Diossina, è ancora allarme in Italia di Stefano Mancini

Diossina, è ancora allarme in Italia McDonald's blocca gelati e frappé prodotti con latte belga. La Bindi: regole comuni sui controlli Diossina, è ancora allarme in Italia Sequestri anche in Liguria Stefano Mancini ROMA Le rassicurazioni su carne, uova e latte contaminati in realtà rassicurano poco. Il ministero della Sanità garantisce che tutti i prodotti italiani sono in regola, senza diossina né pcb. Ma poi si è scoperto che una partita di grassi animali da Bruxelles era finita nel Cuneese (ed è stata sequestrata), mentre McDonald's non serve più gelati e frappé perché il latte che usava proveniva dal Belgio. Nel mercato unico, chi può essere certo che altri derivati di uova e latte provenienti dal Belgio non siano arrivati alle industrie alimentari? Una cosa, comunque, le autorità e i produttori sono pronti a giurarla: se contaminazione c'è stata, l'Italia è stata coinvolta in maniera marginale e i controlli sono stati rigorosi. SEQUESTRI M INUMA. Funzionari del servizio veterinario delle Usi, tra sabato e ieri, hanno bloccato prodotti alimentari di provenienza belga in provincia di Genova e nel Savonese. Si tratta di prosciutti, carne di maiale, uova e formaggi. I controlli erano scattati in seguito alla circolare diffusa dal ministero della Sanità secondo la quale tutta la merce arrivata dal Belgio negli ultimi sei mesi potrebbe contenere diossina. A Genova sono stati sequestrati una partita di vitelli già macellati e alcuni quintali di carne di maiale destinati anche ai supermercati. Controlli, in collaborazione con i carabinieri del Nas, anche in un magazzino del porto dove vengono stoccati i prodotti provenienti dall'estero: in questo caso è stata ritirata una partita di prosciutti. Sono state di nuovo controlate anche le società di catering che riforniscono le mense scolastiche e ospedaliere. Le ispezioni proseguiranno nei prossimi giorni. Nel Savonese sono stati sequestrati prodotti caseari e carni suine giunte dal Belgio. I dirigenti dell'Asl, nonostante il superlavoro di questi giorni, spiegano che la situazione è sotto controllo e che, in molti casi, c'è la collaborazione dei rivenditori. LE POLEMICHE M BELGIO. Il primo ministro belga Jean-Luc Dehaene ha accusato ieri pubblicamente i due ministri dimissionari per lo scandalo dei mangimi alla diossina di essere venuti meno al loro dovere di tenere informato il governo. I due, Karel Pinxten (Agricoltura) e Marcel Colla (Sanità) si sono dimessi il 1° giugno per le loro responsabilità politiche nello scandalo: nonostante al ministero dell'Agricoltura fos¬ se noto dal 28 aprile che i mangimi erano contaminati c'alia sostanza tossica e potenzialmente cancerogena, soltanto il 28 maggio i commercianti sono stati invitati a ritirare dalla vendita i polli e le uova sospettati di contenere diossina. Il primo ministro ha annunciato l'intenzione di allestire una commissione parlamentare d'inchiesta. Il vice-primo ministro Ebo di Rupo si è detto «scandalizzato» che il ministero dell'Agricoltura non sia stato ancora capace di «pubbUcare una Usta dettagliata delle imprese che hanno utilizzato prodotti contaminati dalla diossina». Il premier Jean- Lue Dehaene ha interrotto la campagna elettorale nel fine settimana, concentrandosi sulla crisi della diossina, che rischia di pesare molto sui risultati delle elezioni di domenica prossima. Secondo Dehaene, i due ministri dimissionari non avevano intenzione di avvertire il governo. L'altro vicepremier, Jean-Poi Poncelet, ha invece definito «sproporzionata» la reazione della Commissione europea, che ha bandito tutti i prodotti belgi che teoricamente possono essere stati contaminati dalla diossina. Ma non è soltanto l'Ue a essere intervenuta: tutto il mondo ha steso un cordone sanitario: dagli Usa all'Egitto, che ha bloccato l'import di tutti i prodotti alimentari europei, dall'Algeria, al Kuwait, dall'Oman al Bahrein, dal Qatar fino a Singapore, tutti rifiutano il «made in Belgium». La settimana sarà scandita da una serie di incontri volti a dar sicurezza ai consumatori e ossigeno ai produttori belgi, alcuni dei quali hanno già cominciato a licenziare i loro dipendenti. Si attendono oggi le decisioni del comitato veterinario della Commissione europea, mentre domani i ministri della Sanità a Lussemburgo ascolteranno le spiegazioni del belga Lue Van den Boss sulla crisi. LA SCELTA DI MCDONALD'S. Sì agli hamburger e al pollo, ma niente gelati e frappé nei fast food di McDonald's. Mentre carni rosse e pollame sono di produzione italiana, il latte per i gelati proveniva dal Belgio, così come alcune partite (identificate già in sede eli distribuzione) di pancetta. Da qui la decisione di evitare la vendita di determinati prodotti, annunciata con un cartello esposto in tutti i punti vendita italiani. Sull'argomento è intervenuto ieri il «Centro per lo sviluppo e la valorizzazione del gelato artigianale italiano»: «Il gelatiere artigianale - si iegge in un comunicato - utilizza materie prime italiane di alta qualità». à

Persone citate: Bindi, Dehaene, Karel Pinxten, Marcel Colla, Poncelet