Metalmeccanici: muro contro muro di Gian Carlo Fossi

Metalmeccanici: muro contro muro I nodi restano orario e flessibilità. D'Alema preme. Pininlarina: basta dichiarazioni Metalmeccanici: muro contro muro Scontro Fossa-Bassolino, scioperi spontanei Gian Carlo Fossi ROMA Si va avanti per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, ma il rischio di una rottura o la possibilità di una schiarita definitiva sono sempre dietro l'angolo, alternandosi paradossalmente dopo una fitta serie di incontri separati avuti ieri, dal mattino fino a notte inoltrata, dal ministro del lavoro Bassolino con Confindustria, Cgil-Cisl-Uil, Federmeccanica e Fiom-Fim-Uilm. Alle 21 un vertice a sorpresa Confindustria-sindacati ha rilanciato la speranza di sbloccare il negoziato, ma intanto la battuta d'arresto avvenuta nella tarda serata di domenica aveva provocato ieri numerosi scioperi spontanei in aziende metalmeccaniche della Lombardia e dell'Emilia Romagna e per oggi sono state programmate astensioni nelle fabbriche del Piemonte, a Firenze e in altre località. Tanto che da Milano un D'Alema preoccupato ha inviato un caldo auspicio: «Confido che finalmente si trovi questa pace dei metalmeccanici, che insieme a quella dei Balcani sono le cose che seguo di più in questi giorni. Adesso ognuno deve prendersi le sue responsabilità, anche perchè altrimenti una mediazione diventa difficile». In realtà, in queste che dovevano essere le ore decisive per la volata finale, le difficoltà sono aumentate, invece che diminuire, determinando un impedimento sui nodi nevralgici dell'orario, della flessibilità e degli straordinari. E, ad alzare il livello della temperatura sopraggiunge uno scontro duro tra i sindacati e il presidente della Confindustria Fossa (che accusa un sindacalista di bloccare il rinnovo), nel quale si inseriscono da un lato lo stesso Bassolino con un attacco «al metodo e allo stile» di Fossa e, dall'altro, il presidente di FcduM meccanica Pininfarina con l'appello «a tutti, nessuno escluso, ad astenersi dal fare dichiarazioni in un momento così delicato della vertenza». Nò giova certamente la «rivolta» nella Fiom dell'area di sinistra, guidata da Cremaschi e Zipponi, contro la linea del segretario generale Sabattini e del leader della Cgil Cofferati. Rilievi vengono pure dal segretario nazionale della Fismic Cavalitto: «L'irrigidimento degli industriali è grave e mette a rischio l'avanzamento del confronto. Ora il ministro deve adoperarsi per superare gli ostacoli». Bassolino, per la verità, si è attivato per l'intera giornata nell'intento di avvicinare le posizioni giocan do tutte le carte sui tre nodi che sono sul tappeto: ORARIO. Fedcrmeccanica, peggiorando la proposta di domenica, offre: 1) la concessione di 16 ore di smonetizzazione, ma solo per i turni di notte, rispetto alle 20 ore richieste dai sindacati; 2) la disponibilità a concedere 8 ore di riduzione aggiuntiva per i turni disagiati, ma con assorbimento e l'esclusione dell'intero capitolo della riduzione per la siderurgia. 11 sindacato aveva chiesto che la riduzione aggiuntiva per i turni disagiati si sommasse alla smonetizzazione delle 20 ore per tutti i turnisti. FlfSSWUTA. Federmeccanica chiederebbe 96 ore di flessibilità piniiseitinumali per stagionalità di prodotto, per ragioni di mercato e per ragioni climaticoambientali. «Un arretramento osservano i sindacati - rispetto alla precedente posizione, al quale Fiom-Fim-Uilm continuano ad opponi disponibilità alla sola flessibilità stagionale di prodotto per 64 ore». STRAORDINARIO. Per gli industriali, innalzamento dell'attuale tetto contrattuale dalle 150/200 ore a 200/250 con la possibilità di inserirne in bancaore soltanto 50. Per i sindacati, invece, se si realizza l'innalzamento del tetto delle ore di straordinario, tutte queste ore dovrebbero andare in banca-ore o, in alternativa, si dovrebbe inserire lo straordinario in banca-ore solo al 50% se però non si aumentano gli attuali tetti. «La volontà di chiudere c'è e rimane», afferma Fossa in serata per smorzare i toni dello scontro con Bassolino e i sindacati. In mattinata il presidente degli industriali aveva dichiarato: «Non si può, per le velleità di un solo sindacalista (sembra Sabattini), rischiare di mandare a monte un contratto che riguarda milioni di italiani». Replica al volo del leader della Cgil Cofferati: «E' Fossa che non vuole fare il contralto». Angeletti della Uilm: «E' l'unico ad avtrre problemi di unità della propria delegazione». Caprioli per la Firn: «Ringraziamo Fossa che ha deciso di affossare il contratto». Bassolino, secco: «Il rischio di buttare a mare il lavoro fatto non è imputabile a un solo sindacalista, di una sola parte. Se ne renderebbe conto anche Fossa se partecipasse al confronto». LA CONFINDUSTRIA «C'è un sindacalista che non vuole l'intesa» Cofferati: «Siete voi a boicottare l'accordo» IL MINISTRO «Il rischio di buttare a mare il lavoro fatto non può essere imputato alla velleità di uno solo» Il presidente di Confindustria, Giorgio Fossa Il ministro del Lavoro, Antonio Bassolino

Luoghi citati: Balcani, Emilia Romagna, Firenze, Fossa, Lombardia, Milano, Piemonte, Roma