Barak promette: fermerò i coloni

Barak promette: fermerò i coloni Anche destra e religiosi per una coalizione che garantisca il processo di pace Barak promette: fermerò i coloni Insediata la nuova Knesset uscita dalle elezioni GERUSAI.EMME. Il Parlamento israeliano, la Knesset, si è insediato ieri nella nuova composizione uscita dalle elezioni dello scorso 17 maggio e, con 15 partiti anziché i 13 rappresentati nella precedente assemblea, presenta difficoltà ancora maggiori per formare coalizioni di governo. Lo confermano gli ostacoli che il leader laburista Ehud Barak, eletto premier il 17 maggio, incontra nel formare la maggioranza che dovrà sostenere il suo primo governo. Barak ha tempo fino all'8 luglio, secondo la legge, e ha annunciato che mira a un'ampia maggioranza che comprenda anche il maggiore partito di destra (Likud, passato nelle ultime elezioni da 32 a 19 seggi) e partiti religiosi come l'ultraortodosso Shas (da 10 a 17), il nazional-confessionale Pnr (da 9 a 5), l'ortodosso Fronte della Torah (da 4 a 5). E intanto si è impegnato a contenere la costruzione degli insediamenti ebraici e a rivedere anche i permessi concessi dal governo conservatore che ha preceduto il suo. Barak, leader dei laburisti, ha lasciato intendere che potrebbe revocare la licenza di costruzione ai coloni di alcune zone. «Non credo che nessuno possa pensare che un governo guidato da me continuerà ... con gli insediamenti intorno a Nablus (in Cisgiordania)», ha detto in un'intervista alla radio israeliana. Ieri uno di quelli che Barak chiama «alleati na¬ turali», il partito Meretz (laico e progressista, passato da 9 a 10 seggi), ha confermato la sua ostilità a governare assieme allo Shas, ribadendo anche una serie di riserve su una coalizione che inglobi il Likud e i religiosi. A questo punto, nei corridoi della Knesset si attribuisce a Barak l'intenzione di accontentarsi - almeno per ora - di una coalizione ristretta e poco omogenea attorno alla sua formazione centrista, «Israele Unito», che ha 26 seggi fra laburisti e gruppi minori. Inaugurando la nuova Knesset, il presidente israeliano Ezer Weizman ha indicato ai 120 deputati come obiettivo centrale quello di lavorare per la pace con il mondo arabo, a cominciare evidentemente dai palestinesi: «La pace è essenziale per noi e vi esorto a sostenere in questa direzione il nuovo governo». Poi, rivolto a Barak: «Ricorda che il mondo intero ti guarda». E' proprio in vista della conclusione della pace con i palestinesi che Barak si è detto deciso a chiamare al governo anche la destra e i religiosi. Una coalizione ristretta, infatti, dipenderebbe dall'appoggio esterno dei dieci deputati dei partiti arabi, e da destra Barak è già stato avvertito che il suo verrebbe presentato come «il govèrno degli arabi»: un governo etichettato in modo tale che l'opinione pubblica israeliana non gli consentirebbe di fare ai palestinesi alcuna delle concessioni necessarie alla pace. [Agi-Ansa]

Persone citate: Barak, Ehud Barak, Ezer Weizman

Luoghi citati: Cisgiordania, Israele, Nablus