LATERZA VIA» DI HIRST E «L'INTERESSE » DI BARRANO di Angelo D'orsi

LATERZA VIA» DI HIRST E «L'INTERESSE » DI BARRANO Il pluralismo LATERZA VIA» DI HIRST E «L'INTERESSE » DI BARRANO DALLO STATALISMO AL PLURALISMO Paul Hirst Borighieri. pp / 73. L. 45 000 PLURALISMO Filippo Barbano Bo.-ing/i/eri. pp 148. L 24 000 C~]HE una cultura politica degna di questo nome abbia la necessità di un continuo ritorno ai classici del pensiero è 1 cosa nota ; forse non altrettanto praticata. Non è un bisogno erudito, ma davvero funzionale alla corretta individuazione dei problemi in campo, alla chiarificazione delle matrici di proposte, allo scioglimento dei piccoli e grandi nodi dell'agire politico, insomma. I due libri editi da Bollati Boringhieri si caratterizzano per un richiamo, esplicito o implicito, ai grandi teorici della filosofia politiai. A cominciare da Tocqueville, un autore che si conferma come un autentico gigante del pensiero, dal quale ci giungono stimoli preziosi, chiavi tu' lettura, suggerimenti acutissimi per capire la complessa realtà della democrazia, con i suoi pregi e li' sue manchevolezze. Curiosamente Paul Hirst, docente di Teoria sociale a Londra, come non manca di osservare Alfio Mastropaolo nella presentazione, non nomina mai Tocqueville, ma l'autore della Democrazia in America svolge davvero il molo dell'eminenza grigia di larga parte di questa raccolta di saggi, il cui filo condutture e dato da una convinta - e per molti aspetti convincente-esaltazione dell'associazionismo. Per Hirst l'associazionismo è una autentica «terza via» tra il dio che ha fallito (il socialismo) e il dio apparentemente vincitore (il mercato): lontano da qualsiasi tentazione utopistica l'autore indica una via concreta per sostanziare la democrazia dello spirito, dei contenuti e dei principi dell'associazione dal basso. Li democrazia postmoderna, capace di salvaguarda re libertà e welfare, sviluppo e distribuzione di risorse, Stato e mercato, iniziativa locale e centralismo, non può che essere associativa. Lo Stato, insomma, non può scomparire, secondo l'aspirazione del marxismo (che per Hirst non è che la fonila dell'utopia) né può essere eliminato, nel senso in cui predicano gli estremisti del laisscz faire (altra rappresentazione utopica), Esso deve al contrario ricevere nuova linfa, una volta depurato delle infrastnitture superflue, dal basso, appunto dalla spontaneità associativa degli individui, in un benefico pluralismo praticabile subito, fin d'ora; a sua volta, proprio al nuovo, Stato competeranno le funzioni tli stimolo e di concreto sostegno, ma anche di controllo e di garanzia nei confronti delle associazioni stesso. Una esaltazione dello associazioni, tessuto autentico della democrazia, emerge anche dal testo di Filippo Barbano. Scritto in forma quasi di una chiacchierata, che oscilla tra citazioni dotte e spunti dell'attualitàpiù immediata, il libretto di questo pioniere della nuova sociologia italiana ò un percorso assai libero, e un po' disordinato, nei meandri della parola «pluralismo» e delle sue manifestazioni concrete, da quelle positive del lobbismo americano (di cui Barbano si professa tifoso sia pur non acritico), a quelle negative di casa nostra che trovano espressione nella mania italica dellVmtificazione», che in fondo non è altro che una emanazione dello Stato stesso, di cui gli «Enti» (perlopiù inutili, come ben sappiamo), sono altrettanti tentacoli. Tra Proudlion e Tocqueville - qui citato a chiare lettere - Barbano propone una sua ricetta di pluralismo posunodenio, che ùivece di guardare alla partecipazione politica in senso tradizionale, si riferisce soprattutto «ai beni sociali, alle opportunità di averli e ai modi dì distribuirli». Contro le logiche dei moralismi e degli ideologismi Barbano ci fu riflettere sul concetto di «interesse bene inteso», un'idea che arriva ancora da Tocqueville e che l'autore vuole rivitalizzare come base di una teoria delle lobbies che esalta l'associazione tra individui (intrecciata all'amicizia), la competenza, e, infine, l'informazione e la comunicazione: tre qualità oggi più che mai necessarie per affrontare la sfida del nuovo millennio. Angelo D'Orsi

Luoghi citati: America, Londra