Spagna, pacchi-bomba contro l'Italia di Gian Antonio Orighi

Spagna, pacchi-bomba contro l'Italia Disattivati in tempo, il centro del capoluogo catalano bloccato al traffico per ore Spagna, pacchi-bomba contro l'Italia Ai consoli di Barcellona e Burgos: pista terroristica Gian Antonio Orighi MADRID A 10 (domi dal processo, a Malaga, del terrorista rosso Claudio Lavazza per il tentato sequestro del viceconsolo italiano della città, avvenuto il 4 dicembre del '96 (l'uomo venne poi arrestato pochi giorni dopo a Cordoba), l'intervento degli artificieri di Barcellona ha neutralizzato ieri pomeriggio alle 14 un pacchetto-bomba inviato al nostro consolato del capoluogo catalano. Nessuna vittima né danni, ma l'allarme è durato ore nel centro di Barcellona, che è stato chiuso al traffico. La polizia spagnola ha confermato in serata che l'esplosivo era potente, e fonti attendibili precisavano che all'interno c'era un volantino di rivendicazione che si riferiva al tentato sequestro di tre anni fa. In serata, un altro pacco esplosivo è stato recapitato a casa del viceconsole italiano a BurgOS e reso inoffensivo dalla Guardia Civil. Erano le 9,45. Il console italiano Ombretta Pacilio era appena arrivata alla legazione, a due passi dal Paseo de Gracia. «Un nostro anziano archivista - ha raccontato - aveva aperto la posta ricevuta sabato pomeriggio quando si è accorto che all'interno del pacchetto, del peso di 200 grammi o grosso come un quaderno di scuola, c'erano dei fili elettrici. L'indirizzo era scritto in spagnolo. Della stessa nazionalità il francobollo. C'ora anche un foglietto, Dopo aver avvisato il nostro servizio di sicurezza privato, ho deciso di chiamare gli artificieri». Continua il console Pacilio: «Gli uomini del "Tedux", il re¬ parto speciale della polizia, sono arrivati subito. All'inizio erano due. Uno, un tenente, comunicava alla centrale la descrizione della lettera-bomba: diceva anche che emanava odore di "Goma-2" (un potentissimo esplosivo, ndr). Erano le 10,45. Sono arrivati altri artificieri, mentre veniva bloccato il traffico tutt'attorno. Ho chiuso subito il consolato, che è al 2" ed al 3" piano di un edificio di cinque. Volevano fare esplodere il pacchetto all'interno del consolato ma mi sono opposta. Allora, verso le 14, hanno deciso di farlo saltare nell'attico». Tutta la zona veniva sgomberata. Il traffico del Paseo de Gracia, l'arteria principale di Barcellona, stava producendo un ingorgo colossale. Dopo il forte boato, la polizia ha riportato la zona alla normalità. «I "Tedax", con un procedimento speciale, hanno fatto saltare la spoletta della bomba, salvando così l'esplosivo e il foglietto all'interno. L"ordigno non era certo opera di gente alle prime armi», ha commentato un portavoce della polizia di Barcellona. Sono scattate le indagini per scoprire se si trattava di un attentato legato alla guerra nell'ex Jugoslavia o al processo contro Ocalan in Turchia. Solo in tarda serata, quando le forze dell'antiterrorismo hanno potuto leggere la rivendicazione, si è capito chi erano gli autori. Secondo fonti vicinissime alle indagini, il pacchettobomba era a scoppio ritardato, cioè non doveva esplodere appena aperto. Il volantino di rivendicazione accennava al tentato sequestro di Malaga, quando Lavazza e altri due terroristi, a volto scoperto, si presentarono al viceconsolato italiano. I tre terroristi legarono il viceconsole e suo figlio, li obbligarono a registrare un messaggio contro la giustizia italiana. Poi fuggirono dopo aver rubato dodici passaporti e imbrattato i muri con spray neri. Ma la fuga durò poco. Lavazza, ex leader dei «Proletari armati per il comunismo» poi confluito in Prima Linea, venne arrestato a Cordoba il 22 dicembre dopo una rapina in banca nel corso della quale assassinò due giovani poliziotti. Poi gli inquirenti scoprirono che il gruppetto si era autofinanziato con rapine in tutta la Spagna. Lavazza, di Cerro Maggiore, con decine di anni di galera alle spalle, ora detenuto a Jaen in Andalusia, faceva proselitismo via Internet grazie al sito http://www.ecn.org.zero. E a Barcellona, dove furono arrestate decine di uomini delle Br e di Prima Linea tra l'87 e l'88, da tempo si nascondono terroristi italiani in clandestinità. Tra dicci giorni incomincia il processo a Claudio Lavazza («Proletari Armati»), in carcere in Andalusia per il tentato sequestro di un nostro diplomatico tina strada di Barcellona chiusa dalla polizia dopo l'allarme per il pacchetto- bomba al consolato d'Italia