Contratto metalmeccanici, raccordo è fatto

Contratto metalmeccanici, raccordo è fatto Intesa per 1 milione e mezzo di lavoratori. Sindacati e Federmeccanica accettano il lodo Bassolino Contratto metalmeccanici, raccordo è fatto Scambio orario-flessibilità e85-000di aumento Gian Carlo Fotti ROMA Accordo complessivo per il rinnovo del contratto di 1 milione e 600 mila metalmeccanici. A otto mesi dall'inizio di una delle trattative più difficili e dure degli ultimi 20 anni, segnata da 36 ore di sciopero e numerose astensioni spontanee, nella notte si è giocata al ministero del lavoro la partita decisiva: il ministro del lavoro Bassolino ha presentato una proposta di mediazione su orario-flessibilità-straordinari che i sindacati dei metalmeccanici e la Federmeccanica hanno accettato, aggiungendo cosi questi tre punti nevralgici a tutti gli altri definiti nei giorni scorsi. La soluzione, giudicata da tutti «equilibrata», prevede: - Orario: riduzione di 8 ore annue per i lavoratori che fanno turni disagiati (notte e weekend), ma queste ore saranno «monetizzate» per le maestranze della siderurgia (cioè pagate e non fruite) dal 2000 in avanti, mentre la riduzione effettiva decorrerà a partire dal 2002. Inoltre «smonetizzazione» di 16 ore delle 20 ore di riduzione già previste per tutti i turnisti (8 ore dal 1 gennaio 2000 e 8 ore dal 1 gennaio 2001) e una riduzione aggiuntiva per i turnisti di notte e festivi dal 2002. - Straordinari: Innalzamento del tetto annuo attuale di 50 ore, cioè a 200 ore per le grandi imprese e a 250 per le piccole imprese. Per le piccole 80 ore non saranno accantonate nel monte-ore, mentre lo saranno dal 2001 in avanti. Per le grandi imprese ci saranno 32 ore di franchigia e le rimanenti verranno accantonate. - Flessibilità: Utilizzazione di 64 ore, con orari settimanali di 46 e 48 ore (per i giornalieri 48 ore; per i turnisti 46 solo per il primo turno oppure due turni di 6 ore) solo in caso di stagionalità del prodotto o installazioni e montaggi. Le ore saranno pagate il 10% in più fino al venerdì e il 15% in più il sabato. Alla presentazione della proposta di è arrivati dopo una fitta serie di incontri separati, susseguitisi a ritmo frenetico, tra il ministro Bassolino, il vice presidente di Confindustria Callieri, il presidente di Federmeccanica Pininfarina e i segretari generali di FiomFim-Uilm Sabattini, Caprioli e Ange ietti. Poco dopo le 20 (alle 13 il ministro si era recato a Palazzo Chigi per informare il presidente del consiglio D'Alema degli ultimi sviluppi del negoziato) Bassolino ha convocato una riunione congiunta delle delegazioni delle parti per comunicare la sua proposta di mediazione, in sostanza da prendere o lasciare, sui tre nodi che per dodici giorni avevano bloccato qualsiasi possibilità di avanzamento, nonostante le intese raggiunte sulla prima parte del contratto (diritti di informazione, formazione, ruolo delle Resu ecc.) e, poi, sul salario. Bassolino, in sostanza, ha tagliato un po' qui e un po' là, concedendo poco sulla riduzione di oraeio ai sindacati, ma anche poco su flessibilità e straordinari agli industriali: l'unico modo per superare ostacoli che sembravano insormontabili. E cosi dal momento della presentazione della proposta il confronto ha imboccato la dirittura d'arrivo. Bassolino ha invitato le delegazioni a dare una risposta per le 22,30 su formule che, per ciascuno dei tre punti scottanti, erano state certamente già discusse nella serrata trafila di colloqui separati. La trama dell'intesa, peraltro, era stata tessuta con pazienza nella notte tra lunedì e martedì nella riunione-blitz in cui i segretari generali di Cgil-Cisl-Uil Cofferati, D'Antoni e Larìzza e Callieri per la Confindustria hanno convenu¬ to sulla necessità di dare una spallata decisiva alla vertenza ed evitare in extremis il fallimento del Patto di Natale per lo sviluppo e l'occupazione. Alle 2 di ieri, in un successivo round dei «confederali» con il ministro si era manifestato con chiarezza il particolare impegno delle parti a chiudere la controversia al più presto possibile. Perii salario, confermato l'accordò raggiunto: aumento di 85 mila lire lorde in due tranches, una tantum di 120 mila Ure a copertura della carenza contrattuale, tredicesima nel Tfr dal 2000, riforma degli scatti di anzianità. Ieri la schiarita si era avver¬ tita già dalle prime ore del pomeriggio. A parte l'indubbio significato dell'improvvisa visita del ministro del lavoro a D'Alema, segnali positivi benché cauti erano giunti sia dal fronte imprenditoriale che da quello sindacale, ma anche da quello politico. Poco prima delle 14, uscendo dallo studio di Bassolino, Pininfarina aveva dichiarato: «Noi ci stiamo provando. Se ci chiameranno, torneremo». Alle 16,30, al termine di un colloquio con il ministro, è il leader della Fiom Sabattini (l'esponente sindacale che, secondo il presidente di Confindustria Fossa, avrebbe fermato da solo il rinnovo) ad ammet¬ tere che il clima è positivo». Si Euò sperare in una soluzione a re ve V gli domanda un giornalista. Sabattini risponde: «Sì, si può sperare». Aggiunge Caprioli della Firn: «Bassolino è di ottimo umore e lamenta solo la mancanza di un buon caffè napoletano». Angeletti della Uilm sottolinea che è in corso il massimo sforzo per trovare una soluzione. Il segretario nazionale della Fismic Cavali tto conferma: «Nonostante il rigoroso riserbo, trapela un certo ottimismo. Sembra che tutti si siano convinti dei seri danni derivanti dal prolungamento ulteriore del negoziato». L'aumento salariale induetranche Una «una tantum» da 120 mila lire Parte la banca ore Il ministro Antonio Bassolino. A sinistra Carlo Callieri, vicepresidente della Confindustria

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