RIFORMARE IL PAPATO SCOMMESSA PER IL 2000
RIFORMARE IL PAPATO SCOMMESSA PER IL 2000 RIFORMARE IL PAPATO SCOMMESSA PER IL 2000 Zizola e le frontiere del nuovo cattolicesimo ONO convinto di avere una responsabilità particolare (...) ascoltando la domanda che mi è rivolta di trovare ima forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all'essenziale della sua missione, si apra a una situazione nuova (...). Compito immane che non possiamo rifiutare e che non posso portare a termine da solo»: è da questa audace affermazione dell'enciclica di Giovanni Paolo lì Ut unum sint del 1995 che prende l'avvio la panoramica di Giancarlo Zizola sul «nuovo cattolicesimo alle soglie del Duemila». «La riforma del papato» - «possibile o auspicata» - viene proposta come chiave di lettura della situazione e delle prospettive della Chiesa cattolica nell'imminente trapasso millenario. Una rilettura, quella di Zizola, che ha l'accattivante piglio «giornalistico»: una sagace divulgazione di elementi teologici e storici, che non ha pretese di rigore o approfondimento, ma che si preoccupa di rendere accessibili storici, che non ha pretese di rigopreoccupa di rendere accessibili e comprensibili a un vasto pubblico le correnti di pensiero e di azione che attraversano il mondo cattolico e l'ambiente vaticano in particolare. L'autore del resto è tra i più qualificati per un'impresa del genere: giornalista accreditato in Vaticano fui dai tempi del concilio, regolarmente presente nei sempre più numerosi viaggi pastorali dei papi succedutisi in questi ultimi quarantanni, corrispondente da Roma anche per autorevoli testate internazionali, conoscitore quindi dei documenti ufficiali vaticani come delle discussioni informali, delle voci di corridoio e dei pettegolezzi che sempre li precedono e lì accompagnano; insomma, una «fonte solitamente ben informata» che possiede inoltre il dono di far spazio all'utopia, al sogno e alla profezia presenti anche all'interno dell'istituzione ecclesiastica per eccellenza. A volte però questo dono può mutarsi in un limite: quello di presentare come realtà già in atto un legittimo desiderio, un auspicio fondato su alcuni elementi, concreti ma tenui; il rischio, così attuale oggi, di rielaborare virtualmente' la realtà fino a renderla conforme al sogno. D'altronde il momento storico che viviamo si presta bene a dare nuovi contorni a quello che Zizola definisce «un sogno antico»: si avvia al tramonto un lungo pontificato - il più lungo di questo secolo - e per di più ciò avviene al termine del secolo stesso e del secondo millennio dell'era cristiana. Così - accanto agli sterili «pronostici» sul conclave prossimo venturo, cui lo stesso Zizola non si è sottratto - rifiorisce puntuale la profezia medievale sulle successioni alla cattedra di Pietro, che indica il prossimo papa come il penultima della storia, e ritrovano attualità le più svariate opere letterarie che uniscono, a volte felicemente, desideri teologici e verve narrativa: si pensi a Roma senza papa di Morselli, a La visione del papa firmata da mi teologo tedesco con lo pseudonimo di Kneckt, a Mysterium iniquitatis di Quinzio o al più recente Le manuscript du Saint-Sepulcre dello svizzero Neirynck citato da Zizola. Ma il nostro vaticanista nel suo saggio utilizza il «sogno» solo come avvio di un discorso che si snoda affrontando le vicende della Chiesa in questi ultimi decenni a livello mondiale e cercando di delineare alcune conseguenze operative per il ruolo del vescovo di Roma e per la modalità dell'esercizio del suo ministero. L'angolatura è sempre quella «romana» e quindi centripeta anche quando registra pareri e fermenti delle «periferie». La riflessione nel corso del volume si sposta progressivamente dal titolo al sottotitolo dell'opera, dalla «riforma del papato» alle sfide che attendono la Chiesa (e non solo il pontefice) «alle soglie del Duemila», ina il quadro che emerge è una lucida lettura di queU'iiaggiornaniento» delle modalità di presenza della Chiesa nel mondo e di annuncio dell'evangelo che già Papa Giovan. ni aveva visto come ineludibile. Stranamente, per un'opera che si vuole d'attualità, il tempo della narrazione è sempre al passato, anche quando riferisce di orientamenti e sviluppi non ancora conclusi: semplice vezzo di giornalista con ambizioni di storico? Preferisco interpretarlo come velato rimando al «nuovo» che si attende: a volte il discorso appare effettivamente sospeso, pronto a lasciarsi sconvolgere da una «svolta» che non si osa sperare ad alta voce o timoroso tli vedersi troncato da un temuto ritorno al passato. In questo senso non mi è parsa felice la scelta di aggiungere due appendici, l'ima sul mutamento di atteggiamento della Santa Sede nei confronti dei media e l'altra contenente un'intervista all'attuale segretario di Stato, cardinale Sodano. Cosi facendo, infatti, l'ultima parola, almeno del volume, viene tolta alla profezia con cui si chiudeva il capitolo finale: quella del martirio, testimonianza, oggi come sempre, «tanto più efficace quanto più esteriormente debole». Enzo Bianchi Un vaticanista che ha il dono di far spazio all'utopia e allo profezia. Ma talvolta presenta come realtà in alto solo un legittimo desiderio LA RIFORMA DEL PAPATO IL NUOVO CATTOLICESIMO ALLE SOGLIE DEL DUEMILA Giancarlo Zizola Editori Riuniti pp. 288, L. 25.000 a o a o o t «'•*»>.'»: I 'l'*.Ml* '*
Luoghi citati: Roma
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