate: Dario Massari, J. R., Massari, Vincenzo Corbella

Luoghi citati: Brescia, Passirano, Sale Marasino