«Votare? Con 'sto caldo io vado fuori» di Maria Laura Rodotà
«Votare? Con 'sto caldo io vado fuori» Europee o non-europee? Viaggio tra coloro che domenica preferiranno una gita al mare «Votare? Con 'sto caldo io vado fuori» La parola al «popolo degli astensionisti» Maria Laura Rodotà ROMA Chi non vota, non vota perché no. Perché si è disaffezionato alla politica, ma ne ha già parlato troppo qualche anno fa. Perché ha un'idea vaga del Parlamento europeo, ma nessuno ha voglia di parlarne. Perché, neanche questa è una novità, preferisce andare al mare; in questo caso parla a raffica, ma di ingorghi, deviazioni, cantieri aperti, code domenicali che farebbero diventare astensionisti anche i padri dell'idea di Europa. Succede a Roma, città non tanto normale ma con istinti elettorali da paese normalissimo ; di quelli dove molta gente non va a votare, senza bisogno di motivarlo, senza che diventi argomento di discussione. Insomma, non se ne parla quasi per niente. E a domanda, si risponde con stanchezza, vago imbarazzo, solo un po' di curiosità nello scoprire per caso cosa faranno le persone vicine. ohe 15, comma rout dames. Dai parrucchiere di via Piemonte, zona piazza Fiume, l'atmosfera è amichevole e le tagliatrici di capelli non votano. Semplicemente, perché «co' 'sto caldo, una domenica in città è una domenica sprecata». Parola di parrucchiera professionista e di sinistra, attenta a dire che il suo non è «astensionismo qualunquista». Carla Albergbini ha passato la vita a votare Pei, poi Pds, poi Ds, poi stavolta ha deciso di approfittare della chiusura al lunedì. Restando nella sua casetta sul mare a Cerenova, evitando di incolonnarsi la domenica sull'Aurelia, sentendosi un po' in colpa. «Mi pesa, è vero. Ogni volta che vedo in tv il faccione di Berlusconi tutto tronfio penso che faccio male. Mio marito si è già arrabbiato, ma se vuole torna lui. Pure al referendum sono andata; non si può votare ogni tre mesi». La sua socia più giovane, Alessandra Paiola, ha già saltato qualche turno; ultimo voto, le politiche del '96. «O forse no, ma si vota talmente spesso». Segue discussione sul voto, con clienti coinvolte. Dura circa trenta secondi. oh 16, scuoia elementari. La scuola umbertina del rione Prati fa parte dello stesso circolo didattico di quella del figlio di Massimo D'Alema; ma il futuro del governo dopo le europee non ap¬ passiona i papà incravattati e sfatti, e le mamme maggioritarie in occhialoni da sole. Raccattano i bambini, dichiarano in buona parte che andranno a votare, ma si; annunciano in minoranza nutrita che forse lasceranno perdere. Spiegando che, se capiterà, non sarà per alti motivi. Il grido di guerra dei probabili non votanti è uno e uno solo: «Se vado fuori, è impossibile». Ovviamente, sperano di andare fuori. Solo qualche mamma smaliziata racconta che andrà a votare dopo tentazioni astensionistiche: e magari in chiave di polemica coniugale. Lo fa Patrizia Scalone, avvocato: «Mio marito è inglese, e non vota perché dice che dell'Europa non gliene frega niente. E' un atteggiamento che non mi piace, e allora vado». oh 17, FACOLTÀ' Di LÌTTE8JL Nel principale centro di cultura umanistica della capitale, la megafacoltà della Sapienza, abbondano i maschi allegramente pluriorecchinati e i giovani astensionisti. Spesso sono le stesse persone. Ragazzi del collettivo, contrari «perché siamo comunisti». «E non abbiamo scelte. Qua c'è da approfondire il tema della partecipazione o meno, della democra- zia rappresentativa a livello locale, nazionale, europeo», illustra Antonio. «Io invece dovrei andare fino a Terni, e non mi va», interviene Ilaria, che passa di lì, non è del collettivo, è contraria all'ora di viaggio che separa Roma dall'operosa città umbra. Invece, Daniele, Mauro e Francesca spiegano che «non si identificano politicamente più in nessuno». Che non hanno «ricevuto nessun tipo di convincimento». E che «la campagna elettorale ha dato messaggi negativi, come l'idea del centrosinistra di cercare un riarmo comparativo agli Stati Uniti. Ma che Europa è?». «Perché non ci informiamo di più su Bertinotti?», propone uno. Silenzio. oh 18, piazza tuoni. Luogo storico della gioventù pariolina destra e righetta, a quell'ora ospita ex ragazzi ancora fighettissimi, reduci dall'ufficio e con grossi gelati. Massimo: «Seguo il vecchio consiglio e vado al mare. Sono disaffezionato, ma da tanto tempo che ora non ci penso più». Federico: «C'è troppa discrepanza tra programmi, obiettivi e fatti». Luca: «Non c'è più fiducia nei politici)). E non ci sono neanche più le mezze stagioni. Col caldo che fa, è pure vero. oh 19, ST0M bai. Camilla Morandi, fotografa, è allo speciale su Marta Russo per ritrarre Ferraro e Scattone. Ma va anche «tutti i giorni a Saxa Rubra, per fotografare i politici alle tribune elettorali. Io ho sempre votato, però ora non sono coinvolta e non sono convinta. La cura Saxa Rubra ha fatto il resto. Così, vado fuori». Il pariolino: «Seguo il vecchio consiglio e preferisco passare quella giornata in spiaggia. Sono disaffezionato, ma da tanto tempo che non ci penso più» La parrucchiera di sinistra confessa «Non ci andrò; ma mi pesa. Ogni volta che vedo in tv il faccione di Berlusconi tutto tronfio penso che faccio male...» Qui sopra Bettino Craxi che per primo invitò gii italiani ad andare al mare invece di votare Nelle due foto a destra il leader di («fondazione Bertinotti e H presidente di An Gianfranco Fini
Luoghi citati: Europa, Roma, Stati Uniti
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