Bonino: troppa faziosità non comparirò più in tv

Bonino: troppa faziosità non comparirò più in tv Bonino: troppa faziosità non comparirò più in tv intervista urtilo Tropeano TORINO PARLA per quasi un'ora di Kosovo, polli alla diossina e fondi strutturali. Racconta di un «fantasma che si aggira per l'Italia: l'Europa. Questa campagna elettorale per il Parlamento Europeo è stata un'occasione persa perché questa Italietta politica aveva, ed ha, purtroppo altre priorità: dal sorpasso del Polo al rimpasto di Governo». Poi, quando il giornalista del Telegiornale 3 le chiede un'intervista lo guarda e sorride amara: «Da oggi Emma Bonino e i candidati della mia lista, dell'associazione Marco Pannello e del partito radicale non concederanno più interviste né parteciperanno agli appelli finali di venerdì sulle reti Bei e Mediaset». Al tentativo di replica risponde decisa: «Ormai ò stato passato il limite della decenza. E non mi tiri in ballo il diritto all'informazione. Si tratta di un diritto che è stato calpestato in questi ultimi anni e che si continua a calpestare, ingannando il popolo italiano e defraudandolo dei suoi diritti fondamentali». E così arriva il black-out in video e in voce. Uno sciopero contro la tv pubblica e privata che «al servizio della'stessa logica antidemocratica n degli stessi interessi privati, non avevano d'altra parte previsto, nemmeno eccezionalmente, spazi di legalità e di informazione leale per i prossimi giorni», scriverà poche ore più tardi il commissario Europeo in un comunicato congiunto con Marco Palmella e Olivier Dupuis. E lo sciopero è il «colpo finale» di un tour elettorale dell'intera penisola - Emma Boninno è capolista nelle cinque circoscrizioni elettorali - che si è trasformato in un disperato tentativo di rendere quanto meno visibile ai cittadini il «fantasma dell'Europa». Bonino-ghostbuster si dice «preoccupata, molto preoccupata», anzi «indignata» del fatto che non si riesca a fare «un confronto politico con gli altri candidati su, ad esempio, quale Europa costruire». Aggiunge: «Nemmeno il problema del pollo alla diossina e dell'evidente necessità di rafforzare i poteri di controllo dell'Unione e non certo di chiudere le frontiere e di mangiare i nostri prodotti, ha costretto la classe politica italiana a riflettere». Attacca: «C'è chi chiede voti per il sorpasso; c'è chi per spingere sul rimpasto di Governo. Nessuno.si. preoccupa delle conseguenze sulle Istituzioni Comunitarie dell'allargamento dell'Unione ai Paesi ex comunisti. E dire che l'Unione Europea è un luogo dove il potere decisionale vale di più di quelli di Roma e di Torino». Emma Bonino e i suoi chiedono con forza la nascita (lugli Stati Uniti d'Europa, con un presidente dell'Unione eletto direttamente dai cittadini ed un Governo Europeo responsabile di fronte al Parlamento. Sottolineano la necessità di una politica estera e di difesa comune: «Un solo esercito e non quindici». E la necessità di realizzare questo programma «nel corso della prossima legislatura» è dettata dall'obbligo di «evitare che l'Europa rimanga un nano politico». Insomma, un «dovere», una missione da portare a termine che viene giustificata con due esempi d'attualità: il Kosovo e il pollo alla diossina. Per Emma Bonino la decisione presa insieme al commissario all'Agricoltura, Franz Fischiar di vietare la commercializzazione, e di ritirare dai mercato e distruggere le carni di. pollo, di bovini o di suini e i prodotti derivati di origine belga per le quali non è possibile dimostrare che non sono contaminati è «di grande severità. Ma solo misure drastiche possono dare fiducia al consumatore dimostrando che le istituzioni non si piegano a pressioni di lobbies agroalimentan e politiche». Per questo ribadisco: «Fino a quando i belgi non tirano fuori le liste, le misure cautelative restano». E il commissario è convinta che «l'intervento dell'Unione è la dimostrazione che all'interno del mercato unico europeo non contano solo i produttori ma anche i cittadini-consumatori». Poi il Kosovo. «Il problema spiega - non si risolve solo staccando un assegno e limitandosi allo scambio assistenziale. Certo, servono i soldi ma soprattutto l'integrazione dei Balcani nell'Unione Europea. L'Adriatico deve diventare il mare interno dove non viaggiano solo profughi o clandestini ma uno strumento di scambio di merci e finanziamenti. Un motore di una crescita complessiva». «Ormai in Italia c'è un partito unico Berlusconi e D'Alema fingono di litigare ma sono d'accordo» «C'è chi chiede voti per il sorpasso e chi per il rimpasto Nessuno sembra pensare all'Ue» A sinistra Emma Bonino che guida la lista che porta II suo nomo In tutte le 5 circoscrizioni A destra Umberto Bossi leader della Lega Nord pure lui capolista in ogni collegio