Forse imminenti novità per il caso Baraldini

Forse imminenti novità per il caso Baraldini Stamane vertice Italia-Usa a Roma Forse imminenti novità per il caso Baraldini Dopo 15 anni di polemiche e delusioni il rientro potrebbe essere più vicino ROMA Forse è in dirittura d'arrivo la corsa di Silvia Baraldini verso l'Italia. Il destino della donna condannata in Usa a 43 anni di carcere per reati di terrorismo e detenuta da 15 - e che sta cercando di ottenere la possibilità di scontare il resto della pena nel suo Paese • potrebbe essere legato all'incontro che ci sarà stamane alle 8,30, a Palazzo Chigi, tra il premier D'Alema e l'ambasciatore statunitense Thomas Foglietta. Dopo il faccia a faccia, si legge in una nota diffusa ieri sera da Palazzo Chigi, «seguiranno comunicazioni alla stampa» e anche se in ballo c'è l rii dl ancora la crisi del Kosovo, molti ritengono che uno degli argomenti in agenda (se non il principale) sia proprio il trasferimento in Italia della Baraldini. Da mesi lo staff del ministro della Giustizia Diliberto - che ha più volte ripetuto che «il ritorno di Silvia è un obiettivo di straordinaria importanza» - e quello del suo collega am lo del suo collega americano stanno lavorando alla soluzione del caso. Sono stati praticamenti definiti tutti i dettagli dell'accordo, e adesso si aspetta il «sì» definitivo degli Usa. Appena arriverà, si aprirà la procedura per il riconoscimento da parte della magistratura italiana della sentenza emessa negli Stati Uniti a carico della Baraldini, che a quel punto potrà essere trasferita in un penitenziario della Penisola, forse a Roma. Se tutto procederà speditamente, la donna potrebbe trovarsi a Rebibbia entro la metà di luglio. La Baraldini è stata condannata per «cospirazione politica» senza che si sia personalmente macchiata di reati di sangue, e dal 1989 i governi italiani hanno ripetutamente tentato di farla venire in base ai trattati intemazionali che prevedono la possibilit à di scontare la pena in patria per i cittadini che hanno commesso reati all'estero, ma senza successo. Nel frattempo, nel 1997, alla donna che a dicembre compirà 53 anni e che è detenuta nel carcere di Danbury, nel Connecituct, è stata negata la libertà condizionale; secondo le regole del sistema penale statunitense potrà ripresentare la domanda solo tra 9 anni, nel 2008. Se davvero l'incontro di stamane a Palazzo Chigi a Palazzo Chigi dovesse riguardare la soluzione del «caso Baraldini», il governo D'Alema vedrebbe premiati gli sforzi che negli ultimi mesi si sono molto intensificati per riportare Silvia in Italia. Durante la visita del presidente del Consiglio negli Usa, nel mese di marzo, si era tor- nati a parlare di questa vicenda, e da Roma D'Alema alla partenza da Roma D'Alema aveva rivelato che di recente c'era stato «uno scambio di lettere tra i due governi». Dopo gli incontri tra Clinton e D'Alema (coincisi anche con un'altra vicenda giudiziaria che riguardava Usa e Italia, la sentenzascandalo per la strage del Cermis) i contatti tra i ministeri della Giustizia dei due Paesi si sono intensificati, finché ieri • e ancor più dopo l'annuncio della vista dell'ambasciatore Foglietta a Palazzo Chigi - s'è avuta la sensazione che il via libera di Washington fosse questione di ore. [gio. bia.] Silvia Baraldini