TORO Bentornato in A di Marco Ansaldo

TORO Bentornato in A Dopo tre anni in B i granata, nel cinquantenario di Superga, risalgono finalmente nel massimo campionato TORO Bentornato in A Marco Ansaldo CON la vittoria di Benevento, limpidissima e più esaltante di quanto si potesse sognare, il Torino torna nella sua sede naturale, la serie A, dopo un viaggio fuori porta che è durato anche troppo. Quando venne retrocesso, nel '96, pensavamo che sarebbe stata una breve parentesi, com'era stata quella precedente, e in fondo 1 avevamo accettata come un anno sabbatico nel quale il Toro si sarebbe ripulito dalla gestione Calieri per ripresentarsi più forte nella nuova serie A. Sono state invece tre stagioni terribili e quasi devastanti. Abbiamo temuto che non se ne venisse fuori, com'è stato per il Genoa, come accade al Napoli, per quella vocazione autodistruttiva che è nei geni del Toro, quanto lo sono il calore, la fede e la capacità di sopportazione della sua gente. Sono stati anni di illusioni e burrasche, di euforie durate lo spazio di un mattino. L'ultimo fallimento, lo scorso anno nello spareggio con il Perugia, puzzava di pietra tombale. Per fortuna, delle tante cose che si sono smarrite in questo calcio, il Toro non ha perso il carattere. A ogni mazzata cresceva la voglia di non lasciarsi abbattere. Alla fine e arrivato il premio. Senza avere il miglior attacco né la difesa più imperforabile, ma con l'equilibrio che Mondonico infonde alle sue squadre, e che fa impazzire i suoi detrattori, la promozione è arrivata con il primo posto alla pari del Verona a una giornata dalla fine. Una promozione legittima, senza un'ombra. E' giusto godere il presente. Una grande stagione del Toro, una piccolissima stagione della Juve: per chi è granata non c'è miele che possa essere più dolce, per chi non lo è valga la considerazione che la sene A senza il Toro era monca di storia, di fascino e di una tifoseria cho si espande ovunque, con una diffusione che non hanno Lazio o Parma, per dirne due che vanno forte. Questo valore ritorna al campionato, proprio mentre c'è chi lavora per fame la foresteria della Champions League, dove si spartisce il grande bottino. E' giusto godersi la festa e non bruciarla in un attimo come il fuoco di un cerino. Poi verranno i giorni duri. Chi sostiene che, uscito dalle sabbie mobili, il Toro entrerà subito in una grande dimensione è un irresponsabile. Chi fomenta illusioni spropor- zionate è un mestatore. Chi pensa che basti ricostruire il Filadelfia per ricreare «il Toro» ignora là nuova realtà del calcio. Si dovranno trovare parole oneste. Rispetto al '90, quando ci fu l'altro ritorno in sene A, l'unica cosa inalterata è la presenza di Mondonico in panchina. Ma allora fu possibile lanciarsi subito verso la zona Uefa, la vittoria in Coppa Italia e la finale europea di Amsterdam perché il Toro si era dato in B una struttura tecnica in grado di sopportare bene il salto, con pochi ritocchi. Di questa squadra, bravissima a cogliere la promozione, po¬ chi entrerebbero in una formazione da zona Uefa e qualcuno probabilmente neppure in una per salvarsi. In più è cambiato il contesto, è impazzito il mercato. Non c'è oggi un Martin Vazquez da soffiare alla concorrenza con qualche miliardo: se Esnaideine vale Ile Simone Inzaghi, dopo un anno in A, ne costa già ventotto, quanto si dovrebbe investire per tenere il passo dell'Udinese delle ultime stagioni? Insomma l'euforia di questa domenica non deve annebbiare la vista. L'obiettivo serio del Toro è di consolidarsi in serie A, ritrovare la forza dei suoi giovani, crescere nel tempo per non affondare, com'è già successo, negli avventurismi. Che questo compito tocchi a Vidulich (al quale si deve come minimo riconoscenza perché ha mantenuto la promessa) o ad Aghemo, lo si saprà presto. Ma la strada non può essere che una: chiara, realistica e non demagogica. E se richiederà pazienza, i tifosi del Toro hanno dimostrato di possederne. Basta non prenderli in giro. La squadra di Mondo promossa con 1 turno di anticipo: grande stagione, ora occorre consolidare il successo "Sono molto contento per il ritorno in serie A del Torino. Meritava già la promozione tanno passato. Ma non andrò a vedere i derby, come sempre: Juventus-Torino è la partita che mi fa meno piacere vincere, ma che mi ittita di più perdere. Dunque auguri ai granata" Giovanni Agnelli 1 nt?T PAQA I Toro batte l'And ria a Benevento (4-1 ) e riconquista la A: Lentini (suo il secondo gol) esulta con i tifosi granata AGNELLI «Sono molto contento»

Persone citate: Aghemo, Calieri, Giovanni Agnelli, Lentini, Mondonico, Simone Inzaghi, Vidulich

Luoghi citati: Amsterdam, Benevento, Filadelfia, Italia, Lazio, Parma, Torino