I missionari non sono chic

I missionari non sono chic OLTRECONFENE I missionari non sono chic Igiornalisti letterari sono bestie diverse dai critici con la C maiuscola che raramente vengono letti dagli scrittori e oggi sono arrivati alla conclusione che gli scrittori non contano poi cosi tanto. In effetti è vero che scrittori e Critici hanno interessi diversi. Invece giornalisti letterari e scrittori sono in trincea insieme: Grup Street mette d'accordo entrambi: lavoro mal pagato, mal considerato, transitorio. I fratelli Goncourt erano giornalisti letterari eminenti, così come Edmund Wilson. T.S. Eliot invece era un Critico. Poi ci sono gli onnivori, le v».dettes, come Eco o George Steiner, che diventano pontefici - proprio come Ponzio Pilato, si lavano le mani del volgo. I buoni giornalisti letterari (ma Walter Benjamin non lo era) sono l'anima della vita letteraria; fanno la fondamentale triade tra il bene, il male e l'màifferen- I te. Aiutano gli scrittori a diventare scrittori migliori segnalando le loro imperfezioni; fanno a pezzi le presunzioni; scoprono le frodi; premiano con la lode; promuovono il bene. In ogni Paese, so è fortunato, ne circola uno per generazione. Persone del genere sono immediatamente riconoscibili dal loro pubblico. In primo luogo perché scrivono per quel pubblico e non per se stessi o per i colleghi critici; in secondo luogo, perché sono immediatamente autorevoli - vale a dire, i lettori riconoscono ic immediatamente la giustezza del loro giudizio: «Sì, è quello che pensavo anch'io». Altre qualità che possiedono sono: indipendenza di giudizio (non si lasciano imbrogliare dalla fama né spaventare dall'ignoto), ampiezza di letture, scrupolo nell'analisi, chiarezza di stile. James Wood, i cui saggi appaiono sulle due sponde dell'Atlantico e sono appena stati raccolti in libro, è una di queste bestie rare. Tra i 30 e i 40 anni, sembra aver letto tutto e aver trasformato tutto quello che legge in intuizioni intelligenti e accessibili. Leggerlo equivale a ritrovare il piacere della letteratura, perché lui è il primo ad amarla. I buoni giornalisti letterari sono missionari che cercano di convertire i lettori al Meglio, e i missionari non sono mai chic. Keith Botsf ord Sono i buoni giorr Irti miri come James Wood che cercano di convertire i lettori al Meglio Categoria molto diversa dai critici con la «C» maiuscola e dai pontefici quali Eco e Steiner 99