«Uccisi centinaia di soldati serbi» di Francesco Manacorda

«Uccisi centinaia di soldati serbi» «Uccisi centinaia di soldati serbi» VAlleanza: bombe a grappolo dai B-52 su due battaglioni Francesco Manacorda corrispondente da BRUXELLES Nel giorno in cui il G8 raggiunge un accordo sul testo della risoluzione Gnu, la Nato intensifica i bombardamenti su tutta la Serbia, attaccando di nuovo obiettivi vicini a Belgrado, e lascia trapelare per la prima volta, pur non confermandole ufficialmente, notizie sulle vittime di un attacco diretto alle forze jugoslave in Kosovo. Centinaia di soldati, appartenenti a due battaglioni che si trovavano nei pressi del monte Pastrik, in una zona del Kosovo vicino al confine con l'Albania, potrebbero essere morti, ha detto ieri una fonte dell'Alleanza all'agenzia di stampa Reuters, dopo l'attacco empiuto lunedì da alcuni bombardieri statunitensi B-52 che hanno lanciato bombe a grappolo sulle truppe. Secondo le fonti Nato nell'area erano presenti tra i 400 e gli 800 soldati, completamente allo scoperto. Come aveva anticipato nei giorni scorsi, l'Alleanza ha reagito all'interruzione dei colloqui sul piano militare, l'altra sera, da parte dei serbi con un aumento sensibile dei bombardamenti nel 77° giorno di campagna. «Abbiamo compiuto 658 missioni, cioè il 36% in più del giorno precedente, di cui 222 di attacco, ossia il 56% in più del giorno prima». E nel pomeriggio di ieri ci So- no stati nuovi attacchi contro istallazioni in Kosovo, dopo che in mattinata erano stati colpiti per l'ennesima volta la raffineria di Novi Sad e i depositi petroliferi di Pancevo, presso Belgrado. Ma adesso, con la pace a un passo e la prossima mossa nelle mani dei serbi che già ieri sera dovevano riprendere i colloqui sulle condizioni Nato per il ritiro delle loro truppe dal Kosovo, l'Alleanza fa sapere anche che la pausa dei bombardamenti • destinata a trasformarsi in un vero e proprio stop se tutto andrà come programmato • può avvenire in tempi'brevissimi. «La pausa nei bombardamenti potrebbe arrivare a tempo di record», dice il Segretario generale dell'Alleanza Javier Solatia in una dichiarazione che suona sia come l'ennesimo incoraggiamento a Belgrado sia comò un segnale distensivo nei confronti di Mosca. Il consiglio degli ambasciatori Nato, che già ieri pomeriggio ha ascoltato la relazione del rappresentante tedesco Wolfgang Issinger sulla bozza preparata dai G8 a Colonie, potrà essere convocato «in qualsiasi momento», dice ancora Solana, per ratificare il testo dell'accordo che i militari delle due parti avranno firmato. Il progetto di risoluzione preparato dal GB «è assolutamente coerente con i termini del piano di pace di Ahtisaari e Cemomyrdin che è già stato accettato dal presidente Milosevic - dice Shea - e sostiene in pieno gli obiettivi che gli Alleati hanno seguito dall'inizio dell'operazione Allied Force, il 24 marzo». Per questo la Nato «dà un . caldo benvenuto» a questa «svolta diplomatica che apre la strada alla soluzione della crisi in Kosovo cosi come a una pace duratura». Adesso, par il portavoce della Nato, «tocca al presidente Milosevic dimostrare attraverso le sue azioni che manterrà gli impegni che ha preso». Poi ci sarà da verificare l'inizio del ritiro delle truppe serbe e a quel punto potrà esserci la pausa dei raid, che aprirà la strada all'ingresso delle truppe alleate in Kosovo. Ancora ieri pomeriggio, spiegavano comunque fonti dell'Alleanza, dal Kosovo non provenivano segnali di una consistente ritirata serba. E la Nato, ha detto Shea, vuole «vedere la polvere dei mezzi serbi sulle strade». Nei prossimi giorni, mentre il Consiglio atlantico mette a punto la composizione della «Kforce plus», la forza di pace che dovrà intervenire in Kosovo, ci sarà anche da stabilire le modalità di partecipazione delle truppe russe. «Partiremo dal modello della Sfor in Bosnia», conferma Shea, cioè un caso in cui i comandi Nato e russo sono integrati. «Ma in ogni caso - aggiunge • la Nato saprà mostrare flessibilità e creatività per superare i problemi».

Persone citate: Ahtisaari, Javier Solatia, Milosevic, Solana, Wolfgang Issinger