«Questi sono i cibi sicuri» di Maurizio Tropeano
«Questi sono i cibi sicuri» «Questi sono i cibi sicuri» Come evitare il rischio intossicazione Maurizio Tropeano TORINO Che cosa mangiare per evitare il rischio diossina? Una domanda sulla bocca di tutti i consumatori a cui ha provato a rispondere con un documento ufficiale la Direzione Sanità Pubblica della Regione Piemonte. Si tratta di quattro consigli pratici diffusi per orientare le scelte dei cittadini e per «aiutarli a districarsi tra notizie e allarmi quotidiani» e dunque per «evitare preoccupazioni eccessive o scelte rischiose», come spiega 1 assessore regionale alla Sanità, Antonio D Ambrosio. Primo fra tutti: abbondare con frutta e verdura, alimenti base della dieta mediterranea, consigliati soprattutto durante la stagione estiva. Poi, naturalmente, si suggerisce di «evitare i prodotti provenienti dal Belgio». Segue una minuziosa descrizione di come riconoscere questi prodotti: tutti gli alimenti di origine animale che arrivano da quel paese hanno sull'etichetta un'ellisse, al cui interno c'è una B seguite dal numero di riconoscimento dell'impianto. E ancora: per i prodotti senza bollo Cee va controllata attentamente l'etichetta cercando il paese di produzione. Se c'è il codice a barre, va ricordato che il numero iniziale di riferimento per il Belgio è il 54, preceduto o no dalla lettera B maiuscola. Aggiunge il direttore della sanità pubblica piemontese, Mario Valpreda: «Va comunque detto che tutte le principali ditte hanno già provveduto a ritirare dagli scaffali di supermercati e negozi i prodotti sospetti». Il secondo suggerimento mira a non scoraggiare il consumo di carni fresche bovine, suine e di pollame e si evidenzia come «non ci siano particolari rischi. Considerato che i divieti di importazione dal Belgio sono in atto da alcuni giorni, si può affermare che tutte le carni attualmente in macelleria non sono di provenienza belga». Per formaggi e prosciutti crudi si consiglia di «orientarsi decisamente verso i prodotti italiani. I formaggi sono numerosi e di buona qualità. Lo stesso vale per il prosciutto crudo dei consorzi tipici». Secondo la Sanità pubblica piemontese anche «le uova fresche oggi in vendita sono sicuramente di produzione nazionale».
Persone citate: Antonio D Ambrosio, Mario Valpreda
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