La massaia fa lo slalom della paura

La massaia fa lo slalom della paura " AL SUPERMARKET, COME E' DIFFICILE FARE LA SPESA La massaia fa lo slalom della paura «Devo mangiare pollo e yogurt, ora chefaccio?» reportage MarlaCorbl ROMA ERCATO di Ponte Milvio ore 10,30: c'è una strana calma tra i banchi. Meno gente che fa la spesa. Quasi nessuno si ferma al banco del macellaio. C'è indecisione su cosa comprare. «Questa diossina non ho ancora capito bene dove l'hanno messa», dice Franca, 44 anni e due figli piccoli al seguito in passeggino, .do da due giorni ai piccoli dò da mangiare solo pasta all'olio o con i pomodori che crescono nell'orto di mia suocera». L'allarme diossina colpisce duro e non a tutti è ancora chiaro cosa è a rischio e cosa non lo è. Pina Lo Bascio, insegnante, corre e fugge tra un banco e l'altro. Chiede la provenienza anche delle zucchine e il verduraio si arrabbia: «Solo noi italiani crediamo a tutto quello che dicono i giornali. Adesso con questa storia rischiamo la crisi. Sembra che in Italia si mangiano solo cose che vengono dal Belgio. E poi la verdura che c'entra?» Ma nell'itinerario delle massaie i più tristi sono senza dubbio i macellai. Si erano appena ripresi dalla crisi della mucca pazza che ecco arrivare questa storia dei mangimi inquinati. Massimo vende carni in un quartiere a Nord della capitale e non vuole che si identifichi il suo negozio: «Altrimenti domani vengono quelli delle ispezioni e mi fanno nero anche se sono in regola». Battibecca con una cliente che vuole essere sicura della carne per i figli. Vuole vedere il marchio sui pezzi in congelatore. Massimo si arrabbia: «Se non si fida di me vada da un' altro», dice con l'aria da fidanzato offeso. La cliente, puntigliosa, non cede. Risponde che è un suo diritto essere certa della provenienza della carne e che lei non si fida di nessuno. Replica accorata del macellaio: «Già ci stanno facendo una battaglia contro da anni frastornando la S;epte con la storia che la carne à male. Poi la mucca pazza adesso, la diossina. E la gente crede a tutto». Chissà per quanto sono andati avanti con questo tira e molla. Ma c'è anche il tipo della massaia «scafata», quella che non si fa tanti problemi. Adelaide Lisarelli, 33 anni, porta con sé i piccoli Edoardo e Giorgio e compra tranquillamente latte e derivati. Evita il pollo - «perché tanto non ci piace» - ma compra tranquillamente la carne di manzo e vitella. «Il mio macellaio ha solo carne doc italiana e poi il sindaco Rutelli ha assicurato che il latte venduto viene solo da mucche italiane. Certo per precauzione evito di comprare prodotti di marca belga. E ho qualche yogurth nel frigo da un po' di giorni». C'è poi chi si sente truffato e riporta i prodotti di una nota marca al supermercato. E chi come Isabella, che sta svezzando il bambino e deve comprare farina lattea in quantità, quasi piango davanti agli scaffali dei prodotti per l'infanzia. La sua mano che scorre tra i prodotti sembra stia per tirare il colpo in una roulette russa. Ipermercato Auchan a Casalbertone ore 12,30: gran pienone e carrelli ricolmi. Ma il reparto frigo dove si trovano yogurth e latticini è poco frequentato. Anche la zona del pollame non ha grande successo. Le sottilette vengono ignorate. Clorinda è emiliana, ha più di 70 anni, è sola e compra petti di pollo: «Devo mangiare carni magre. Come faccio adesso?» L'impressione «diossina» è più forte della assicurazione data dal gruppo dell'ipermercato che i «pochi prodotti derivati dalle carni e quelli contenenti ingredienti di origine animale di provenienza belga, sono stati ritirati cautelativamente dalla vendita sin da giovedì scorso». Supermercato Stara, quartie¬ re Salario ore 17,30. La situazione rimane la stessa. In meditazione davanti al frigorifero con un giornale aperto alla pagina di cronaca dedicata al problema diossina c'è Stella De Santis. Indaga sulle etichette con pazienza certosina e accertata la fabbricazione italiana dello yogurth - «io mangio praticamente solo quello • si interroga ancora se il latte è italiano o estero. La sua «via crucis» tra gli scaffali è iniziata nella mattina. «Sono an- data al discount da cui compro di solito gli yogurth e ho visto che il frigo era vuoto. Mi sono insospettita. Che fine hanno fatto? Mi hanno assicurato che il frigo era rotto ma non ci credo. Cosa avrò mangiato finora? Intanto la prima cosa che faccio tornando a casa è buttare tutti quelli che ho nel frigo. Stessa fine faranno le sottilette delle marche dell'Europa del Nord». Accanto alla signora De Santis c'è Aldina Baroni, ultrasettan- tenne, emette un vero lamento davanti al frigo dei latticini. «Ho il colesterolo devo mangiare pollo e yogurth. Oddio...». Gargam, via Veneto ore 19,00. Più che una rosticceria in molti 10 considerano, visti i prezzi, un vero negozio di gioielleria. E anche qui si devono fare i conti con 11 problema della paura. Sono stati aboliti i piatti pronti a base di pollo e maiale. «Su cento clienti, in settanta non li vogliono», ammette il commesso. «Compro tranquillamente manzo e vitella: il mio macellaio ha solo carne doc e Rutelli mi ha assicurato che il latte proviene da stalle con mucche italiane» Due immagini dal mercato del Trionfale a Roma: venditrici di polli e di uova espongono cartelli nei quali si certifica che i loro prodotti non provengono dalle zone sotto inchiesta per gli allevamenti contaminati dalla diossina

Persone citate: De Santis, Pina Lo Bascio, Ponte Milvio, Rutelli, Stella De Santis

Luoghi citati: Belgio, Europa Del Nord, Italia, Roma