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Ricevute in fotocopia contro cartelle pazze Una pioggia di richieste ai contribuenti Ricevute in fotocopia contro cartelle pazze ROMA «Dal controllo formale della sua dichiarazione non risulta correttamente effettuato il versamento delle somme dovute...Perciò entro 20 giorni dal ricevimento della presente lettera ci invii le ricevute di tutti i pagamenti fatti». Il tono è cortese, ma la sostanza è inequivocabile. Alle finanze non risultano i pagamenti di somme che i contribuenti hanno regolarmente denunciato con la dichiarazione dei redditi. Per molti contribuenti si tratta di un «film» già visto: solo che questa volta la prudenza è stata maggiore e per evitare l'ennesima sfornata di cartelle pazze gli uffici del fisco hanno adottato la norma che consente all'amministrazione di chiedere ai contribuenti documenti e informazioni relativi alle dichiarazioni. Le lettere in partenza, molte delle quali hanno già iniziato a raggiungere i destinatari, sono circa 200 mila. E riguardano il 740 presentato nel '95 relativo ai redditi del '94. Il fatto che non risulti correttamente effettuato il pagamento in autotassazione delle somme dovute «potrebbe dipendere - si legge nella lettera - da una inesatta acquisizione dei dati dei versamenti effettuati presso le banche, le poste o i concessionari». Il contribuente può inviare le ricevute in fotocopia. Chi ha effettuato versamenti a seguito di sanatorie deve inviare le relative ricevute, mentre chi non ritrovasse le ricevute può inviare tutta la «documentazione in suo possesso» relativa alla dichiarazione in questione. La missiva del Fisco è estremamente generica. Si limita a dichiarare che «non risulta correttamente effettuato il pagamento in autotassazione delle somme dovute», senza indicare quali somme non risultino versate. Per i contribuenti in regola sarà sufficiente, come chiede la lettera, fare le fotocopie dei versamenti e spedirle per posta prima che la macchina burocratica non proceda alla «cartella pazza».