Preso il conte umico dei boss

Preso il conte umico dei boss Roma, fu un prestanome dell'ex sindaco di Palermo Ciancimino Preso il conte umico dei boss Era latitante da tre anni ROMA Sono di nuovo scattate le manette intorno ai polsi del conte Romolo Vaselli, uno dei prestanome dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino in varie attività economiche. Dopo tre anni di latitanza lo ha arrestato ieri la polizia nel quartiere Africano di Roma. Elegante, distinto come sempre, agli agenti che si sono avvicinati a lui chiedendogli di seguirlo il conte non ha opposto alcuna resistenza. Ha risposto semplicemente «lo so», poi ha chiesto una sigaretta. Ma il conte è cardiopatico e subito dopo le prime boccate di fumo è stato colto da malore. E' stato quindi accompagnato all'ospedale San Giacomo dove è stato piantonato dalla polizia. Non appena possibile verrà trasferito nel carcere di Rebibbia. Vaselli deve ancora scontare una cf t Janna definitiva a quattro anni e sei mesi di reclusione come pena residua di sei anni e sei mesi comminati per aver avuto - secondo l'accusa - legami con la cosiddetta «mafia vincente» che ha operato in Sicilia negli Anni Ottanta. La condanna fu decisa al termine di due processi nei quali il conte era stato riconosciuto colpevole di favoreggiamento reale, concorso in abuso d'ufficio e falsità ideologica in atto pubblico compiuti fra il 1987 e il 1988. Le due condanne erano state unificate in un unico provvedimento dalla Corte d'Appello di Palermo. Il conte era scomparso nel '96. Una serie di pedinamenti durati alcuni mesi hanno permesso di tenere sotto controllo i movimenti della moglie, dei due figli e dei domestici e di arrivare poi al conte. Proprio con la moglie doveva incontrarsi sabato, probabilmente per organizzare una vacanza insieme. Vaselli risiedeva - come avrebbe egli stesso ammesso - in via Margutta; una delle vie più esclusive del centro di Roma, a pochi passi dall'appartamento dove Ciancimino sta scontando la sua condanna. In realtà appare molto probabile che abbia trascorso l'intera latitanza spostandosi da un appartamento all'altro delle sue tante proprietà romane. Il nome del conte Vaselli si affermò sulla scena palermitana già negli Anni 50, dunque molto prima della comparsa di Ciancimino ai vertici della politica cittadina. Vaselli gestì fino alla fine degli Anni Cinquanta il servizio di raccolta dei rifiuti urbani. Le vicende per cui il conte è stato condannato risalgono alla fine degù' Anni Settanta e ai primi Anni Ottanta quando la Iccs ottenne alcuni appalti di manutenzione di servizi «a rete» cittadini. Successive indagini accertarono che la Ices era controllata da Vaselli e dunque da appaltatori che avevano una dimestichezza di lunga data con gli apparati politici locali e sco- prirono che dietro quella sigla si nascondevano anche gli interessi di Vito Ciancimino. Vaselli tornò a Palermo «grazie alla campagna di apparente normalizzazione - come scrissero i giudici nella sentenza di condanna del '93 - dei pubblici appalti, con l'estromissione degli imprenditori locali che per anni avevano monopolizzato lavori e servizi pubblici». Il suo ritorno avvenne attraverso una nuova società, la Cosi, vincitrice di un appalto. La gara finì sotto inchiesta, il giudice è Alberto Di Pisa. Il «corvo» di Palermo scoprì che la fideiussione che la Cosi aveva presentato come garanzia era firmata proprio dal conte Vaselli. E' accusato di aver avuto legami con la «mafia vincente» che operò in Sicilia negli Anni Ottanta '! conte Romolo Vaselli

Luoghi citati: Palermo, Roma, Sicilia